LA CORTE D’APPELLO DI FIRENZE ANNULLA LA TRASCRIZIONE DEL MATRIMONIO GAY REGISTRATO A GROSSETO
COMUNICATO STAMPA
La Corte d’appello di Firenze annulla la trascrizione
del matrimonio gay registrato a Grosseto
I Giuristi per la Vita prendono atto con viva soddisfazione del fatto che Il Comune di Grosseto ha dato esecuzione alla sentenza della Corte d’Appello di Firenze che ha accolto il ricorso della procura contro la trascrizione di un matrimonio tra persone dello stesso sesso stipulato all’estero. Quella trascrizione è stata definitivamente cancellata.
Si avverte ancora l’eco del roboante clamore con cui il sistema massmediatico diede al mondo la notizia della precedente pronuncia del Tribunale grossetano che, mediante un provvedimento assai discutibile, aveva ordinato la trascrizione di quel particolare matrimonio.
Assurto alle cronache nazionali, il caso fu salutato come l’inizio di un nuovo filone di giurisprudenza creativa che avrebbe finalmente aperto le porte ai matrimoni gay e supplito alla politica fannullona, bigotta e codina.
Fortunatamente quella breve illusione si è inesorabilmente infranta sugli scogli del diritto. E’ toccato alla Corte d’Appello di Firenze, infatti, ripristinare la legalità.
Occorre dare atto della correttezza del sindaco di Grosseto, Emilio Bonifazi, che a differenza di alcuni suoi colleghi eversivi, ha prontamente eseguito il provvedimento dell’autorità, che si è visto notificare. Inusitate, per i tempi che corrono, le sue parole: «C’è una sentenza del giudice e noi la rispettiamo», e «proprio perché rispettiamo la legge, io non permetterei mai ad un dipendente comunale di contravvenirla».
Parole che paiono oggi non essere condivise da tutti i Primi Cittadini d’Italia.
IL PRESIDENTE
(Avv. Gianfranco Amato)
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DENUNCIATO IL SINDACO DI EMPOLI DA "GIURISTI PER LA VITA" E "PRO VITA ONLUS"
COMUNICATO STAMPA
La sfida eversiva del Sindaco di Empoli
Il Sindaco di Empoli si pone così al di sopra delle istituzioni e della legge. Questa la giustificazione consegnata alla stampa locale: «Voglio essere un sindaco che si fa guidare dall’amore verso la propria comunità, un amore rivolto a tutti, senza differenze né discriminazioni», perché «è l’amore per la comunità a muovere le decisioni dei sindaci».
Siamo al cortocircuito istituzionale. O meglio, ad un rigurgito dello spirito sessantottino, quello della “fantasia al potere”. Una prospettiva anarcoide in cui non servono più istituzioni come ministeri, prefetti, parlamento, ma solo capipopolo di comunità locali. Il sogno di Brenda Barnini rischia di trasformarsi in incubo, infrangendosi sugli scogli del Codice Penale. Eh sì, perché proprio il Sindaco di Empoli dovrebbe conoscere bene il reato di inosservanza dei
provvedimenti dell’Autorità, previsto e punito dall’art. 650 del Codice Penale. Se un cittadino qualunque non ottemperasse ad un ordine del Prefetto, incorrerebbe proprio in quella sanzione penale. Ora, appare alquanto singolare sostenere che quella disposizione valga per tutti in Italia, all’infuori del Sindaco di Empoli. Anzi, qualcuno potrebbe legittimamente sostenere che proprio il ruolo istituzionale ricoperto da Brenda Barnini, renda ancora più
surreale ed eversivo – oltre che poco educativo – il suo rifiuto di ottemperare all’ordine del Prefetto ed alle norme al cui rispetto è stata ufficialmente e formalmente richiamata.
Ci permettiamo di ricordare a Brenda Barnini che l’art. 3 della Costituzione dispone che tutti i cittadini sono eguali davanti alla legge, senza distinzioni, tra l’altro, «di condizioni personali e sociali». Il fatto che lei rivesta la carica di Sindaco di Empoli non la pone al di sopra della legge e dell’ordinamento istituzionale. Anzi.
E’ per questo che i Giuristi per la Vita e l’Associazione Pro Vita Onlus hanno deciso di presentare una denuncia alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Firenze contro il Sindaco Brenda Barnini, per il reato di cui all’art. 650 del Codice Penale. Occorre che un giudice ripristini la legalità anche nell’enclave anarchica di Empoli.
IL PRESIDENTE
(Avv. Gianfranco Amato)
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I "GIURISTI PER LA VITA" E "PRO VITA ONLUS" HANNO RAGIONE, LO DICE ANCHE IL MINISTRO DELL'INTERNO ALFANO: ECCO LA SUA CIRCOLARE
E’ stata divulgata l’attesa circolare del Ministro Alfano in cui si chiede il ritiro delle disposizioni di alcune amministrazioni comunali in ordine alla trascrizione dei matrimoni omosessuali celebrati all’estero, avvisando peraltro che in caso di inerzia il Ministero procederà d’ufficio con la cancellazione degli atti illegittimi.
Riportiamo nella sua interezza il testo della circolare:
Roma,
AI PREFETTI DELLA REPUBBLICA LORO SEDI
AL COMMISSARIO DEL GOVERNO PER LA PROVINCIA DI BOLZANO
AL COMMISSARIO DEL GOVERNO PER LA PROVINCIA DI TRENTO
e, per conoscenza:
AL PRESIDENTE DELLA GIUNTA REGIONALE AOSTA DELLA VAL D’AOSTA
OGGETTO: Trascrizione nei registri dello stato civile dei matrimoni tra persone dello stesso sesso celebrati all’estero.
Sono stati posti all’attenzione degli uffici ministeriali alcuni provvedimenti sindacali che prescrivono agli ufficiali di stato civile di provvedere alla trascrizione dei matrimoni celebrati all’estero tra persone dello stesso sesso.
Tali “direttive”, ad ogni evidenza, non sono conformi al quadro normativo vigente. E ciò in quanto la disciplina dell’eventuale equiparazione dei matrimoni omosessuali a quelli celebrati tra persone di sesso diverso e la conseguente trascrizione di tali unioni nei registri dello stato civile rientrano nella competenza esclusiva del legislatore nazionale.
COMUNICATO STAMPA SULLE AGGRESSIONI SUBITE DALLE SENTINELLE IN PIEDI IL 5 OTTOBRE 2014
COMUNICATO STAMPA
SULLE AGGRESSIONI SUBITE DALLE SENTINELLE IN PIEDI IL 5 OTTOBRE 2014
Si potrebbero dire molte cose sul vile attacco squadrista subito dalle Sentinelle in Piedi in diverse piazze d’Italia domenica 5 ottobre 2014. Si potrebbero dire molte cose sul fatto che persino un sacerdote, don Matteo Graziola, sia stato vigliaccamente colpito alla testa al punto da dover essere ricoverato. Si potrebbero dire molte cose sul fatto che addirittura donne e bambini siano stati oggetto di una proditoria ed infamante aggressione fisica. Si potrebbero dire molte cose sul comportamento gravemente omissivo di alcuni esponenti delle forze dell’ordine che sono venute meno al loro dovere di tutelare il diritto alla libera manifestazione delle Sentinelle. Si potrebbero dire molte cose su intellettuali, politici, giornalisti, opinion maker, artisti, star dello spettacolo, rappresentanti delle istituzioni, che da mesi seminano odio contro chi osa manifestare pacificamente per il diritto alla libertà di opinione. A tutti costoro si può ricordare, parafrasando il profeta Osea, che chi semina vento raccoglie tempesta. E domenica 5 ottobre 2014 di tempesta ne hanno raccolta tanta.
Chissà se l’onorevole Ivan Scalfarotto, alla luce di quanto accaduto, si sarà pentito di aver definito anche le Sentinelle in Piedi come la «zavorra» del nostro Paese. E chissà se si saranno pentiti tutti quei politici, giornalisti, opinion maker, artisti, star dello spettacolo, rappresentanti delle istituzioni, che in maniera incosciente hanno bollato le “veglie” come espressioni di «rigurgito clericofascista», «raduno di sporchi omofobi», «manifestazioni di integralismo sessuofobo cattolico», «sacche di resistenza conservatrice», «adunanze di membri del Ku Klux Klan senza cappuccio», «riunioni di spudorati discriminatori», «pubbliche assemblee di ignobili bigotti reazionari», «parate di luridi razzisti», solo per citare le espressioni più riferibili.
A furia di seminare odio in questa maniera, si finisce per fornire una nobile giustificazione all’idiota di turno disposto ad usare la violenza in chiave eroica. L’energumeno che colpito alla testa don Matteo Graziola non è meno colpevole dell’infame mandante morale che lo ha istigato. Si potrebbero dire tante cose anche su questo. Ma, forse, per gli aggrediti di domenica scorsa le parole migliori le ha scritte più di cinquant’anni fa il poeta senegalese David Diop nei versi della sua celebre poesia Sfida alla Forza. Le vogliamo dedicare a tutte le Sentinelle che il 5 ottobre 2014 sono state picchiate, aggredite, insultate, che si sono spaventate e angosciate, che hanno pianto, che hanno ricevuto sputi, scherni, ingiurie: «Tu che sei curvo, tu che piangi / (…) Tu che lotti, che vegli per il riposo dell’Altro / Tu che non guardi più con il riso negli occhi / Tu fratello mio dal volto di paura e d’angoscia / Rialzati e grida: NO!».
IL PRESIDENTE
(Avv. Gianfranco Amato)
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SARÀ ANCORA POSSIBILE DIRE MAMMA & BABBO?
di Enzo Tobini
Prove tecniche di arroganza ideologica. La Manif pour Tous di Empoli ha organizzato per il giorno 2 ottobre 2014 un incontro dal titolo “Sarà ancora possibile dire Mamma & Babbo?”. Relatore l’avv. Gianfranco Amato presidente dei Giuristi per la Vita. Troppo secondo gli agguerriti attivisti LGBT del luogo. Immediata la denuncia per lo scandalo che proprio ad Empoli sia stato possibile organizzare un “incontro omofobo”. Brenda Barnini, Sindaco di quella cittadina toscana, non si è lasciata fuggire l’occasione per unirsi al coro dei censori dell’iniziativa promossa dalla Manif. Anzi, ha ritenuto di dover dare proprio un segnale politico preciso come reazione alla conferenza. Infatti, pochi giorni dopo aver ricevuto dagli esponenti della stessa Manif pour Tous l’invito a partecipare all’iniziativa da loro organizzata, il primo cittadino di Empoli ha deciso di emanare il decreto 33/2014 con cui si è disposta la possibilità di trascrivere i matrimoni delle coppie omosessuali stipulati all’estero. Questa la decisione del sindaco contemplata nel decreto: «i Servizi Demografici, in particolare l’Ufficio di Stato Civile, del Comune di Empoli e, per quest’ultimo, i delegati alle funzioni di Ufficiale di Stato Civile provvederanno a trascrivere nell’archivio di cui all’art.10 del DPR n.396/2000, su richiesta degli interessati e previa verifica della documentazione prodotta ai sensi degli articoli 21 e 22 del medesimo DPR, gli atti che attestino le celebrazioni di matrimoni contratti all’estero tra persone dello stesso sesso, una volta accertate le condizioni di cui all’art.28 della legge n.218/95 relativamente alla loro validità secondo la legge del luogo di celebrazione».
Poiché non tutti in questo bislacco Paese sono disposti a subire passivamente l’arroganza ideologica, soprattutto quando si presenta contra legem, i Giuristi per la Vita e l’associazione Pro Vita Onlus hanno deciso di reagire, presentando un esposto al Ministro dell’Interno e al Prefetto di Firenze conto l’atto palesemente illegittimo del Sindaco di Empoli. Scontate le reazioni piccate del mondo pro-gay. Tra le diverse, ha colpito quella dell’ANDDOS (Associazione nazionale contro le discriminazioni da orientamento sessuale), che con una buona dose di spavalda saccenteria ha preteso di ritenere “giuridicamente infondato”, l’esposto contro il provvedimento del Sindaco empolese. Questo il comunicato stampa diramato dall’ANDDOS:
EMPOLI: LA REPLICA DEI GIURISTI PER LA VITA E DI PRO VITA ONLUS AL COMUNICATO DI ANDDOS: "L'ESPOSTO CONTRO IL SINDACO E' FONDATO"
I Giuristi per la Vita e l’Associazione Pro Vita Onlus hanno appreso del comunicato stampa emanato da ANDDOS (Associazione nazionale contro le discriminazioni da orientamento sessuale) circa l’asserita infondatezza dell’esposto inoltrato al Ministro dell’Interno e al Prefetto di Firenze contro il decreto del Sindaco di Empoli che autorizza la trascrizione dei matrimoni stipulati all’estero tra coppie omosessuali, si fa presente quanto segue.
Poche parole meritano di essere spese in merito alle considerazioni dell’Associazione ANDDOS. Spiace che abbiano perso del tempo per tentare di elaborare una tesi indifendibile. Sulla vicenda di Empoli, molto semplicemente, consigliamo ai rappresentanti della predetta Associazione di leggere attentamente la lettera che il Prefetto di Firenze ha inviato al Sindaco Brenda Barnini, nella quale è stata evidenziata l’illegittimità del provvedimento adottato, di cui è stato chiesto l’annullamento.
Il Ministero dell’Interno, contattato sul tema dai Giuristi per la Vita, ha ufficialmente comunicato che a giorni verrà diramata a tutti i Sindaci d’Italia una puntuale circolare in cui sarà definitivamente ribadita l’illegittimità giuridica della trascrizione dei matrimoni di coppie omosessuali stipulati all’estero, e si potrà finalmente chiudere questa inutile farsa demagogica.
EMPOLI: MATRIMONI GAY ALL’ESTERO, PER ANDDOS “INFONDATO IL RICORSO DEI ‘GIURISTI PER LA VITA’ CONTRO LA LORO TRASCRIZIONE”
“Il 15 settembre 2014 il Sindaco di Empoli, con il Decreto n. 33, ha deciso di autorizzare la trascrizione nei registri dello stato civile i matrimoni same sex. Questa decisione segue quella dei Comuni di Grosseto, Fano, Napoli, Bologna e, siamo certi, precede altri sindaci illuminati che opteranno per la stessa assennata scelta. Tuttavia, sacche di resistenza conservatrici, un po’ in tutta Italia hanno iniziato una guerra ideologica.
E’ questo il caso, per esempio, dell’associazione “Giuristi per la Vita”, un gruppo di giuristi che, probabilmente questo vorrebbe evocare il nome, si contrappongono fieramente ai movimenti “per la morte” Codesto gruppo ha presentato un esposto al Ministero dell’Interno e al Prefetto di Firenze proprio contro il predetto decreto del Sindaco di Empoli con il quale intendono contrastare un provvedimento “di natura puramente demagogica emesso a seguito del clamore mediatico sollevato da un analogo estemporaneo provvedimento emanato dal Sindaco di Bologna”. Ci piace rispettare ogni diversa opinione, purtuttavia è davvero dura lasciarci scivolare addosso una dichiarazione “politica”, niente affatto giuridica, che vorrebbe declassare a mero rumore di fondo un provvedimento fondato su solide osservazioni giuridiche. Dimentica, tale associazione, che la Convenzione Europea dei Diritto dell’Uomo definisce il matrimonio come un diritto (art. 12) e dimentica, che, secondo la sentenza del 24.06.2010 della Corte Europea dei diritti dell’Uomo, il matrimonio non può essere limitato alle sole persone dello stesso sesso.
TRASCRIZIONE DEI MATRIMONI TRA OMOSESSUALI CONTRATTI ALL'ESTERO: PRESENTATO ESPOSTO CONTRO IL SINDACO DI EMPOLI
COMUNICATO STAMPA
I Giuristi per la Vita e l’associazione Pro Vita Onlus (editrice della rivista Notizie Pro Vita) hanno presentato un esposto al Ministro dell’Interno e al Prefetto di Firenze contro il decreto n.33 del 15 settembre 2014 emesso dal Sindaco di Empoli, Brenda Barnini, con cui è stata disposta la possibilità di trascrizione dei matrimoni stipulati all’estero tra omosessuali.
Nell’esposto di chiede al Ministro dell’Interno, ed in particolare al Prefetto di Firenze, di voler tempestivamente intervenire secondo le proprie competenze e i doveri ex lege loro incombenti, adottando i relativi provvedimenti, al fine di ripristinare la legalità ed il puntuale rispetto delle norme imperative di ordine pubblico disinvoltamente violate dal primo cittadino di Empoli.
IL PRESIDENTE
(Avv. Gianfranco Amato)
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ATHANASIUS SCHNEIDER: L'ODORE DELLE PECORE
di Gianfranco Amato
Una certa vulgata tende a spacciare il fatto che i Pastori della Chiesa cattolica siano tutti silenziati. Non è proprio così. Qualcuno di essi continua a riconoscere le proprie pecore dal loro odore, si ostina a non temere i lupi, ed è, anzi, pronto a combatterli agitando contro di essi il proprio vincastro. Uno di questi Pastori è certamente S.E. Rev.ma Mons. Athanasius Schneider, Vescovo Ausiliare dell’Arcidiocesi di Santa Maria di Astana. Basta leggere alcune sue dichiarazioni rilasciate in un’intervista a Sarah Atkinson, giornalista indipendente ed editore della rivista Mass of Ages. Meritano davvero di essere riportate. «L’esperienza dell’ex Unione Sovietica mi ha fatto vivere sulla pelle cosa significhi essere perseguitati e testimoniare che sei cristiano. Siamo una minoranza. Siamo circondati da un mondo pagano molto crudele. La tentazione e la sfida di oggi può essere paragonata a quella dei primi secoli. Ai cristiani veniva chiesto di accettare il mondo pagano e di mostrare ciò mettendo un grano di incenso nel fuoco di fronte alla statua dell’imperatore o di un idolo pagano. Ma questa era idolatria e nessun buon cristiano gettò alcun grano d’incenso. Preferirono dare le proprie vite, persino i bambini, i laici che erano perseguitati diedero le loro vite. Sfortunatamente nei primi secoli c’erano membri del clero e persino vescovi che gettarono grani d’incenso di fronte alla statua dell’imperatore o di un idolo pagano o che consegnarono i libri della Sacra Scrittura per essere bruciati. Questi cristiani collaborazionisti e chierici venivano chiamati a quei tempi “thurificati“ o “traditores“.
Ora, ai nostri giorni la persecuzione è più sofisticata. Ai cattolici o al clero non è chiesto di bruciare incenso ad un idolo. Sarebbe solo un banale gesto materiale. Ora, il mondo neo-pagano vuole che sostituiamo le nostre idee con le loro, come sta avvenendo, ad esempio, con la dissoluzione del sesto comandamento divino, col pretesto della misericordia. Se alcuni membri del clero e i vescovi iniziano a collaborare con il mondo pagano oggi per la dissoluzione del sesto comandamento e nella revisione del modo in cui Dio creò uomo e donna, allora essi sono traditori della fede, stanno partecipando, in definitiva, ad un sacrificio pagano.
LA DEMAGOGIA DELLE REGIONI SULLA FECONDAZIONE ETEROLOGA
Primo sì alle linee guida per disciplinare la fecondazione eterologa, che sarà gratuita o dietro pagamento del ticket, prevista cioè nei Livelli essenziali di assistenza (Lea), ma con dei paletti rispetto all’età delle donne riceventi, che devono essere in età potenzialmente fertile (fino ai 43 anni). Su questo e altri punti, tecnici e funzionari regionali hanno trovato un accordo nel documento tecnico che giovedì sarà presentato alla Conferenza Stato-Regioni, convocata in via straordinaria anche per discutere dell’attuazione della procedura dopo la sentenza della Corte Costituzionale che ha abolito il divieto previsto dalla legge 40. Le Regioni sarebbero orientate all’introduzione dell‘eterologa gratuita nelle strutture pubbliche, un argomento su cui però il confronto è ancora acceso. Il costo della procedura
di Francesco Mario Agnoli
Dopo tutte le polemiche, le notizie di stampa e i dibattiti televisivi nessuno ignora cos'è la fecondazione eterologa, di recente sdoganata dalla Corte costituzionale con la sentenza n 162/2014, che ha dichiarato incostituzionale la norma della legge n. 40 del 19/2//2004, che la vietava, autorizzando soltanto l'omologa, che si ha quando i gameti (il seme e l'ovulo) utilizzati nella fecondazione artificiale o “in vitro” (FIV) appartengono alla coppia di genitori del nascituro. La Corte ha ritenuto che la scelta di una coppia sterile di avere figli attraverso l'eterologa (cioè con l'utilizzo di gameti provenienti da un estraneo) sia “espressione della fondamentale e generale libertà di autodeterminarsi” sicché non può essere vietata soprattutto in un ordinamento giuridico che, appunto con la legge 40, consente alle coppie sterili di fare ricorso alla fecondazione assistita.
I problemi posti dall'eterologa sono ben più gravi di quelli economici. Riguardano la psicologia e la sociologia. Coinvolgono principi fondamentali della convivenza umana e di civiltà. Forse metterà conto di occuparsene in altra occasione anche se già numerosissimi sono gli scritti, di diverso spessore, quantitativo e qualitativo, su tali aspetti. In questa sede ci si tiene terra-terra, limitandosi al più volgare (ma non per questo trascurabile) dei problemi: quello economico.
PRESENTATA DENUNCIA PENALE PER LA MOSTRA “S.A.L.I.G.I.A.” di TORINO
COMUNICATO STAMPA
I Giuristi per la Vita e l’associazione Pro Vita Onlus (editrice della rivista Notizie Pro Vita) hanno presentato una denuncia-querela alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Torino nei confronti degli organizzatori e di tutti coloro che hanno concorso all’esposizione del manifesto offensivo che pubblicizza la mostra d’arte omosessualista dal titolo “S.A.L.I.G.I.A.” (acronimo dei sette vizi capitali), organizzata dall’International Art LGBTE, che si svolge a Torino dall’8 settembre al 17 ottobre 2014, presso l’ex Manifattura Tabacchi.
Tale manifesto, infatti, raffigura una donna obesa completamente nuda che schiaccia col piede alcune immagini religiose, costituite in particolare da icone di Gesù Cristo e della Madonna.
IL PRESIDENTE
(Avv. Gianfranco Amato)
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PER IL CONSIGLIO DI STATO LA "PILLOLA DEL GIORNO " POTREBBE ESSERE ABORTIVA
COMUNICATO STAMPA
Il 29 maggio 2014 la Sezione Terza-quater del Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio, con l’ordinanza n. 2407/2014, ha respinto la richiesta di sospensione degli effetti del provvedimento dell’AIFA sul farmaco Norlevo, la cosiddetta “pillola del giorno dopo”, affermando che «non sussistono, sotto il profilo del fumus, i presupposti per l’accoglimento della proposta istanza cautelare avuto presente, in linea con quanto evidenziato dalle resistenti amministrazioni, che recenti studi hanno dimostrato che il farmaco Norlevo non è causa di interruzione della gravidanza». Questo il giudizio tranchant e lapidario dei giudici amministrativi di primo grado.
I Giuristi per la Vita e l’associazione Pro Vita Onlus hanno deciso di impugnare quell’ordinanza avanti il Consiglio di Stato. Ieri, 11 settembre, a Palazzo Spada si è tenuta l’udienza di discussione. I giudici di secondo grado hanno emesso l’ordinanza n.4057/2014, dimostrando una maggior capacità riflessiva rispetto ai colleghi del TAR. Per comprenderlo basta leggere il seguente passo del provvedimento:
«Considerato che la questione coinvolge aspetti complessi anche sul piano tecnico, che non possono essere adeguatamente approfonditi in una fase cautelare e che in particolare devono necessariamente essere chiariti in sede di merito le seguenti questioni: - se l’affermazione contestata dalle appellanti (“Non può impedire l’impianto nell’utero di un ovulo fecondato”) nel foglio illustrativo per gli utenti sia coerente con i risultati degli studi sottostanti da riportare nel riassunto delle caratteristiche del prodotto, strumenti di primaria rilevanza per l’informazione del medico; - se il documento impugnato derivi da una modifica di autorizzazione all’immissione in commercio di un medicinale correttamente rilasciata secondo la procedura di reciproco riconoscimento che coinvolge le valutazioni di più autorità sanitarie nazionali in ambito comunitario; - se in tal caso sussistano le fondate ragioni di tutela della salute pubblica – richieste dalla direttiva CE 2001/83 (CE – per rifiutare quanto deciso a livello comunitario; - se deve attribuirsi rilevanza al recente comunicato del 24 luglio dell’Agenzia europea dei medicinali secondo il quale i medicinali a base di“levonorgestrel” agiscono bloccando e/o ritardando l’ovulazione, senza fare alcun riferimento a effetti sull’impianto nell’utero dell’ovulo fecondato».
Nulla di scontato, quindi, sul piano scientifico, come pareva invece ai giudici di primo grado. Se è vero che il Consiglio di Stato ha respinto la richiesta di sospensiva del provvedimento poiché la complessità della vicenda non consente una decisione nella fase cautelare, è altrettanto vero che l’ordinanza di ieri, in realtà, riapre i giochi e rimette in discussioni le granitiche certezze scientifiche dei magistrati del TAR Lazio. L’Aifa non potrà più trincerarsi dietro l’apodittica affermazione secondo cui «il farmaco Norlevo non è causa di interruzione della gravidanza», assunto sbrigativamente fatto proprio dai giudici amministrativi romani. Almeno su questo punto il Consiglio di Stato pare inequivocabilmente chiaro.
IL PRESIDENTE
(Avv. Gianfranco Amato)
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I GIURISTI PER LA VITA SOLIDALI CON S.E. MONS. TOMMASO GHIRELLI, VESCOVO DI IMOLA
COMUNICATO STAMPA 27-2014
I Giuristi per la Vita hanno appreso dai giornali e, in particolare, dalle pagine de “Il Nuovo Diario Messaggero” del 7 e dell’11 settembre del 2014 le parole con cui Sua Eccellenza Mons. Tommaso Ghirelli Vescovo di Imola, invita le autorità religiose ad “alzare la voce” e a “mobilitare tutti gli uomini di buona volontà” con l’aiuto dello Spirito Santo, per prendere ferma posizione di contrasto e di condanna, verso le atroci persecuzioni perpetrate nel vicino Medio Oriente ai danni di altre minoranze religiose, in particolare Cristiane.
Esprimono pieno appoggio e sostegno a Sua Eccellenza e al coraggio dimostrato in tempi in cui ognun tace tali e tante atrocità che pongono in ginocchio l’uomo, ne calpestano la dignità e la minima espressione di libertà.
Di contro, fermamente contestano le prese di posizione critiche di coloro che, dall’alto di un piedistallo dorato, disquisiscono nei salotti “buoni” in pieno stile politically correct, sentenziando chi può e chi non può parlare, per malcelati intenti ideologici e di cieco odio verso la Chiesa Cattolica ed i suoi esponenti. Il tutto peraltro, senza scomodare minimamente l’intelletto al fine di ricercare quei minimali e fondati principi giuridici e prima ancora di civiltà, facenti leva sul giusto principio di reciprocità che dovrebbe (il condizionale è d’obbligo) tutelare chi si trova ed opera cristianamente negli Stati a predominanza islamica.
Non di meno censurabili, sotto il profilo della sacrosanta “libertà di espressione”, sono le incredibili parole espresse dal presidente della Casa della cultura islamica imolese, Mohamed Sabir, laddove invita Sua Eccellenza a “ritirare le sue inopportune dichiarazioni”.
Certo, è giusto, lavoriamo tutti per la pace e per la giustizia e facciamolo ininterrottamente.
Ma poniamoci una domanda: quando l’Isis, per citare una sola cellula fondamentalista in forte espansione, intenderà imporre il califfato e la Jihad anche in Europa (che per ora ne è “solo” circondata), cosa troverà di fronte ? Senza una tempestiva presa di coscienza sarà un’Europa povera, vuota, piena di uomini dispersi e vaganti nel buio “illuminato” e priva di ogni ideale da difendere.
IL PRESIDENTE E I CONSIGLIERI DI ZONA
Avv. Gianfranco Amato
Avv. Filippo Martini – Avv. Gabriele Fanti – Avv. Gian Paolo Babini
Conferenza di Gianfranco Amato Presidente dei Giuristi per la Vita
Conferenza tenuta il 30 agosto 2014 alle Giornate di Formazione dei Giovani organizzate a Tuscania dall’Istituto del Verbo Incarnato.
C'È UN GIUDICE A MILANO: RESPINTO IL MATRIMONIO GAY
Per ogni magistrato “creativo”, quando non eversivo, che ama lasciarsi sedurre dalle luci della ribalta straziando le norme, ve ne sono tantissimi, (la stragrande maggioranza, per nostra fortuna), che silenziosamente svolgono il proprio dovere. Cominciando dal primo dei doveri, ovvero quello di rispettare e far rispettare la legge.
Prendiamo l’esempio del celebre precedente di Grosseto, ossia il decreto del Tribunale maremmano che aveva autorizzato la trascrizione di un matrimonio omosessuale contratto all’estero. Un’evidente errore giudiziario, peraltro giustamente impugnato dal pubblico ministero, che l’abile propaganda massmediatica ha trasformato, per l’opinione pubblica, in un coraggioso gesto di supplenza della politica ignava, un epocale traguardo di civiltà volto a spalancare le porte al riconoscimento dei matrimoni gay stipulati all’estero. L’enfasi aveva persino contagiato la politica locale con il sindaco di Grosseto pronto a dare esecuzione al provvedimento, registrando il matrimonio all’anagrafe, e grato alla Provvidenza per essersi potuto intestare il primato. Nessuno ha poi detto, però, che in tutti gli altri Tribunali d’Italia si continua ad applicare la legge, respingendo le inopinate richieste di trascrizione provenienti da coppie omosessuali.
É il caso di uno dei tribunali più importanti d’Italia, ovvero quello di Milano. La sezione IX civile di quell’Ufficio giudiziario ha in materia una consolidata giurisprudenza. Ne fa fede l’ultimo decreto emesso lo scorso 17 luglio, con cui è stato confermato che Il matrimonio tra persone dello stesso sesso celebrato all’estero non è trascrivibile nei registri dello Stato Civile in Italia. Il provvedimento è talmente ben motivato che merita di essere integralmente letto: clicca qui.
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