MOLTEPLICI ATTESTATI DI SOLIDARIETA' A GIANFRANCO AMATO
Gianfranco Amato, dopo l'atto vandalico subito dalla sua auto a Viareggio lo scorso 8 novembre, di cui ha dato notizia anche Radio Vaticana, ha ricevuto molte espressioni di solidarietà.
Già si è segnalato quanto ha scritto il Direttore del Quotidiano Avvenire, Marco Tarquinio, mentre altre attestazioni sono pervenute dal Sindaco di Varese, da tutta la Giunta Municipale e dall'intero Consiglio comunale di questa città (vedasi anche l’intervento del Presidente del Consiglio Stefano Crespi)
Dichiarazioni di amicizia e vicinanza sono state espresse pure dai movimenti evangelici Cristiani per la Nazione e Comunione Pastorale Torinese, nonché dal Forum Vita Famiglia Educazione.
I Giuristi per la Vita ringraziano di cuore per queste manifestazioni di solidarietà e per le tante altre pervenute non solo da enti ed associazioni, ma anche da singoli cittadini.
DENUNCIATE LE "FEMEN" DAI "GIURISTI PER LA VITA" E DA "PROVITA ONLUS"
COMUNICATO STAMPA
I Giuristi per la Vita e l’associazione Pro Vita Onlus hanno presentato alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma una denuncia contro le attiviste del gruppo “Femen”, la giornalista Giulia Innocenzi e tutti i soggetti responsabili della programmazione e delle messa in onda della puntata di “Announo” trasmessa dalla rete televisiva il 13 novembre 2014.
Nel corso della citata trasmissione televisiva, le attiviste, a seno nudo, hanno ingaggiato una protesta contro Papa Francesco e la Chiesa cattolica in termini volgari e oltraggiosi, arrivando a recitare, in ginocchio, una sorta di “preghiera” anticattolica, terminata con un amen accompagnato dal gesto inequivocabile del dito medio alzato e l’urlo «Fuck the Pope» (“fanculo il Papa”).
Mentre uno degli ospiti della trasmissione, l’imprenditore Gian Luca Brambilla lasciava immediatamente lo studio, spiegando di essere invitato per confrontarsi sulle tematiche del lavoro e non per insultare il Papa e la Chiesa cattolica, la stessa conduttrice Giulia Innocenzi difendeva la scelta editoriale della performance ingiuriosa, con le seguenti parole: «Erano le Femen e io sono molto orgogliosa di averle potute ospitare. Questa è la bellezza della libertà d’espressione».
Il gruppo di attiviste si è poi trasferito in Piazza San Pietro esibendosi in una ancora più volgare performance anticattolica, durante la quale, tra l’altro, le donne, sempre a seno scoperto, hanno simulato un gesto di sodomizzazione con alcuni crocefissi, gridando: «Your religious morals keep it inside» (la vostra morale religiosa ficcatevela dentro), «Your faith keep it inside» (la vostra fede ficcatevela dentro), «Your Pope keep it inside» (il vostro Papa ficcatevelo dentro).
IL PRESIDENTE
(Avv. Gianfranco Amato)
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INTIMIDAZIONE AL PRESIDENTE DEI GIURISTI PER LA VITA
L’auto del presidente dei Giuristi per la Vita, l’avvocato Gianfranco Amato, è stata pesantemente danneggiata da vandali mentre sabato era impegnato a Viareggio a un convegno sulla teoria del gender. Rotti i vetri del veicolo e danneggiati gli sportelli. Secondo Amato un altro aspetto grave di questa vicenda sta nel fatto che neppure un agente delle forze dell'ordine abbia presidiato l'incontro in cui si è svolta la conferenza, nonostante gli organizzatori avessero inviato il giorno precedente una richiesta in questo senso. “Queste provocazioni violente danno una ragione in più per continuare la battaglia – ha detto Amato – e rappresentano la prova schiacciante di quanto concretamente sia a rischio la nostra libertà”.
Fonte: Radio Vaticana
LA CHIESA HA IL DOVERE DI VEGLIARE CONTRO LA DITTATURA DEL "PENSIERO UNICO"
COMUNICATO STAMPA
Sua Santità Papa Francesco nel discorso alla Delegazione dell’Ufficio Internazionale Cattolico dell’Infanzia, tenuto l’11 aprile 2014, ha espresso questo giudizio durissimo: «Occorre sostenere il diritto dei genitori all’educazione dei propri figli e rifiutare ogni tipo di sperimentazione educativa sui bambini e giovani, usati come cavie da laboratorio, in scuole che somigliano sempre di più a campi di rieducazione e che ricordano gli orrori della manipolazione educativa già vissuta nelle grandi dittature genocide del secolo XX, oggi sostitute dalla dittatura del “pensiero unico”».
Se è vero che anche oggi quella che il Pontefice definisce la “dittatura del pensiero unico” tenta di impedire che si sappia cosa accade negli attuali “campi di rieducazione” (come avveniva con i lager, i gulag e i laogai), è altrettanto vero che una Chiesa fedele al mandato ricevuto da Cristo e attenta all’esortazione del Suo Vicario, non può farsi intimidire.
I genitori hanno diritto di sapere come lo Stato provvedere all’educazione dei propri figli, e la Chiesa non può nascondersi di fronte alla grave situazione denunciata dal Papa, ma anzi ha il dovere di compiere la propria missione portando la luce della Verità anche là dove il potere pretende di mantenere angoli bui e zone d’ombra.
La Storia ha insegnato che cedere dinanzi al volto intollerante di ogni dittatura – come quella che stiamo vivendo, magistralmente chiamata dal Santo Padre “dittatura del pensiero unico” – non ha mai pagato e continua a non pagare. I recenti episodi di assalto al Duomo e ai locali della Curia milanese stanno lì a dimostrarlo.
IL PRESIDENTE
(Avv. Gianfranco Amato)
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FATTI DI VIAREGGIO: IL DIRETTORE DI AVVENIRE RISPONDE ALLA LETTERA DI AMATO
Cliccare qui per leggere la lettera di Gianfranco Amato e la risposta del Direttore Marco Tarquinio
COMUNICATO STAMPA - "ATTI VANDALICI CONTRO IL PRESIDENTE DEI GIURISTI PER LA VITA"
COMUNICATO STAMPA
Atti vandalici contro il Presidente dei Giuristi per la Vita
Il comitato direttivo dei Giuristi per la Vita e tutti i soci, ivi rappresentati, denunciano il grave atto vandalico perpetrato contro l'automezzo del presidente avv. Gianfranco Amato, avvenuto mentre questi era impegnato come relatore nella conferenza tenutasi sabato 8 novembre
2014 a Viareggio, dal titolo "Omofobia o Eterofobia? Gendercrazia: a rischio la libertà di espressione".
Un altro aspetto particolarmente grave di questa vicenda sta nel fatto che neppure un agente delle forze dell'ordine abbia presidiato l'incontro in cui si è svolta la conferenza, nonostante gli organizzatori avessero inviato il giorno precedente (7 novembre, ore 19.11) una comunicazione all'indirizzo di posta elettronica certificata del locale Commissariato di Polizia in cui, tra l'altro veniva precisato quanto segue: «Per il contenuto del tema trattato e la presenza del relatore, l'avvocato Gianfranco Amato Presidente dei Giuristi per la vita, che ogni giorno è oggetto di minacce da parte di associazioni di attivisti lgbt riguardo il suo impegno a difesa della vita e della famiglia, abbiamo sufficienti motivi per pensare che si possano presentare persone con intenzione di creare disordini e Vi chiediamo di sorvegliare la situazione».
Le istituzioni preposte alla tutela dell'ordine pubblico non devono ignorare le potenziali situazioni di criticità segnalate dai cittadini, né possono rifiutarsi di presidiarle, poiché tale grave atteggiamento omissivo crea nei facinorosi l'idea di godere di una sorta di impunità.
Gli episodi di sopraffazione e violenza vanno stroncati sul nascere e adeguatamente sanzionati, altrimenti rischiano di alimentare una pericolosa escalation.
Si continua ad avvertire l'impressione che alcuni tutori dell'ordine, purtroppo, continuino a sottovalutare quanto drammaticamente accaduto il 5 ottobre 2014 in occasione delle aggressioni subite da alcuni partecipanti alle diverse manifestazioni del movimento “Sentinelle in piedi” svoltesi su territorio nazionale.
I Giuristi per la Vita chiederanno alle Autorità Istituzionali preposte di fare piena luce sulle cause del mancato riscontro alle richieste, sempre motivate, di tutela da un pericolo reale e grave di lesione di diritti fondamentali.
PER IL CONSIGLIO DIRETTIVO E I SOCI
Avv. Filippo Martini
Consigliere
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ANCHE IL TAR BOCCIA IL SINDACO MARINO
COMUNICATO STAMPA
Nella sua folle ed eversiva corsa verso il cortocircuito istituzionale, il Sindaco di Roma Capitale, Ignazio Marino, ha incontrato anche l’ostatolo della magistratura.
La sua bizzarra teoria sulla trascrivibilità dei matrimoni gay, infatti, non è stata bocciata solo dai Giuristi per la Vita e Pro Vita Onlus, dal Ministro dell’Interno, dal Prefetto di Roma, ma anche dal Tribunale Amministrativo del Lazio che ha emesso un’ordinanza in cui viene confermato il provvedimento prefettizio di annullamento.
Dopo la delegittimazione pubblica del Ministro dell’Interno e del Prefetto, toccherà ora assistere anche a quella della magistratura? Marino arriverà a mettere in discussione non soltanto il potere legislativo ed esecutivo ma anche quello giudiziario? Che il Sindaco di Roma Capitale non riconoscesse più al parlamento il ruolo di legiferare in materia di matrimonio e famiglia, lo si era ben capito. Così come si era capito che lo stesso Marino non riconoscesse al governo, nelle sue articolazioni territoriali, il potere di vigilare sull’osservanza della legge. Vediamo se ora l’inquilino del Campidoglio si
fermerà dinnanzi all’ultimo potere rimasto.
Nel caso il Sindaco di Roma Capitale arrivasse al punto di screditare persino le pronunce dei giudici, riuscirebbe a mettere a segno un filotto capace di far rivoltare nella tomba il povero Charles-Louis de Secondat, barone de La Brède e di Montesquieu, meglio noto come Montesquieu, padre dell’omonima teoria della tripartizione dei poteri.
Occorre davvero che qualcuno fermi Ignazio Marino, prima che diventi la parodia di se stesso o si riduca ad una patetica macchietta.
IL PRESIDENTE
(Avv. Gianfranco Amato)
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QUEL GIORNO IN CLASSE: UN BEL DIALOGO MA POI LA BUFERA DELL’«OMOFOBIA»...
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COMUNICATO STAMPA SUL COMPORTAMENTO DEL PRESIDE DELL’ITIS “PININFARINA” DI MONCALIERI
COMUNICATO STAMPA
sul comportamento del Preside dell’ITIS “Pininfarina” di Moncalieri
Davvero encomiabile lo zelo, spinto fino all’eccesso, del Preside Stefano Fava dell’I.T.I.S. “Pininfarina” di Moncalieri, nel difendere l’onorabilità della scuola – descritta come un immacolato giardino delle meraviglie – e nel volere agire severamente contro la Prof. Adele Caramico, l’insegnante di religione ingiustamente accusata di essere omofoba.
In questa sua intenzione, il Preside non ha disdegnato i riflettori della ribalta mediatica e anzi pare cercare sempre più spazio nei mezzi d’informazione per spiegare come il suo istituto scolastico sia immune da qualsiasi nefandezza, a cominciare dalla “intollerabile omofobia” della Prof. Caramico.
Peccato che la stessa solerzia da parte del Preside non si sia vista quando lo scorso 18 giugno il quotidiano La Stampa ha dato la notizia dell’arresto del Prof. Andrea Fino, docente proprio del “Pininfarina” di Moncalieri, accusato di aver offerto soldi in cambio di rapporti sessuali con studenti minorenni. Il Prof. Fino era noto a tutti per l’impegno nel riconoscimento dei diritti per le coppie omosessuali, ed è stato pure coordinatore dell’edizione 2011 del «Gay Pride» torinese.
Singolare fu, allora, la fretta del Preside Stefano Fava nel tentativo di contenere l’impatto mediatico della vicenda, al punto da essere costretto a giustificare il suo low profile, al giornalista de La Stampa che gli chiedeva conto del suo atteggiamento decisamente cauto. Questa la sua giustificazione: «Nel 2013, un insegnante mi portò alcuni scambi di battute tratti da una conversazione avvenuta su Facebook tra Fino e uno studente, che aveva appena superato la Maturità, ma io non ho ravvisato nulla di scabroso, di osceno in quelle frasi. Mi sono sembrate battute, nulla di che preoccuparsi. Per questo, ho accantonato la questione».
Davvero quello del caso del Prof. Fino sembra un altro preside. E il “Pininfarina” non parrebbe proprio quel paradiso terrestre che Stefano Fava pretende oggi di far apparire.
IL PRESIDENTE
(Avv. Gianfranco Amato)
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IL PRESIDE E QUELLO SCANDALO MESSO SOTTO SILENZIO
di Gianfranco Amato
Davvero encomiabile lo zelo, spinto fino all’eccesso, del Preside Stefano Fava dell’I.T.I.S. “Pininfarina” di Moncalieri, nel difendere l’onorabilità della scuola – descritta come un immacolato giardino delle meraviglie – e nel volere agire severamente contro la professoressa Adele Caramico, l’insegnante di religione ingiustamente accusata di essere omofoba. In questa sua intenzione, il preside non ha disdegnato i riflettori della ribalta mediatica e anzi pare cercare sempre più spazio nei mezzi d’informazione per spiegare come il suo istituto scolastico sia immune da qualsiasi nefandezza, a cominciare dalla “intollerabile omofobia” della Caramico.
Peccato che la stessa solerzia da parte del preside non si sia vista quando lo scorso 18 giugno il quotidiano La Stampa ha dato la notizia dell’arresto del professor Andrea Fino, docente proprio del “Pininfarina” di Moncalieri, accusato di aver offerto soldi in cambio di rapporti sessuali con studenti minorenni. Fino era noto a tutti per l’impegno nel riconoscimento dei diritti per le coppie omosessuali, ed è stato pure coordinatore dell’edizione 2011 del “Gay Pride” torinese. Il pm Francesco Pelosi ha ricostruito vari episodi, elencati nell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal giudice per le indagini preliminari Ilaria Guarriello, e, nonostante il consueto riserbo degli inquirenti, è emerso che l’insegnante arrestato avesse contattato gli alunni della scuola attraverso Facebook. Ed è per questo motivo che gli investigatori hanno provveduto a sequestrare il computer e alcuni hard disc in casa del professore Fino.
Singolare fu, allora, la fretta del preside Stefano Fava nel tentativo di contenere l’impatto mediatico della vicenda, al punto da essere costretto a giustificare il suo low profile, al giornalista de La Stampa che gli chiedeva conto del suo atteggiamento decisamente cauto. Questa la sua giustificazione: «Nel 2013, un insegnante mi portò alcuni scambi di battute tratti da una conversazione avvenuta su Facebook tra Fino e uno studente, che aveva appena superato la Maturità, ma io non ho ravvisato nulla di scabroso, di osceno in quelle frasi. Mi sono sembrate battute, nulla di che preoccuparsi. Per questo, ho accantonato la questione». Davvero quello del caso del professor Fino sembra un altro preside. E il “Pininfarina” non parrebbe proprio quel paradiso terrestre che Stefano Fava pretende oggi di fa apparire.
Pubblicato ne "La Nuova Bussola Quotidiana" del 04/11/2014
COMUNICATO STAMPA SULLA VICENDA DELLA PROF. ADELE CARAMICO DELL’ITIS DI MONCALIERI
COMUNICATO STAMPA
Sulla vicenda della Prof. Adele Caramico dell’ITIS di Moncalieri
La professoressa Adele Caramico, insegnante di religione cattolica dell’I.T.I.S. di Moncalieri, al centro di una bufera mediatica per alcune affermazioni asseritamente omofobe, ha dato incarico ai legali dell’associazione Giuristi per la Vita di tutelare il proprio onore, la propria reputazione ed il proprio decoro personale e professionale.
La professoressa Caramico è stata, infatti, oggetto di una vergognosa campagna mediatica diffamatoria per aver dichiarato, su insistente domanda di un allievo, quanto segue: «Le persone omosessuali che vivono con sofferenza la loro condizione e desiderano cambiare - solo queste, e non altre categorie di persone omosessuali soddisfatte del loro orientamento - talora si rivolgono a terapisti che, con un accompagnamento insieme psicologico e spirituale, possono venire incontro al loro desiderio», citando un caso concreto di avvenuto recupero a sua diretta e personale conoscenza.
Del resto, la nota vicenda di Luca Di Tolve, l’attivista dell’Arcigay che, dopo i trent’anni, ha intrapreso un percorso psicologico, unito ad un cammino di fede, che lo ha portato a scoprire la gioia dell’amore per una donna e, poco dopo, il matrimonio, sta a dimostrare la fondatezza dell’assunto sostenuto dalla professoressa Caramico.
Ancora una volta siamo di fronte al pericoloso tentativo mistificatorio di sbattere il mostro in prima pagina, manipolando fatti e parole secondo la consolidata tecnica della disnformatija sovietica, in un pesante clima da “caccia all’omofobo”, che ricorda sempre più l’aria angosciante e sinistra che si respirava nell’America degli anni cupi del maccartismo.
IL PRESIDENTE
(Avv. Gianfranco Amato)
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UNIONI CIVILI, ASSOCIAZIONI GIURISTI PER LA VITA E PRO VITA ONLUS DENUNCIANO SINDACO MARINO
COMUNICATO STAMPA
Denuncia contro il Sindaco di Roma
UNIONI CIVILI, ASSOCIAZIONI GIURISTI PER LA VITA E PRO VITA ONLUS DENUNCIANO SINDACO MARINO
"I Giuristi per la Vita e l’Associazione Pro Vita Onlus hanno presentato alla competente Procura della Repubblica una denuncia per il reato di inosservanza dei provvedimenti dell’Autorità, previsto e punito dall’art. 650 del Codice Penale, contro il Sindaco di Roma Capitale, Ignazio Marino, e tutti i dirigenti, funzionari e impiegati della detta amministrazione comunale che, in violazione di quanto tassativamente disposto dal Ministro dell’Interno e dal Prefetto di Roma, hanno provveduto a trascrivere nei registri dello Stato Civile alcuni matrimoni contratti all’estero tra persone dello stesso sesso.
Quella del Sindaco Ignazio Marino rappresenta un’assurda ed eversiva sfida alle istituzioni: il Comune di Roma Capitale pretende di porsi al di sopra delle istituzioni e della legge. Siamo al cortocircuito istituzionale. cittadini. Un atteggiamento forse più interessante dal punto di vista mediatico ma non condivisibile dal punto di vista legale, in considerazione del fatto che un primo cittadino è anche organo locale dello Stato e, in materia di anagrafe civile, agisce quale ufficiale del Governo. Non si spiega fra l'altro la dichiarazione pubblica resa da Ignazio Marino secondo cui avrebbe personalmente provveduto alla trascrizione per «non esporre dipendenti comunali» ai rischi derivanti dall’adozione di atti illegittimi, a riprova della piena consapevolezza da parte del Sindaco di agire contro la legge. È a dir poco azzardato giocare con le istituzione per condurre personali lotte politiche o ideologiche.
Staremo a vedere ora come procederà l’Autorità Giudiziaria in questa surreale vicenda".
Lo dichiarano in una nota congiunta le associazioni Giuristi per la vita e Pro Vita Onlus.
IL PRESIDENTE
(Avv. Gianfranco Amato)
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COMUNICATO STAMPA - DIFFIDA A ORDINE PSICOLOGI LAZIO
COMUNICATO STAMPA - DIFFIDA A ORDINE PSICOLOGI LAZIO
Il Comitato Direttivo dei Giuristi per la Vita, anche nell’interesse dei soci, ha formulato una diffida nei confronti dell’Ordine degli Psicologi della Regione Lazio in persona del suo presidente dott. Nicola Piccinini, affinché pervenga a rettificare e prendere le dovute distanze, dalle affermazioni rese dal segretario dello stesso ordine, dr.ssa Paola Biondi.
La dr.ssa Biondi infatti avrebbe rilasciato una dichiarazione a nome dell’Ordine degli Psicologi Regione Lazio, del seguente espresso tenore: «Ancora una volta una variante naturale dell'orientamento sessuale come l'omosessualità viene equiparata a una patologia come la zoofilia. Ancora una volta assistiamo impotenti a uno degli episodi che tuttora, anno 2014, contribuiscono a creare l'humus culturale che porta a vivere l’omosessualità come una colpa di cui vergognarsi, rallentando così ogni progresso civile e sociale di integrazione e di valorizzazione delle diversità e favorendo quel clima di odio che porta al bullismo omofobico. Come Ordine degli Psicologi del Lazio esprimiamo solidarietà alle persone omosessuali che si sono sentite offese dalle parole di Gianfranco Amato. Allo stesso tempo ci poniamo però anche alcune domande sull'opportunità di organizzare eventi come questo, che rischiano di favorire un clima di intolleranza e di violenza che ha già causato delle vittime. Invitiamo dunque i colleghi e le colleghe che operano dentro le strutture sociali del territorio regionale, prima fra tutte le scuole, sia a contrastare attivamente l'omofobia anche nelle sue forme puramente declaratorie, promuovendo una cultura dell'uguaglianza e dell'integrazione, che a vigilare perché non vengano più invitate a dibattiti e iniziative di formazione persone che promuovono ignoranza e discriminazione».
La totale malafede della dr.ssa Bondi si rileva dal fatto che tutti i maggiori organi di stampa, ed in particolare la stessa agenzia ANSA del 22 ottobre 2014, abbiano in realtà riportato l’esatto tenore di quanto affermato dall’avvocato Amato e rimarcato nel comunicato stampa dei Giuristi per la vita: «Il sentimento non può essere il solo fattore da considerare per definire il matrimonio. Occorre, infatti, tener conto di altri aspetti, come la bipolarità sessuale, la finalità procreativa, quella educativa, eccetera. Matrimonio e famiglia sono concetti che non possono essere oggetto di manipolazione giuridica. Se, infatti, si lasciasse decidere al parlamento cosa è un matrimonio o una famiglia, e si utilizzasse il solo criterio del sentimento, allora si potrebbe arrivare al paradosso di definire matrimonio come l’unione di cinque donne legate tra loro da un rapporto di reciproco amore, o di tre donne e tre uomini, o addirittura di un uomo e un cane, se si tiene conto dell'elemento affettivo che lega gli uomini agli animali».
Le diffamatorie esternazioni di cui sopra, sono state prontamente cavalcate da alcuni siti web e poi diffuse capillarmente, anche tramite i social network, con titoli roboanti quali: “L'Ordine degli Psicologi contro i Giuristi per la vita: «Promuovono ignoranza e discriminazione»” (http://gayburg.blogspot.it) ovvero “Omosessualità paragonata a zoofilia al Liceo Cavour. L’ira dell’Ordine degli psicologi” (http://newsgo.it).
Si attendono, pertanto, le dovute rettifiche e pronte scuse verso l’associazione, i soci, ed in particolare il presidente avvocato Gianfranco Amato. Entro giorni sette.
Associazione Giuristi per la Vita, per il Comitato direttivo e i soci
Consigliere autorizzato, Avv. Filippo Martini
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COMUNICATO STAMPA SUI FATTI DEL LICEO CAVOUR DI ROMA
COMUNICATO STAMPA
sui fatti del Liceo Cavour di Roma
Il confronto svoltosi il 20 ottobre 2014 tra il Presidente dei Giuristi per la Vita, Avv. Gianfranco Amato, e l’on. Ivan Scalfarotto presso il Liceo Scientifico Cavour di Roma ha lasciato una velenosa coda polemica nata dall’accusa, tanto infondata quanto risibile, lanciata dallo stesso onorevole Scalfarotto secondo cui «l’avvocato Amato ha equiparato gli omosessuali agli animali».
La ridicola enormità di tale affermazione sarebbe bastata da sola a rendere evidente l’impossibilità di una sua pronuncia nei termini lamentati.
Questo è, in realtà, il tenore e il contesto dell’affermazione fatta dal Presidente dei Giuristi per la Vita, e correttamente riportata solo da alcuni giornali, tra cui il Corriere della Sera: «Il sentimento non può essere il solo fattore da considerare per definire il matrimonio. Occorre, infatti, tener conto di altri aspetti, come la bipolarità sessuale, la finalità procreativa, quella educativa, eccetera. Matrimonio e famiglia sono concetti che non possono essere oggetto di manipolazione giuridica. Se, infatti, si lasciasse decidere al parlamento cosa è un matrimonio o una famiglia, e si utilizzasse il solo criterio del sentimento, allora si potrebbe arrivare al paradosso di definire matrimonio come l’unione di cinque donne legate tra loro da un rapporto di reciproco amore, o di tre donne e tre uomini, o addirittura di un uomo e un cane, se si tiene conto dell'elemento affettivo che lega gli uomini agli animali».
Il ragionamento, peraltro, non è nuovo e neppure originale, visto che da tempo viene utilizzato nella discussione circa l’ammissibilità del matrimonio tra persone omosessuali.
Lo stesso Mario Adinolfi, compagno di partito dell’on. Scalfarotto, del resto, nel suo noto saggio intitolato “Voglio la Mamma”, ha elaborato questa ineccepibile riflessione: «Se il matrimonio è solo un timbro pubblico sul proprio amore e “davanti all’amore lo Stato non può imporre a nessuno come comportarsi”, al momento dovessimo ammettere la rottura del principio sacro per millenni che il matrimonio è l’unione tra un uomo e una donna, perché limitarci a rendere legale e matrimoniale solo il rapporto tra due donne o due uomini? Perché non accettare che ci si possa amare in tre? O in quattro? Se un bambino riceve amore uguale a quello di una madre e di un padre da due papà, perché non da quattro? O da tre papà e una mamma? O dal papà che ama tanto il proprio cane e vuole che la sua famiglia sia composta dal papà, dal cane e dal bambino ottenuto da una madre surrogata? Il cane dimostra tanto affetto verso il bimbo, quasi gli somiglia. Se rompiamo la sacralità del vincolo matrimoniale tra uomo e donna, ogni rapporto “stabile” potrà alla lunga trasformarsi in matrimonio, sarà un diritto incontestabile. Con conseguenze inimmaginabili. Non a caso in Italia un parlamentare del Movimento Cinque Stelle, Carlo Sibilia, ha avanzato l’ipotesi di un proposta di legge che estenda la possibilità di contrarre vincolo matrimoniale tra due uomini, tra due donne o anche tra più persone senza vincolo di numero e genere, addirittura tra specie diverse. Qualcuno ha irriso il deputato Sibilia, ma dal punto di vista strettamente logico i suoi argomenti sono inappuntabili».
IL VERO VOLTO DI SCALFAROTTO
Convocazione Assemblea di Istituto - Liceo Scientifico Cavour - Roma
Il giorno 20 ottobre 2014 è autorizzata l’Assemblea di Istituto per discutere del seguente o.d.g.: l’omofobia e il DDL Scalfarotto. Le adozioni da parte di coppie omosessuali.
CRONACA DI UN INCONTRO
di Gianfranco Amato
Cominciamo dall’inizio.
Che il clima fosse ostile e prevenuto stava nelle cose ed era ampiamente preventivato. Non mi hanno neppure stupito più di tanto gli atteggiamenti provocatori di alcune coppie di ragazze sedute nelle prime file, che con evidente aria di sfida si sono baciate tra di loro davanti a me. Non sono riuscito a prendermela, perché ho provato per loro una profonda e sincera pena!
Scalfarotto ha esordito presentando il suo ddl in tono disneyano, tutto all’insegna di uno sdolcinato sentimentalismo e facendo esclusivamente leva sull’emotività dei partecipanti. Di giuridico non c’è stato nulla di nulla.
Alla mia consueta raffica di obiezioni, non ha fatto seguito alcuna reale replica.
Sull’assenza della definizione del concetto di omofobia, nessuna risposta.
Sul celebre editoriale di Piero Ostellino, Scalfarotto, invece, mi ha stupito perché ha massacrato il povero giornalista con una veemenza, un astio e un disprezzo del tutto inaspettati (meno male che sono contro l’odio).
Sulla circolare del Crown Prosecution Service (quella per cui si deve considerare omofobo un atto percepito come tale dalla vittima o da un terzo soggetto), sui rischi della genericità del concetto di “odio” secondo il modello britannico di “hate speech”, e su quanto accaduto in Gran Bretagna (arresto dei predicatori di strada, ed episodi di eterofobia), nessuna risposta, tranne sostenere quanto segue: “Avvocato, Lei è ridicolo perché presenta la Gran Bretagna come un Paese illiberale, mentre i nostri giovani sognano di trasferirsi lì perché è la terra della libertà e del progresso. Magari noi potessimo diventare come il Regno Unito”. Evidentemente per Scalfarotto non conta nulla il principio contra factum non valet argumentum.
Sul rischio dello “psicoreato” orwelliano perché si puniscono i motivi, nessuna risposta.
ROVERETO: PRESENTATO ESPOSTO AL MINISTRO DELL'INTERNO PER L'AGGRESSIONE SUBITA DALLE "SENTINELLE IN PIEDI"
COMUNICATO STAMPA
I Giuristi per la Vita e Pro Vita Onlus hanno inoltrato al Ministro dell’Interno un esposto sui fatti accaduti a Rovereto domenica 5 ottobre 2014 nel corso della manifestazione organizzata dal movimento “Sentinelle in Piedi”.
Nell’esposto è stato chiesto al Ministro dell’Interno di voler avviare un’inchiesta interna per accertare se nei fatti suesposti siano ravvisabili gravi negligenze ed omissioni da parte delle competenti forze dell’ordine.
Si è chiesto, in particolare, di accertare le cause che hanno determinato:
(a) una grave sottovalutazione del pericolo – paventato dagli stessi manifestanti già al momento della richiesta di autorizzazione dell’iniziativa – derivante da possibili atti di violenza e sopraffazione da parte di gruppi organizzati di aggressori;
(b) una mancata azione preventiva atta a scongiurare l’epilogo criminale delle aggressioni, peraltro ben prevedibile anche alla luce di quanto accaduto in
precedenti manifestazioni dello stesso movimento Sentinelle in Piedi tenutesi a Trento e nel resto d’Italia;
(c) una mancata presenza all’inizio della manifestazione di un numero di agenti in grado di impedire l’assalto dei gruppi aggressori e la commissione di reati da parte di questi ultimi;
(d) un grave e ingiustificato ritardo nell’intervento delle forze di polizia, giunte sul luogo della manifestazione circa venti minuti dopo la conclusione dell’azione incursiva di natura squadrista da parte dei gruppi organizzati di aggressori.
Si è chiesto, infine, al Ministro dell’Interno di voler, comunque, diramare specifiche disposizioni alle competenti autorità di pubblica sicurezza del territorio nazionale, affinché vengano adottare più adeguate ed idonee misure di prevenzione per garantire la sicurezza e l’incolumità dei cittadini durante l’esercizio del diritto di riunione e di manifestazione, garantito e tutelato dall’art. 17 della Costituzione repubblicana.
IL PRESIDENTE
(Avv. Gianfranco Amato)
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