EMPOLI: LA REPLICA DEI GIURISTI PER LA VITA E DI PRO VITA ONLUS AL COMUNICATO DI ANDDOS: "L'ESPOSTO CONTRO IL SINDACO E' FONDATO"
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- Pubblicato Giovedì, 02 Ottobre 2014 16:10
I Giuristi per la Vita e l’Associazione Pro Vita Onlus hanno appreso del comunicato stampa emanato da ANDDOS (Associazione nazionale contro le discriminazioni da orientamento sessuale) circa l’asserita infondatezza dell’esposto inoltrato al Ministro dell’Interno e al Prefetto di Firenze contro il decreto del Sindaco di Empoli che autorizza la trascrizione dei matrimoni stipulati all’estero tra coppie omosessuali, si fa presente quanto segue.
Poche parole meritano di essere spese in merito alle considerazioni dell’Associazione ANDDOS. Spiace che abbiano perso del tempo per tentare di elaborare una tesi indifendibile. Sulla vicenda di Empoli, molto semplicemente, consigliamo ai rappresentanti della predetta Associazione di leggere attentamente la lettera che il Prefetto di Firenze ha inviato al Sindaco Brenda Barnini, nella quale è stata evidenziata l’illegittimità del provvedimento adottato, di cui è stato chiesto l’annullamento.
Il Ministero dell’Interno, contattato sul tema dai Giuristi per la Vita, ha ufficialmente comunicato che a giorni verrà diramata a tutti i Sindaci d’Italia una puntuale circolare in cui sarà definitivamente ribadita l’illegittimità giuridica della trascrizione dei matrimoni di coppie omosessuali stipulati all’estero, e si potrà finalmente chiudere questa inutile farsa demagogica.
EMPOLI: MATRIMONI GAY ALL’ESTERO, PER ANDDOS “INFONDATO IL RICORSO DEI ‘GIURISTI PER LA VITA’ CONTRO LA LORO TRASCRIZIONE”
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- Pubblicato Giovedì, 02 Ottobre 2014 16:02
“Il 15 settembre 2014 il Sindaco di Empoli, con il Decreto n. 33, ha deciso di autorizzare la trascrizione nei registri dello stato civile i matrimoni same sex. Questa decisione segue quella dei Comuni di Grosseto, Fano, Napoli, Bologna e, siamo certi, precede altri sindaci illuminati che opteranno per la stessa assennata scelta. Tuttavia, sacche di resistenza conservatrici, un po’ in tutta Italia hanno iniziato una guerra ideologica.
E’ questo il caso, per esempio, dell’associazione “Giuristi per la Vita”, un gruppo di giuristi che, probabilmente questo vorrebbe evocare il nome, si contrappongono fieramente ai movimenti “per la morte” Codesto gruppo ha presentato un esposto al Ministero dell’Interno e al Prefetto di Firenze proprio contro il predetto decreto del Sindaco di Empoli con il quale intendono contrastare un provvedimento “di natura puramente demagogica emesso a seguito del clamore mediatico sollevato da un analogo estemporaneo provvedimento emanato dal Sindaco di Bologna”. Ci piace rispettare ogni diversa opinione, purtuttavia è davvero dura lasciarci scivolare addosso una dichiarazione “politica”, niente affatto giuridica, che vorrebbe declassare a mero rumore di fondo un provvedimento fondato su solide osservazioni giuridiche. Dimentica, tale associazione, che la Convenzione Europea dei Diritto dell’Uomo definisce il matrimonio come un diritto (art. 12) e dimentica, che, secondo la sentenza del 24.06.2010 della Corte Europea dei diritti dell’Uomo, il matrimonio non può essere limitato alle sole persone dello stesso sesso.
ATHANASIUS SCHNEIDER: L'ODORE DELLE PECORE
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- Pubblicato Mercoledì, 24 Settembre 2014 12:57
di Gianfranco Amato
Una certa vulgata tende a spacciare il fatto che i Pastori della Chiesa cattolica siano tutti silenziati. Non è proprio così. Qualcuno di essi continua a riconoscere le proprie pecore dal loro odore, si ostina a non temere i lupi, ed è, anzi, pronto a combatterli agitando contro di essi il proprio vincastro. Uno di questi Pastori è certamente S.E. Rev.ma Mons. Athanasius Schneider, Vescovo Ausiliare dell’Arcidiocesi di Santa Maria di Astana. Basta leggere alcune sue dichiarazioni rilasciate in un’intervista a Sarah Atkinson, giornalista indipendente ed editore della rivista Mass of Ages. Meritano davvero di essere riportate. «L’esperienza dell’ex Unione Sovietica mi ha fatto vivere sulla pelle cosa significhi essere perseguitati e testimoniare che sei cristiano. Siamo una minoranza. Siamo circondati da un mondo pagano molto crudele. La tentazione e la sfida di oggi può essere paragonata a quella dei primi secoli. Ai cristiani veniva chiesto di accettare il mondo pagano e di mostrare ciò mettendo un grano di incenso nel fuoco di fronte alla statua dell’imperatore o di un idolo pagano. Ma questa era idolatria e nessun buon cristiano gettò alcun grano d’incenso. Preferirono dare le proprie vite, persino i bambini, i laici che erano perseguitati diedero le loro vite. Sfortunatamente nei primi secoli c’erano membri del clero e persino vescovi che gettarono grani d’incenso di fronte alla statua dell’imperatore o di un idolo pagano o che consegnarono i libri della Sacra Scrittura per essere bruciati. Questi cristiani collaborazionisti e chierici venivano chiamati a quei tempi “thurificati“ o “traditores“.
Ora, ai nostri giorni la persecuzione è più sofisticata. Ai cattolici o al clero non è chiesto di bruciare incenso ad un idolo. Sarebbe solo un banale gesto materiale. Ora, il mondo neo-pagano vuole che sostituiamo le nostre idee con le loro, come sta avvenendo, ad esempio, con la dissoluzione del sesto comandamento divino, col pretesto della misericordia. Se alcuni membri del clero e i vescovi iniziano a collaborare con il mondo pagano oggi per la dissoluzione del sesto comandamento e nella revisione del modo in cui Dio creò uomo e donna, allora essi sono traditori della fede, stanno partecipando, in definitiva, ad un sacrificio pagano.
LA DEMAGOGIA DELLE REGIONI SULLA FECONDAZIONE ETEROLOGA
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- Pubblicato Mercoledì, 24 Settembre 2014 12:49
Primo sì alle linee guida per disciplinare la fecondazione eterologa, che sarà gratuita o dietro pagamento del ticket, prevista cioè nei Livelli essenziali di assistenza (Lea), ma con dei paletti rispetto all’età delle donne riceventi, che devono essere in età potenzialmente fertile (fino ai 43 anni). Su questo e altri punti, tecnici e funzionari regionali hanno trovato un accordo nel documento tecnico che giovedì sarà presentato alla Conferenza Stato-Regioni, convocata in via straordinaria anche per discutere dell’attuazione della procedura dopo la sentenza della Corte Costituzionale che ha abolito il divieto previsto dalla legge 40. Le Regioni sarebbero orientate all’introduzione dell‘eterologa gratuita nelle strutture pubbliche, un argomento su cui però il confronto è ancora acceso. Il costo della procedura
di Francesco Mario Agnoli
Dopo tutte le polemiche, le notizie di stampa e i dibattiti televisivi nessuno ignora cos'è la fecondazione eterologa, di recente sdoganata dalla Corte costituzionale con la sentenza n 162/2014, che ha dichiarato incostituzionale la norma della legge n. 40 del 19/2//2004, che la vietava, autorizzando soltanto l'omologa, che si ha quando i gameti (il seme e l'ovulo) utilizzati nella fecondazione artificiale o “in vitro” (FIV) appartengono alla coppia di genitori del nascituro. La Corte ha ritenuto che la scelta di una coppia sterile di avere figli attraverso l'eterologa (cioè con l'utilizzo di gameti provenienti da un estraneo) sia “espressione della fondamentale e generale libertà di autodeterminarsi” sicché non può essere vietata soprattutto in un ordinamento giuridico che, appunto con la legge 40, consente alle coppie sterili di fare ricorso alla fecondazione assistita.
I problemi posti dall'eterologa sono ben più gravi di quelli economici. Riguardano la psicologia e la sociologia. Coinvolgono principi fondamentali della convivenza umana e di civiltà. Forse metterà conto di occuparsene in altra occasione anche se già numerosissimi sono gli scritti, di diverso spessore, quantitativo e qualitativo, su tali aspetti. In questa sede ci si tiene terra-terra, limitandosi al più volgare (ma non per questo trascurabile) dei problemi: quello economico.
C'È UN GIUDICE A MILANO: RESPINTO IL MATRIMONIO GAY
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- Pubblicato Domenica, 07 Settembre 2014 23:28
Per ogni magistrato “creativo”, quando non eversivo, che ama lasciarsi sedurre dalle luci della ribalta straziando le norme, ve ne sono tantissimi, (la stragrande maggioranza, per nostra fortuna), che silenziosamente svolgono il proprio dovere. Cominciando dal primo dei doveri, ovvero quello di rispettare e far rispettare la legge.
Prendiamo l’esempio del celebre precedente di Grosseto, ossia il decreto del Tribunale maremmano che aveva autorizzato la trascrizione di un matrimonio omosessuale contratto all’estero. Un’evidente errore giudiziario, peraltro giustamente impugnato dal pubblico ministero, che l’abile propaganda massmediatica ha trasformato, per l’opinione pubblica, in un coraggioso gesto di supplenza della politica ignava, un epocale traguardo di civiltà volto a spalancare le porte al riconoscimento dei matrimoni gay stipulati all’estero. L’enfasi aveva persino contagiato la politica locale con il sindaco di Grosseto pronto a dare esecuzione al provvedimento, registrando il matrimonio all’anagrafe, e grato alla Provvidenza per essersi potuto intestare il primato. Nessuno ha poi detto, però, che in tutti gli altri Tribunali d’Italia si continua ad applicare la legge, respingendo le inopinate richieste di trascrizione provenienti da coppie omosessuali.
É il caso di uno dei tribunali più importanti d’Italia, ovvero quello di Milano. La sezione IX civile di quell’Ufficio giudiziario ha in materia una consolidata giurisprudenza. Ne fa fede l’ultimo decreto emesso lo scorso 17 luglio, con cui è stato confermato che Il matrimonio tra persone dello stesso sesso celebrato all’estero non è trascrivibile nei registri dello Stato Civile in Italia. Il provvedimento è talmente ben motivato che merita di essere integralmente letto: clicca qui.
LA RESPONSABILITÀ CIVILE DEI GIUDICI È UN'URGENZA
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- Pubblicato Lunedì, 01 Settembre 2014 23:14
Che la nostra non sia più una repubblica parlamentare ma una repubblica giudiziaria è un dato di fatto scontato. Da tempo ormai, grazie alla cosiddetta “giurisprudenza creativa”, l’ordinamento giuridico italiano conosce la nuova figura del giudice-legislatore.
La ragione posta a fondamento di questa invasione di campo è sempre stata la presunta inerzia del legislatore. Nell’immaginario collettivo è stata indotta l’idea di una solerte magistratura costretta – suo malgrado – ad esorbitare i propri poteri per supplire alla politica fannullona. Questo, però, fino all’altro ieri. Con la sentenza del Tribunale dei Minori di Roma n.299 del 30 agosto 2014 che ha autorizzato la prima adozione ad una coppia di lesbiche, infatti, la magistratura ha varcato il Rubicone. Il salto qualitativo sta nella differenza tra “creare” e “violare”. Sì, perché come è stato ben illustrato in questo giornale dagli ottimi interventi di Tommaso Scandroglio e Alfredo Mantovano, nel caso in questione una norma chiara e inequivoca esiste ed è l’art. 44 della legge sull'adozione del 4 maggio 1983, n. 184, come modificata dalla legge 149 del 2001, il quale non consente l’iniziativa assunta dai magistrati romani. In questo caso, infatti, i giudici non hanno tenuto conto della circostanza che il minore non fosse orfano né di madre né (a quanto pare) di padre, ed hanno allegramente disatteso la disposizione sull’affidamento preadottivo prevista dalla lettera d) del citato art.44. Con buona pace degli interessi dello stesso minore sacrificati, ancora una volta, ai desideri degli adulti.