A GIANFRANCO AMATO IL "PREMIO TESTIMONI"

Il presidente dei Giuristi per la Vita è stato insignito durante l'ultima Giornata Regionale del Timone del Lazio

Roma, 09 Giugno 2014(Zenit.org) Luca Marcolivio

La verità sulla Sindone e la deriva antropologica contemporanea. Due argomenti apparentemente distanti e diversi, sia a livello concettuale che temporale ma legati dal filo rosso della verità sull’uomo. Sull’Uomo che fu ed è il Figlio di Dio e sugli uomini di ogni generazione.

 

Di questo si è discusso nel pomeriggio di sabato scorso durante la Giornata Regionale del Timone del Lazio, tenutasi presso il Centro Nazareth di Roma, con l’esposizione degli stand di varie realtà editoriali cattoliche ed in particolare apologetiche. Tra questi, naturalmente, il mensile Il Timone, che in queste settimane celebra quindici anni di attività.

Dopo la messa mattutina, celebrata da padre Arturo A. Ruiz Freites, dell’Istituto del Verbo Incarnato, nel pomeriggio è seguita la conferenza La verità sulla Sindone, a cura di Emanuela Marinelli.

Forte di 37 anni di studi sindonici, la professoressa Marinelli è sempre stata uno dei più tenaci avversari della datazione medioevale del tessuto più celebre del mondo e, alla fine i fatti le hanno dato ragione: l’uomo della Sindone di Torino è davvero pienamente rappresentativo del Gesù Cristo flagellato e poi crocifisso a Gerusalemme circa 2000 anni fa e la sua origine risale a quell’epoca e a quel luogo.

Un’evidenza ammessa anche da numerosi atei, ha sottolineato Marinelli, che ha rievocato anche i tentativi spiccatamente ideologici – non privi di risvolti di lobbying, manipolazione e corruzione – di insistere sull’identità della Sindone come “falso medioevale”.

La studiosa ha raccontato di un episodio risalente ai primi anni della sua attività di conferenziera: “Mi si avvicinò una donna anziana, semplice, forse analfabeta e mi disse: ‘non ho capito nulla delle sue spiegazioni scientifiche, però vedendo l’immagine del volto di Gesù, ho pensato che Gesù ci ha lasciato la Sindone, perché noi dobbiamo diventare come la Sindone’. A quel punto mi sentii io l’analfabeta…”.

Diventare “come la Sindone”, per quell’umile signora equivaleva a “stamparci dentro l’immagine di Gesù, forte chiara e serena nella sofferenza, perché gli altri quando vedono noi, devono vedere Cristo. Questa donna aveva capito sicuramente più di tanti scienziati”, ha quindi concluso la professoressa Marinelli.

È seguita l’attribuzione del Premio Testimoni all’avvocato Gianfranco Amato, presidente dei Giuristi per la Vita, noto per le sue iniziative pro-life e, più di recente, per le sue azioni legali contro la propaganda dell’ideologia gender, in particolare nelle scuole.

Il momento è drammatico, ha spiegato l’avvocato Amato, e non soltanto per via della propaganda omosessualista. Oltre al disegno di legge Scalfarotto sull’omofobia, sono stati depositati in Parlamento progetti di legge sulla depenalizzazione dell’incesto e dell’eutanasia, assieme ad altri sulla legalizzazione della fecondazione eterologa, fino alla restrizione dell’obiezione di coscienza sull’aborto.

“La fede a costo zero è finita - ha detto Amato -. Dobbiamo iniziare a chiederci a cosa siamo disposti a rinunciare per dimostrare che quello in cui crediamo è vero”.

 

Vista l’arroganza liberticida delle nuove normative, molte delle quali non ammettono alcuna forma di dissenso, viviamo quindi un’epoca simile a quella dei primi cristiani. Tuttavia, ogniqualvolta è parso sprofondare sotto il peso della persecuzione, il cristianesimo “è rinato dal sangue dei martiri”.

L’attacco alla vita e alla famiglia ha raggiunto il suo apice nell’ultimo anno, ha detto Amato, puntualizzando che “l’obiettivo è distruggere l’uomo, è una furia iconoclasta”.

In particolare la teoria del gender, la pretesa di poter autodeterminare la propria sessualità, in barba ai principi della biologia, è l’espressione di una natura umana non più creata da Dio ma plasmata dall’uomo: “È il punto più alto della tentazione della mela, l’Io che si sostituisce a Dio”, ha affermato il giurista.

Il matrimonio e l’adozione da parte di omosessuali, poi, sono un’istanza “a costo zero” che si interseca e combacia perfettamente con il grande business della fecondazione artificiale e della maternità surrogata. E le lobby del controllo demografico, a partire da Planned Parenthood, sono pronte “come avvoltoi” all’approvazione anche in Italia delle nuove normative, per dare il via alla costruzione di nuove cliniche con il precipuo scopo di praticare la fecondazione assistita.

L’unico vero ostacolo rimasto a tale inquietante piano è la Chiesa Cattolica, significativamente ammonita poco tempo fa dall’ONU, ed esortata a modificare la sua posizione sull’aborto, sull’omosessualità e su altri principi etici. Il tutto quasi in contemporanea con l’approvazione del Rapporto Lunacek all’Europarlamento e dell’eutanasia infantile al parlamento belga.

In Italia, ha ricordato Amato, ha fatto scalpore il caso del romanzo Sei come sei di Melania Mazzucco, proposto come lettura dagli insegnanti di lettere del Liceo Giulio Cesare di Roma.

Grazie all’interessamento del presidente dei Giuristi per la Vita, il capitolo del libro che descriveva una scena erotica molto spinta tra due omosessuali adolescenti, è diventato oggetto di un’interrogazione parlamentare.

Significativamente, tuttavia, il presidente del Senato, Pietro Grasso, aveva chiesto di espungerne il passaggio più esplicito, in quanto ritenuto osceno e con un linguaggio “non adatto ai senatori”. Ciò che era sconveniente e pruriginoso per dei parlamentari ultraquarantenni, era invece stato considerato idoneo per dei liceali quindicenni…

In un mare di disinformazione, girando le scuole italiane, Gianfranco Amato ha però riscontrato eccellenti oasi di controcultura, che resistono alla mentalità dominante e che lasciano ancora sperare in un rovesciamento della situazione: tra queste la Scuola Libera “G.K.Chesterton” di San Benedetto del Tronto.

“Ho incontrato ragazzi delle medie assai intelligenti che, leggendo e diffondendo libri controcorrente, li hanno definiti ‘il prezzo della nostra libertà’. Questo è il popolo che può reggere lo scontro finale”, ha detto Amato.

 

Tratto da: Zenith - Il mondo visto da Roma

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