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Pubblicato Venerdì, 10 Luglio 2015 09:57
Intervista rilasciata a Lucia Bigozzi e pubblicata su Intelligonews.it del 09 luglio 2015:
“Pronti ad azioni forti contro la teoria del gender nelle scuole introdotta dalla legge varata oggi dalla Camera”. Ha piglio battagliero Gianfranco Amato, avvocato e presidente dei Giuristi per la Vita, una delle sigle del Family Day. A Intelligonews spiega quali sono i rischi e come i “genitori possono difendere i loro figli”.
Il capogruppo della Lega Fedriga è stato espulso dall’Aula di Montecitorio per aver mostrato cartelli con la scritta ‘Giù le mani dai bambini’ e protestato contro la teoria del gender. Che segnale è?
«Mi sembra un segnale grave e inquietante che segna il grado di intolleranza che sta raggiungendo questa deriva totalitaria della dittatura del pensiero unico, oggi dominante nel nostro paese. Esprimiamo la nostra personale solidarietà al deputato allontanato dall’Aula».
Dica in concreto in quale punto della legge sulla Scuola sarebbe presente la teoria del gender?
«Abbiamo più volte denunciato come alcune disposizioni di questa proposta di legge rappresentino un micidiale ‘cavallo di Troia’ – per usare una felice metafora coniata dal cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei -, finalizzato all’introduzione dell’ideologia gender nel sistema scolastico italiano. Tale operazione, rischia di avvenire non solo attraverso l’ambigua locuzione di “violenza di genere” ma anche attraverso il rinvio al “Piano di azione straordinario contro la violenza sessuale di genere” (per il tramite della legge 119 del 2013 richiamata dall’articolo 5), che al paragrafo 5.2 recita testualmente: ‘Obiettivo prioritario deve essere quello di educare alla parità e al rispetto delle differenze, in particolare per superare gli stereotipi che riguardano il ruolo sociale, la rappresentazione e il significato dell’essere uomini e donne, ragazze e ragazzi, bambini e bambine nel rispetto dell’identità di genere, culturale, religiosa, dell’orientamento sessuale (…) sia attraverso la formazione del personale della scuola e dei docenti, sia mediante l’inserimento di un approccio di genere nella pratica educativa e didattica”. Ricordiamoci che ogni volta che il legislatore usa il termine ‘identità di genere’, si riferisce alla “percezione che un soggetto ha di sé come appartenente al genere femminile o maschile, anche se opposto al proprio sesso biologico” (articolo 1 lettera b del testo unificato adottato come testo base del ddl sull’omofobia in Commissione giustizia della Camera, il 9 luglio 2013)».
Ora che la #BuonaScuola è legge cosa possono fare i genitori contrari alla teoria del gender nelle scuole?
«Premesso che si è parlato della circolare del ministero che introdurrebbe il consenso informato per le attività extrascolastiche sul presupposto che l’indottrinamento gender passi solo attraverso queste attività, in realtà non è così. In realtà, purtroppo, questa forma di indottrinamento è ormai multidisciplinare e difficilmente controllabile. Faccio due esempi. Tutti conoscono l’ormai celebre problemino di matematica di ‘Rosa e i suoi due papà che vanno a comprare tre lattine di the freddo al bar’: è chiaro che questa roba è pertinente alla materia di matematica, non è quindi attività extrascolastica e su questo la circolare non dà nessuna garanzia. Il secondo esempio è il romanzo ‘Sei come sei fatto’ che è stato fatto leggere in un liceo di Roma ad alunni quattordicenni ed è poi stato oggetto di denuncia da parte dei Giuristi per la Vita: anche in questo caso, si tratta di iniziative di pretta pertinenza della materia italiano, quindi non attività extrascolastiche, ma non protette dalla circolare».
Sì ma i genitori come possono agire?
«Stando così le cose, è chiaro che i genitori hanno maggiori difficoltà nel difendere il loro sacrosanto diritto alla priorità di educazione dei propri figli rispetto allo Stato, prevista dall’articolo 26, terzo comma, della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo. Noi valuteremo la possibilità di azioni anche forti, che possono arrivare alla disobbedienza gandhiana. Fermo restando tutte le iniziative che la legge consente per contrastare un provvedimento normativo una volta approvato. Pensiamo, ad esempio, ad un possibile referendum o a una proposta di iniziativa popolare».
Si può marciare dritti su riforma come ha fatto Renzi, ignorando un milione di persone in piazza come accaduto per il Family Day?
«L’approvazione della legge oggi alla Camera, è il segno più evidente e marcato della lontananza tra il Palazzo e il popolo. Davvero solo una classe politica totalmente miope e assolutamente autoreferenziale può, in maniera così tracotante, ignorare lo spettacolo di migliaia di famiglie in piazza San Giovanni, a Roma per il Family Day».