QUEL MATRIMONIO NON S’HA DA REGISTRARE (E MOLTI SINDACI, HANNO DISOBBEDITO ALLA LEGGE) !
di Filippo Martini
Con la sentenza numero 4547 del 8-10 / 26-10 2015 il Consiglio di Stato (qui il testo integrale della sentenza) ha messo la parola fine alla querelle relativa alla trascrizione dei matrimoni tra persone dello stesso sesso contratti all’estero. La vicenda è nota alle cronache.
Accadeva che nel 2014 e a seguire, alcuni sindaci, divenuti in seguito molti sindaci, pervenivano a trascrivere nei registri dello stato civile i matrimoni contratti all’estero tra persone dello stesso sesso che ne facevano richiesta.
In particolare, tra i tanti rammentiamo i casi di Empoli, quello di Bologna in cui addirittura il sindaco Virginio Merola, nel proprio comunicato stampa, poneva in essere una sorta di formale atto di “disobbedienza” civile affermando che “Con provvedimento notificato il 3 novembre 2014, il Prefetto di Bologna ha disposto l’annullamento degli atti di trascrizione di nozze contratte all’estero tra persone dello stesso sesso, e ha ordinato al Sindaco di provvedere alla cancellazione dal registro dei matrimoni. Il Sindaco non cancellerà nessuno degli atti trascritti, e risponderà al Prefetto affinché provveda lui al concreto annullamento” (sic !) .
Sicuramente il caso più eclatante a livello mediatico fu quello relativo al comune di Roma il cui sindaco, Ignazio Marino, perveniva a trascrivere nello stesso giorno e in una sorta di pubblica cerimonia ufficiale, ben sedici di queste unioni.
E' NATA LA COMMISSIONE SCIENTIFICA PER LA FAMIGLIA
COMUNICATO STAMPA
COSTITUZIONE DELLA COMMISSIONE SCIENTIFICA PER LA FAMIGLIA
21 ottobre 2015 – In seguito a un lungo lavoro di rete con la società civile e un’attenta osservazione delle posizioni politico-istituzionali in materia di diritti civili di bambini, donne e uomini, un gruppo di tecnici ha costituito la Commissione Scientifica per la Famiglia.
La Commissione prenderà in esame la produzione discorsiva sul concetto di ‘gender’ in ambito culturale, mass-mediatico e informativo, politico, giuridico, legislativo e psicologico. Le analisi verranno condotte alla luce degli studi sull’Uomo e sul suo sviluppo psico-fisico e antropologico con lo scopo di produrre informazione scientifica multi e inter disciplinare sulle teorie gender o di genere e sulle ricadute che l’applicazione di queste teorie ha sull’istituzione familiare e sull’identità della persona. Lo spirito è quello di fornire risposte e indicazioni ai cittadini e ai loro rappresentanti politici in materia di salvaguardia e protezione della famiglia, quale unica istituzione preposta all’evoluzione dell’umanità e all’educazione dei bambini, istituzione che in questo modo contribuisce alla stabilità del tessuto sociale.
La Commissione è apartitica. I membri della Commissione sono professionisti selezionati in base alla comprovata conoscenza nella propria area disciplinare, nonché alla loro adesione alle finalità del gruppo. Segue un elenco dei nomi in ordine alfabetico.
Deborah Agostini, biologa e ricercatrice universitaria;
Chiara Atzori, medico infettivologo;
Alessandro Benigni, filosofo;
Giovanni Bonini, medico pediatra;
Tonino Cantelmi, psichiatra e psicoterapeuta, presidente AIPPC;
Carla Debbia, medico pediatra;
Giuseppe Di Mauro, medico pediatra, presidente SIPPS;
Massimo Gandolfini, neurochirurgo e psichiatra;
Gilberto Gobbi, psicologo e psicoterapeuta;
Roberto Marchesini, psicologo e psicoterapeuta;
Gianluca Marletta, antropologo e saggista;
Giuseppe Noia, ginecologo specialista in medicina fetale;
Valentina Peloso Morana, psicologa e psicoterapeuta;
Enzo Pennetta, biologo e saggista;
Enrica Perucchietti, filosofa e giornalista;
Renzo Puccetti, medico internista e bioeticista;
Lucia Ravenna, psicologa;
Giancarlo Ricci, psicanalista e saggista;
Giorgio Ricci, professore ordinario di biochimica;
Paolo Scapellato, docente universitario di psicologia clinica;
Giovanni Stelli, filosofo;
Claudio Valisi, filosofo e insegnante di scuola secondaria.
I tecnici sono affiancati da un pool di avvocati composto da: Gianfranco Amato, avvocato cassazionista, presidente Giuristi Per La Vita; Lorenzo Borrè, avvocato cassazionista; Monica Boccardi, avvocato cassazionista e mediatore professionista, Giuristi Per La Vita; Tomas Delmonte, avvocato familiarista; Giancarlo Cerrelli, avvocato cassazionista e canonista, segretario nazionale del Comitato Sì alla Famiglia; Maristella Paiar, avvocato cassazionista e civilista, Giuristi Per La Vita; Piercarlo Peroni, avvocato penalista.
Portavoce: Massimo Gandolfini.
Ufficio stampa: Daniela Bandelli, ricercatrice sociale e giornalista pubblicista; Silvio Brachetta, giornalista pubblicista settore teologia.
Email: stampa @ commissionefamiglia.it
Sito web: www.commissionefamiglia.it
Saluto del Sindaco di Ficarazzi alla conferenza dell'avv. Gianfranco Amato
Saluto del Sindaco di Ficarazzi avv. Paolo Francesco Martorana all'incontro tenuto dall'avv. Gianfranco Amato a Ficarazzi (Palermo) il 18 ottobre 2015.
Saluto del Sindaco di Villabate alla conferenza dell'avv. Gianfranco Amato
Saluto del Sindaco di Villabate dott. Vincenzo Oliveri, già Presidente della Corte di Appello di Palermo, all'incontro tenuto dall'avv. Gianfranco Amato a Ficarazzi (Palermo) il 18 ottobre 2015.
Saluto del Sindaco di Arezzo alla conferenza di Gianfranco Amato
Intervento del sindaco di Arezzo, Alessandro Ghinelli, alla conferenza tenuta dall'Avv. Gianfranco Amato in questa città il 17 settembre 2015, dal titolo: “Sarà ancora possibile dire mamma e papà? La famiglia al tempo del gender“.
Saluto del Sindaco di Ascoli Piceno alla conferenza dell'avv. Gianfranco Amato
Intervento del Sindaco di Ascoli Piceno, Guido Castelli, al pubblico incontro tenuto dall'avv. Gianfranco Amato, presidente nazionale dell'Associazione Giuristi per la Vita, sui pericoli che corrono la famiglia naturale e la società a causa dell'"Ideologia del Gender". L'evento, voluto dalla Consulta per la Famiglia di Ascoli Piceno con il patrocinio dell'Amministrazione Comunale, si è svolto il 16 settembre 2015
TGR – RAI Molise: servizio del 6 ottobre 2015
Servizio estratto dal Telegiornale Regionale di Rai Molise delle ore 14:00 sulla conferenza tenuta dall'Avv. Gianfranco Amato, il 5 ottobre 2015, a Campobasso, dal titolo: "La verità sul Gender"
TGR – RAI Marche: servizio del 5 ottobre 2015
Servizio estratto dal Telegiornale Regionale di Rai Marche delle ore 14:00 sulla conferenza tenuta dall'Avv. Gianfranco Amato, il 3 ottobre 2015, a Jesi, dal titolo: "Gender: rottura d'identità?"
Don Leonardo Pompei cita l'avvocato Amato durante l'omelia di domenica 27 settembre 2015
Estratto dall'omelia del 27 settembre 2015, Chiesa di San Michele Arcangelo, Borgo San Michele - Latina, all'indomani della Conferenza tenuta dall'Avv. Gianfranco Amato, dal titolo “Teoria del gender: invenzione o realtà"
Saluto alla Festa della Famiglia dell'Area Grecanica
Saluto dell'avvocato Gianfranco Amato ai partecipanti della "Festa della Famiglia dell'Area Grecanica" svoltasi a Condofuri il 27 settembre 2015
All'Avv. Gianfranco Amato il Premio Internazionale all’Impegno Sociale 2015, intitolato alla memoria dei giudici martiri Rosario Livatino, Antonino Saetta e Gaetano Costa
COMUNICATO STAMPA
Conferito all'Avv. Gianfranco Amato il Premio Internazionale all’Impegno Sociale 2015,
intitolato alla memoria dei giudici martiri Rosario Livatino, Antonino Saetta e Gaetano Costa
E’ stato conferito all’avvocato Gianfranco Amato, Presidente dei Giuristi per la Vita, il Premio Internazionale all’Impegno Sociale 2015, intitolato alla memoria dei giudici martiri Rosario Livatino, Antonino Saetta e Gaetano Costa.
Si tratta di un particolare riconoscimento a coloro che si battono, con sacrificio e rischio personale, per un impegno sociale improntato ai valori della vita, della giustizia, della verità e della fede, in difesa della legalità, del rispetto delle regole, della divulgazione di un’informazione libera e corretta. La cerimonia del conferimento del Premio è avvenuta il 21 settembre 2015 – data della barbara uccisione del giudice Rosario Livatino per cui è in corso un processo di beatificazione – nell’ambito del XXI Memorial “Rosario Livatino, Antonino Saetta e Gaetano Costa”, presso il Teatro Sciascia di Aci Bonaccorsi (CT).
Prima del Presidente dei Giuristi per la Vita hanno ritirato il premio importanti personalità, quali Angiolo Pellegrini Generale dell’Arma dei Carabinieri, che è stato Comandante della Sezione Antimafia a Palermo dal 1981 al 1985, autore del libro “Noi uomini di Falcone”, il dott. Corrado Lembo, Procuratore Capo del Tribunale di Salerno, Angelo Jannone, ex Colonnello del ROS e collaboratore di Giovanni Falcone nelle indagini sul patrimonio di Totò Riina, nonché da due anni infiltrato all’estero in organizzazioni di narcotrafficanti colombiani legati ai clan camorristi, e autore del libro “Aspettando giustizia”, il dott. Salvatore Scalia, Procuratore Generale della Repubblica presso il Tribunale di Catania.
Questa la motivazione del Premio assegnato all’avvocato Gianfranco Amato: «Perché alla luce di un martirio in nome della giustizia, si operi sempre nel timore di DIO, nel rispetto dell’uomo, con amore, dignità, solidarietà, scrupolo e serietà per un reale impegno sociale che affermi Valori e Ideali limpidissimi, affinché davanti a DIO PADRE possiamo un giorno dire “abbiamo amato la giustizia e difeso il giusto, l’indifeso e il povero, cercato la pace, amato tutti, reso migliore il mondo di come l’abbiamo trovato”».
I Giuristi per la Vita esprimono piena e viva soddisfazione per il riconoscimento del premio, e ringraziano il loro carissimo e stimato Presidente per la testimonianza e l’impegno.
Per il comitato direttivo e tutti i soci
Avv. Filippo Martini
FAMIGLIA, SCUOLA, SOCIETÀ: LE NUOVE SFIDE ANTROPOLOGICHE ED EDUCATIVE
Registrazione dell'incontro con l'avv. Gianfranco Amato del 15 settrembre 2015 a Sommacampagna (VR)
Padre Livio commenta a Radio Maria: "Contro l’ideologia gender a scuola, 7 pratici consigli ai genitori"
Dai microfoni di Radio Maria, Padre Livio commenta l'articolo di Gianfranco Amato pubblicato, il 3 settembre 2015, da "la Croce Quotidiano".
CONTRO L’IDEOLOGIA GENDER A SCUOLA, 7 PRATICI CONSIGLI AI GENITORI
di Gianfranco Amato
Settembre è un mese generalmente triste. Non solo perché è legato alla fine del sogno estivo, ma anche perché coincide con l’inizio delle attività scolastiche. Quest’anno, però, il ritorno sui banchi rappresenta un cruccio anche per i genitori degli studenti. La preoccupazione stavolta ha un nome inglese: gender. Molti si chiedono se e come verrà realizzata anche nelle scuole italiane quella pericolosa forma di «sperimentazione educativa» sulla teoria gender, duramente condannata da Papa Francesco. Anche le nostre scuole rischiano davvero di trasformarsi in «campi di rieducazione che ricordano gli orrori della manipolazione educativa delle dittature genocide del XX secolo» e la «colonizzazione ideologica della Gioventù Hitleriana», come ha denunciato il Santo Padre?
Vediamo di fare un po’ di chiarezza. Il problema oggettivamente esiste: c’è un reale e concreto pericolo che si allarghi il numero di istituti scolastici che intendono introdurre corsi ispirati alla teoria gender. Di fronte a questo rischio, occorre che i genitori reagiscano in maniera razionale, lucida e serena. Non servono inutili allarmismi, ma occorre vigilanza nel prevenire e coraggio nel denunciare.Per questo riteniamo utile fornire ai genitori degli studenti sette consigli semplici e pratici, per poter affrontare in maniera concreta e operativa la questione.
Primo. Sarebbe bene che genitori inviassero ai dirigenti scolastici una lettera con cui chiedere di essere dettagliatamente informati per iscritto su eventuali progetti relativi all’educazione sessuale ed affettiva, all’identità di genere, o comunque connessi a forme di propaganda ideologica omosessualista, subordinando la partecipazione del proprio figlio minore ad un consenso scritto. L’informazione della scuola dovrà riguardare, in particolare, il programma e il contenuto delle relative attività didattiche, i materiali e sussidi utilizzati, la data, l’ora e la durata di tali attività, e ogni informazione necessaria a identificare le persone e gli enti coinvolti nella organizzazione, al fine di valutarne anche i titoli. La richiesta dei genitori si può inviare mediante lettera raccomandata con ricevuta di ritorno, o attraverso posta elettronica certificata, oppure depositandola direttamente nella segreteria della scuola.
LA TEORIA GENDER NELLA “BUONA SCUOLA”: BISOGNA VIGILARE
di Monica Boccardi
Si rincorrono voci, sui social network, ora allarmistiche, ora tranquillizzanti, di denuncia e di negazione dell’esistenza di un “rischio gender” nei programmi scolastici a venire.
Appare dunque necessario fare chiarezza e comprendere che cosa sia accaduto, a livello legislativo, per far scattare questo allarme.
La legge, chiamata dal Governo “La Buona Scuola”, contraddistinta dal numero 107 è stata approvata in data 13 luglio 2015 e pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n.162 del 15.7.2015.
È dunque entrato in vigore anche il tanto paventato e osteggiato comma n. 16 che recita:
«Il piano triennale dell’offerta formativa assicura l’attuazione dei principi di pari opportunità promuovendo nelle scuole di ogni ordine e grado l’educazione alla parità tra i sessi, la prevenzione della violenza di genere e di tutte le discriminazioni, al fine di informare e di sensibilizzare gli studenti, i docenti e i genitori sulle tematiche indicate dall’articolo 5, comma 2, del decreto‐legge 14 agosto 2013, n. 93, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 ottobre 2013, n. 119, nel rispetto dei limiti di spesa di cui all’articolo 5‐bis, comma 1, primo periodo, del predetto decreto‐legge n. 93 del 2013».
In sé e per sé, la dizione appare del tutto innocua e priva di riferimenti a lezioni di educazione sessuale secondo i noti e perniciosi Standard europei OMS, oppure orientate alle paventate destrutturazioni di genere, ovvero comunque coinvolgenti tematiche che vadano a toccare la moralità e la fede personale dei genitori che desiderano trasmetterla ai figli.
In realtà, la legislazione in questo campo, come ultimamente accade troppo spesso, è composta da una serie di scatole cinesi che, attraverso rinvii ad altre leggi che rimandano ad altri provvedimenti legislativi, fa girare la testa al giurista… figuriamoci al cittadino medio.
IL GENDER NELLA "BUONA SCUOLA" C'È ECCOME
di Gianfranco Amato
Esiste o no un riferimento al “gender” nella legge sulla cosiddetta “Buona Scuola”? Cerchiamo di rispondere a questa che pare essere la domanda del momento.
Il pericolo gender, in realtà, si annida nel sedicesimo comma dell’art. 1 della legge, che testualmente recita così: «Il piano triennale dell'offerta formativa assicura l'attuazione dei principi di pari opportunità promuovendo nelle scuole di ogni ordine e grado l'educazione alla parità tra i sessi, la prevenzione della violenza di genere e di tutte le discriminazioni, al fine di informare e di sensibilizzare gli studenti, i docenti e i genitori sulle tematiche indicate dall'articolo 5, comma 2, del decreto-legge 14 agosto 2013, n. 93, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 ottobre 2013, n.119, nel rispetto dei limiti di spesa di cui all'articolo 5-bis, comma 1, primo periodo, del predetto decreto-legge n. 93 del 2013».
L’insidia sta in due punti di questa disposizione normativa: il termine «violenza di genere» e il richiamo all’art. 5 della Legge 119/2013, la cosiddetta “Legge sul femminicidio”. Vediamo attentamente come stanno le cose.
COMUNICATO STAMPA - INFORMATIVA ALL’AVV. GIANFRANCO AMATO SOSTEGNO A LUI, A BENEDETTA FRIGERIO, A RAFFAELLA FRULLONE, A PADRE GIORGIO CARBONE OP
I tempi bui, quelli della censura, della negata libertà, del dramma che riporta ai regimi di settant’anni fa sono quindi arrivati.
In realtà, lo sono molto prima di quanto il presidente dei Giuristi per la Vita avv. Gianfranco Amato va scrivendo nei propri libri ed annunciando nelle conferenze che tiene da anni, ogni giorno festivi compresi in ogni angolo d’Italia.
Il presente è un comunicato di sostegno, di solidarietà, di richiesta di diffusione e di preghiera in suo favore.
Riportiamo testuale, quanto egli ha scritto nella giornata di ieri ai colleghi soci Giuristi per la Vita. Proprio ieri, ovvero la stessa giornata in cui a Benedetta Frigerio, Raffaella Frullone e a Padre Giorgio Carbone OP (a cui pure va tutta la solidarietà dei Giuristi per la Vita e del loro presidente) è stato posto il “caldo invito” a non tenere presso lo stand dei frati Domenicani al Meeting di Rimini di Comunione e Liberazione, l’incontro avente a tema “Le bugie del gender, attacco a natura umana matrimonio e famiglia” (i frati, ospiti alla kermesse di Rimini, si sono chiaramente attenuti all’invito):
“Carissimi, non tira una gran bell'aria, quanto a rischi! Le autorità competenti mi hanno comunicato di non pubblicare più il calendario mensile dei miei incontri con eccessivo anticipo per motivi di sicurezza, visto il preoccupante aumento del livello di odio fomentato nella Rete (dove mi hanno stato definito "criminale", "Anticristo", "terrorista", "omicida", "mandante della violenza omofoba", "golpista antidemocratico", "nazista" ecc.), odio che è giunto al punto di prevedere forme organizzate per fermarmi "a tutti i costi". Per avere un'idea di ciò che circola su Internet date un'occhiata solo ai commenti postati sul sito Gayburg -‐ il più "presentabile" e "moderato" dei siti omosessualisti – vedere sulla pagina facebook Giuristi per la vita n.d.r. – al netto di tutti gli altri commenti che per il livello della violenza verbale, dei toni minatori, e del grado di volgarità non sono riproducibili. Un abbraccio e buona domenica. Ma soprattutto, pregate per me”.
Per il comitato direttivo
Avv. Filippo Martini
E COSÌ IL SENATO BOCCIÒ I DIRITTI UNIVERSALI DELL’UOMO
Commissione Giustizia del Senato, 30 luglio 2015, primo pomeriggio. L’insolazione che rischiano i turisti dell’Urbe a causa delle temperature torride pare aver colpito la maggioranza degli onorevoli senatori riuniti in Commissione, nonostante il refrigerio loro offerto dagli efficienti impianti di condizionamento d’aria. Va in scena, infatti, un teatrino surreale dall’epilogo davvero inquietante. L’ottimo senatore Lucio Malan presenta un ordine del giorno nel quale si legge, tra l’altro, che «il Senato impegna il Governo a non violare i due diritti fondamentali riconosciuti, garantiti e tutelati dalla Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo: la libertà di manifestare, isolatamente o in comune, sia in pubblico che in privato, i propri valori religiosi nell’educazione, e il diritto di priorità dei genitori nella scelta di educazione da impartire ai propri figli (artt. 18 e 26); a garantire e tutelare il diritto dei genitori ad educare i propri figli».
Parrebbe un’affermazione quasi lapalissiana in un sistema istituzionale che si autodefinisce democratico. Chi oserebbe mai mettere in dubbio la sacra Dichiarazione Universale dei diritti dell’Uomo? E invece no! Nel bislacco mondo sublunare delle istituzioni italiane c’è chi ha osato, eccome. Non soltanto la senatrice Cirinnà, ma molti onorevoli componenti della Commissione strepitano come vestali scandalizzate alla proposta del povero Malan, accusato di aver messo in dubbio l’onore del governo. Sì, perché, con una motivazione pelosa e ipocrita, i senatori sconcertati contestano l’ordine del giorno in quanto, così come formulato, esso avrebbe potuto insinuare il dubbio che lo stesso governo avesse intenzione di violare i diritti fondamentali dell’uomo. Il buon senso popolare definisce questo atteggiamento “coda di paglia”.
COMUNICATO STAMPA - ASSOCIAZIONE GIURISTI PER LA VITA E DIFFIDA DEL COMITATO DOCENTI E FAMIGLIE CONTRO GENDER E DDL SCUOLA
COMUNICATO STAMPA - ASSOCIAZIONE GIURISTI PER LA VITA
E DIFFIDA DEL COMITATO DOCENTI E FAMIGLIE CONTRO GENDER E DDL SCUOLA
Da qualche tempo, sta circolando nella rete internet un documento intestato COMITATO DOCENTI E FAMIGLIE CONTRO GENDER E DDL SCUOLA. Trattasi di un documento composto da dieci pagine nel quale, dopo le premesse, l’indicazione e richiamo a vari link, la proposta di una diffida da inviare ai vari dirigenti scolastici, Sindaci e al Miur, riporta come referenti a cui rivolgersi per ottenere eventuali informazioni, lo studio legale Veccia e lo studio legale Savoia. Poiché sono pervenute numerose istanze o richieste circa la paternità di suddetto documento, i Giuristi per la Vita, premesso che i due studi legali predetti non fanno parte dell’associazione, osservano e precisano quanto segue:
1) ritengono utile e lodevole nonché doverosa ogni iniziativa legittima, personale, di gruppi, associazioni e comitati volta a contrastare il tentativo di indottrinamento dei giovani a scuola attraverso la proposta ideologica della cosiddetta “teoria gender”;
2) tuttavia, il documento predetto, non è stato formulato né suggerito né oggetto di pareri o consultazioni da parte dell’associazione Giuristi per la Vita, né del suo presidente avvocato Gianfranco Amato;
3) ogni documento, comunicato stampa, intervento, iniziativa legale dei Giuristi per la Vita, è rinvenibile solo ed unicamente sul sito internet istituzionale www.giuristiperlavita.org e sulle pagine facebook ufficiali;
4) seguirà un formale comunicato stampa per quanto concerne le corrette posizioni ed iniziative da assumere a fronte del recente DDL scuola approvato.
Associazione Giuristi per la Vita
Il Presidente, Avv. Gianfranco Amato
Per il comitato direttivo
Avv. Filippo Martini
SOLIDARIETA' AL PRESIDENTE GIANFRANCO AMATO
COMUNICATO STAMPA
Nella notte di sabato 18 luglio 2015 i finestrini dell’automobile personale del Presidente dei Giuristi per la Vita, avvocato Gianfranco Amato, sono stati oggetto di un ulteriore esecrabile atto di vandalismo da parte di ignoti.
Come già accaduto a Viareggio nell’ottobre 2014, anche in questo caso non si è trattato di un tentativo di furto, in quanto non è stato asportato alcuno degli oggetti presenti all’interno dell’automezzo, tra cui abiti, CD musicali, una borsa e persino degli spiccioli. E come a Viareggio l’automezzo del Presidente è stata l’unica ad essere presa di mira dai vandali tra le decine di veicoli parcheggiati nella stessa area.
I Giuristi per la Vita esprimono piena solidarietà e totale vicinanza al Presidente per quest’ultimo vile e deplorevole atto di violenza. Un gesto profondamente ignobile e odiosamente intimidatorio.
Si tratta dell’ennesima dimostrazione di quanto cominci davvero a farsi pesante il clima di furore ideologico, odio e intolleranza da parte di chi pretende di soffocare la libertà di opinione e di credo religioso nel nostro Paese.
Nessun avvertimento di natura squadrista e nessuna forma violenta di minaccia riuscirà però a fermare persone come il Presidente Amato, che stanno dedicando la propria vita alla difesa di quelle libertà oggi pesantemente minacciate.
Gli anonimi vandali codardi sono avvisati.
IL CONSIGLIO DIRETTIVO
Giuristi per la Vita
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