ATHANASIUS SCHNEIDER: L'ODORE DELLE PECORE
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- Pubblicato Mercoledì, 24 Settembre 2014 12:57
di Gianfranco Amato
Una certa vulgata tende a spacciare il fatto che i Pastori della Chiesa cattolica siano tutti silenziati. Non è proprio così. Qualcuno di essi continua a riconoscere le proprie pecore dal loro odore, si ostina a non temere i lupi, ed è, anzi, pronto a combatterli agitando contro di essi il proprio vincastro. Uno di questi Pastori è certamente S.E. Rev.ma Mons. Athanasius Schneider, Vescovo Ausiliare dell’Arcidiocesi di Santa Maria di Astana. Basta leggere alcune sue dichiarazioni rilasciate in un’intervista a Sarah Atkinson, giornalista indipendente ed editore della rivista Mass of Ages. Meritano davvero di essere riportate. «L’esperienza dell’ex Unione Sovietica mi ha fatto vivere sulla pelle cosa significhi essere perseguitati e testimoniare che sei cristiano. Siamo una minoranza. Siamo circondati da un mondo pagano molto crudele. La tentazione e la sfida di oggi può essere paragonata a quella dei primi secoli. Ai cristiani veniva chiesto di accettare il mondo pagano e di mostrare ciò mettendo un grano di incenso nel fuoco di fronte alla statua dell’imperatore o di un idolo pagano. Ma questa era idolatria e nessun buon cristiano gettò alcun grano d’incenso. Preferirono dare le proprie vite, persino i bambini, i laici che erano perseguitati diedero le loro vite. Sfortunatamente nei primi secoli c’erano membri del clero e persino vescovi che gettarono grani d’incenso di fronte alla statua dell’imperatore o di un idolo pagano o che consegnarono i libri della Sacra Scrittura per essere bruciati. Questi cristiani collaborazionisti e chierici venivano chiamati a quei tempi “thurificati“ o “traditores“.
Ora, ai nostri giorni la persecuzione è più sofisticata. Ai cattolici o al clero non è chiesto di bruciare incenso ad un idolo. Sarebbe solo un banale gesto materiale. Ora, il mondo neo-pagano vuole che sostituiamo le nostre idee con le loro, come sta avvenendo, ad esempio, con la dissoluzione del sesto comandamento divino, col pretesto della misericordia. Se alcuni membri del clero e i vescovi iniziano a collaborare con il mondo pagano oggi per la dissoluzione del sesto comandamento e nella revisione del modo in cui Dio creò uomo e donna, allora essi sono traditori della fede, stanno partecipando, in definitiva, ad un sacrificio pagano.
Sfortunatamente, per diversi decenni alcuni membri del clero hanno accettato queste idee del mondo. Ora tuttavia essi le stanno seguendo pubblicamente. Se tali cose continuano, penso, ci sarà una spaccatura all’interno della Chiesa tra coloro che sono fedeli alla fede del loro battesimo e all’integrità della fede cattolica, e coloro che aderiscono allo spirito di questo mondo. Si può immaginare che i cattolici, che rimangono fedeli all’immutabile verità cattolica possano, per un periodo, essere perseguitati o discriminati anche a nome di chi ha potere nelle strutture esteriori della Chiesa? Forse è possibile, ma le porte dell’inferno, cioè dell’eresia, non prevarranno contro la Chiesa, e il Supremo Magistero certamente promulgherà un’inequivocabile sentenza dottrinale capace di respinge qualsiasi collaborazione con le idee neo pagane di cambiamento, per esempio, del Sesto Comandamento di Dio, del significato della sessualità e della famiglia. Allora, alcuni progressisti e molti di coloro che hanno ceduo allo spirito di questo mondo, molti moderni “thurificati” e “traditores“ lasceranno la Chiesa. Poiché la verità divina porterà senza dubbio la chiarificazione, ci libererà e separerà nel mezzo della Chiesa i figli della luce divina ed i figli della pseudo luce di questo mondo pagano e anti cristiano. Posso supporre che tale separazione riguarderà ogni livello dei cattolici: laici e persino l’alto clero. Quei membri del clero che accettano oggi lo spirito del mondo pagano in materia di moralità e di famiglia si dichiarano cattolici e persino fedeli al Papa. Bollano addirittura come estremisti quelli che sono fedeli alla fede cattolica o quelli che promuovono la gloria di Cristo nella liturgia.
Tali membri del clero non sono in maggioranza, ma stanno acquisendo influenza all’interno della Chiesa. Sono riusciti ad occupare delle posizioni chiave in alcuni importanti ruoli ecclesiastici. Tuttavia questo non è potere agli occhi di Dio. I veri potenti sono i piccoli nella Chiesa, quelli che conservano la fede.
Questi piccoli nella Chiesa sono stati delusi e trascurati. Hanno preservato la purezza della loro fede e rappresentano il vero potere della Chiesa agli occhi di Dio. Loro, e non chi occupa posizioni dominanti nel mondo ecclesiastico. Grazie a Dio, il numero di questi piccoli sta crescendo.
Ho parlato, per esempio, con alcuni giovani studenti di Oxford e sono stato impressionato da loro. Ero così felide di vedere in essi una purezza di fede e una sana dottrina cattolica. Gente così sta crescendo nella Chiesa, grazie all’opera prodigiosa dello Spirito Santo. Quest’ultimo rinnoverà la Chiesa. Perciò sono fiducioso e nutro speranze anche riguardo all’attuale momento di difficoltà e turbamento che la Chiesa sta vivendo. Lo Spirito Santo vincerà questa crisi con il suo piccolo esercito.
Non sono preoccupato per il futuro. La Chiesa è la Chiesa di Cristo, e Lui è il vero Capo della Chiesa, il Papa è solo il Vicario di Cristo. L’anima della Chiesa è lo Spirito Santo e Lui è potente. Tuttavia ora noi stiamo facendo esperienza di una grave crisi nella Chiesa, come è accaduto diverse volte in duemila anni, anche se Io ho l’impressione che il peggio debba ancora venire. A volte le cose devono peggiorare, per poter toccare il fondo e risalire la china. Toccherà probabilmente anche oggi, prima di poter assistere al collasso di questo antropocentrismo clericale che sta abusando del potere amministrativo della Chiesa, abusando della liturgia, abusando dei concetti di Dio, abusando della fede e della devozione dei piccoli nella Chiesa. Poi, potremo vedere finalmente l’ascesa di una Chiesa rinnovata, secondo lo sviluppo di un processo che è già in atto. Questo edificio clericale liberale crollerà perché non ha né radici né frutti».
E’ davvero singolare, e certo non casuale, che questo coraggioso Vescovo porti il nome di quell’antico confratello santo che ha salvato il cattolicesimo: Sant’Atanasio di Alessandria.
Ci fu un tempo, infatti, in cui «ingemuit totus orbis et arianum se esse miratus est», tutto il mondo gemette e si meravigliò di ritrovarsi ariano. L’imperatore Costanzo, la quasi totalità della Chiesa e persino il Papa Liberio non erano più cattolici, avendo ceduto all’eresia. Fu un’infima minoranza a mantenere intatta la fede e a non cedere all’eresia di Ario. E fu un uomo coraggioso, il Vescovo Atanasio di Alessandria, a combattere solo contro tutti, riuscendo, grazie ad una vittoria miracolosa, a riportare la Chiesa alla vera fede cattolica. Davvero la logica di Dio non è la logica del mondo. Mi è capitato recentemente di rileggere negli Ariani del IV secolo del cardinal Newman, l’interessante citazione di San Gregorio Nazianzeno: «I pastori hanno certamente fatto cose folli; poiché, a parte pochi, i quali o per la loro insignificanza furono ignorati, o per la loro virtù resistettero e furono lasciati come un seme e una radice per la rifioritura e rinascita di Israele sotto l’influenza dello Spirito Santo, tutti cedettero al compromesso, con la sola differenza che alcuni cedettero subito e altri dopo; alcuni furono campioni e guide nell’empietà e altri si aggregarono a battaglia già iniziata, succubi della paura, dell’interesse, delle lusinghe o – ciò che è più scusabile – dell’ignoranza» (Orat. XXI.24). Nihil sub sole novum.
Pubblicato su: CulturaCattolica.it del 22 settembre 2014