[Difesa dell'obiezione di coscienza contro il ricorso della CGIL] - Troppi medici obiettori? La Cgil chiama l’Europa
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- Pubblicato Domenica, 16 Giugno 2013 23:59
LA CONTROMOSSA I giuristi per la vita, in una memoria presentata a Strasburgo, hanno contestato le argomentazioni addotte dal sindacato utilizzando, soprattutto, i dati ufficiali esposti nelle Relazioni del Ministro della Salute
La CGIL ha presentato un reclamo al Comitato Europeo dei Diritti Sociali del Consiglio d’Europa, in cui si sostiene che in Italia il numero eccessivo di medici obiettori di coscienza in materia di aborto, metterebbe a rischio la salute delle donne ed il diritto dei medici non obiettori a lavorare
in condizioni eque, dignitose e sicure.
I Giuristi per la Vita, gruppo di legali capitanati dall’avvocato Gianfranco Amato, hanno dato la loro disponibilità a rappresentare a Strasburgo le ragioni degli obiettori di coscienza, ottenendo l’incarico da alcune organizzazioni, tra cui, l’Associazione Italiana Ginecologi Ostetrici Cattolici, l’Associazione Medici Cattolici Italiani, il Forum delle associazioni familiari, la Confederazione Italiana dei Consultori familiari di Ispirazione Cristiana e il Centro Studi per la tutela della salute della madre e del concepito dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma.
La memoria
In un’articolata e documentata memoria, i Giuristi per la Vita hanno contestato le argomentazioni addotte dalla CGIL, utilizzando, soprattutto, i dati i dati ufficiali esposti nelle Relazioni del Ministro della Salute, dai quali emerge tra l’altro, che:
1. l’interruzione volontaria della gravidanza resta uno dei servizi sanitari erogati ad un livello di efficienza molto alto, che non è peggiorato nel corso degli anni, e che difficilmente si riscontra per altre tipologie di intervento.
2. non esiste un solo caso in cui, ad una donna, sia stata negata la possibilità di abortire legalmente.
3. nel 95% dei casi l’aborto viene eseguito entro tre settimane dal momento in cui è possibile,
e ciò benché oltre il 90% degli interventi non sia urgente.
4. in nove interventi su dieci si ricorre al day hospital.
5. il numero delle complicanze è minimo e stabile nel tempo, mentre il numero degli aborti clandestini è ai livelli minimi.
6. il crescente numero delle donne straniere che abortiscono legalmente dimostra la facilità dell’accesso al servizioche, si deve ricordare, è gratuito.
La Voce di Romagna del 7 giugno 2013