COMUNICATO STAMPA SULLA REVOCA DELLA SALA CONCESSA A "FAMIGLIA DOMANI" DAL SINDACO DI ROMA PALADINO DELL'IDEOLOGIA GENDER
COMUNICATO STAMPA 20-2013
I Giuristi per la Vita denunciano il gravissimo episodio posto in essere dal Sindaco di Roma Ignazio Marino attraverso un vero e proprio abuso di potere, con il quale ha svelato il volto intollerante e discriminatorio dell’ideologia omosessualista, di cui continua a mostrarsi un convinto paladino.
Circa un mese fa l’Associazione Famiglia Domani richiedeva al Comune di Roma la disponibilità della Sala della Protomoteca per un convegno intitolato Ideologia del Gender: quali ricadute sulla famiglia? da tenersi il 3 dicembre 2013, nel quale avrebbero parlato in qualità di relatori la Dott.ssa Dina Nerozzi, Medico specialista in psichiatria ed endocrinologia, e l’Avv. Gianfranco Amato, Presidente dei Giuristi per la Vita. Espletate tutte le formalità burocratiche per la richiesta, grazie anche all’interessamento del consigliere comunale capitolino Lavinia Mennuni, l’utilizzo della sala veniva formalmente concesso. Fin qui, tutto normale in un Paese normale. Il punto è che da qualche tempo sulle tematiche relative al gender all’omosessualità l’Italia sta pericolosamente travalicando i termini della normalità. Infatti, con un improvviso coup de théâtre, lo scorso 14 novembre, l’ufficio stampa del sindaco Marino rilascia un comunicato ufficiale all’agenzia ASCA: «il Campidoglio rende noto che non ha concesso e non concederà il patrocinio al convegno Ideologia del Gender: quali ricadute sulla famiglia?, organizzato dall’Associazione Famiglia Domani e come da loro pubblicizzato, in programma per il prossimo 3 dicembre».
Lo stesso giorno in cui il Comune di Roma toglie la sala all’Associazione Famiglia Domani, la assegna ad un’altra iniziativa, sul tema dell’autismo in occasione della Giornata Mondiale della Disabilità, in modo da poter dichiarare che la Sala della Protomoteca era già stata prenotata. Peccato che tale affermazione contenuta nel comunicato risulti assolutamente falsa. La concessione del Gabinetto del Sindaco ai disabili, datata il 14 novembre 2013, è arrivata, infatti, dopo oltre un mese dall’assegnazione formale della stessa Sala della Protomoteca all’Associazione Famiglia Domani per il convegno del 3 dicembre 2013.
Un’illuminante coincidenza chiarisce i motivi dell’improvviso voltafaccia. Lo stesso giorno del comunicato stampa dell’Ufficio di Gabinetto del Sindaco, infatti, i consiglieri comunali Virginia Raggi, Marcello De Vito, Enrico Stefano, Daniele Frongia (M5S), Gianluca Peciola, Maria Gemma Azuni, Imma Battaglia, Annamaria Proietti Cesaretti (Sel) e Riccardo Magi (Lista Civica per Marino) hanno presentato un’interrogazione urgente sui rischi insiti nel convegno organizzato dalla stessa Associazione Famiglia Domani, sostenendo che «fermo restando il diritto costituzionalmente garantito alla pluralità dell’informazione e delle idee e quindi allo svolgimento di convegni», l’argomento trattato fosse «assolutamente incompatibile con il programma del sindaco Marino, che al punto 9 – “Roma capitale dei diritti di tutte e di tutti” e “i diritti delle persone lgbt” – si impegna chiaramente a migliorare la qualità della vita delle persone lesbiche, gay, bisessuali e transgender, favorendo progetti e iniziative per i diritti e promuovendo servizi e azioni di contrasto alle discriminazioni, al pregiudizio, all’omofobia e la transfobia». In quest’ottica, i citati consiglieri comunali hanno ricordato la loro iniziativa congiunta sull’istituzione del Registro delle Unioni civili attualmente in discussione presso la Commissione Statuto, Personale e Sport, esortando, pertanto, il Sindaco Marino a «non concedere alcuno spazio del Campidoglio per ospitare convegni ideologici a forte connotazione omofoba».
COMUNICATO STAMPA - OFFESE AL PAPA EMERITO: I GIURISTI PER LA VITA DENUNCIANO IL COLLETTIVO GAYSTATALE
COMUNICATO STAMPA 21-2013
Ci sono limiti alla decenza che quando vengono superati impongono una reazione per amore della dignità personale e della verità. Soprattutto quando l’indecenza travalica i limiti del codice penale.
Per queste ragioni i Giuristi per la Vita hanno deciso di sporgere denuncia alla Procura della Repubblica di Milano contro il vergognoso atto di vilipendio nei confronti di Benedetto XVI perpetrato dall’organizzazione studentesca Collettivo GayStatale dell’Università degli Studi di Milano.
Mediante organi di stampa nazionali e diversi siti internet, a partire da metà novembre 2013, è stata pubblicizzata la rassegna “Gay Statale Cineforum-omosessualità & religione”, promossa dallo stesso Collettivo GayStatale, la cui locandina nella quale venivano pubblicizzati gli eventi fissati per il mese di novembre del 2013 (proiezioni di film di contenuto fortemente anticattolico) effigiava il Papa Emerito Joseph Ratzinger, Benedetto XVI, truccato in versione “drag queen”, sfruttando la sua oltraggiosa immagine caricaturale per promuovere eventi anti-cattolici.
La macchietta del Papa “esibizionista-omosessuale” vista in sinergia e contestualità grafica con il titolo della locandina «omosessualità & religione», ha dimostrato come l’offesa al Papa fosse stata utilizzata precipuamente come un mezzo per offendere i cattolici, nonché i princìpi e i valori cristiani.
Il disprezzo, il vilipendio ed il dileggio operati nei confronti di un Pontefice e, con esso, nei confronti degli stessi cattolici, ha peraltro originato vibrate proteste da parte dei fedeli, riportate in alcuni quotidiani nazionali, ed un commento dell’agenzia SIR, legata alla Conferenza Episcopale Italiana.
Ancor più grave risulta il fatto che l’evento sia stato persino finanziato dalla Università statale di Milano con un contributo di 4.000,00 Euro, come si evince dal verbale del Consiglio di Amministrazione dell’Ateneo tenutosi il 26 settembre 2012.
L’inqualificabile ridicolizzazione del Pontefice, raffigurato come una macchietta omosessuale e truccato come un fenomeno da baraccone, ha indotto il 19 novembre 2013 la Commissione dell’Università degli Studi di Milano incaricata di selezionare e ammettere al finanziamento i progetti di attività culturali presentati dalle associazione studentesche, a decidere, con voto unanime, lo stralcio dal finanziamento erogato al Collettivo Gay Statale per l'anno accademico in corso, della parte destinata a coprire le spese sostenute per la realizzazione della locandina dedicata al “Gay Statale Cineforum-omosessualità & religione”.
Con una nota pubblicata in data 20 novembre 2013, i responsabili dello stesso Collettivo GayStatale, ha riconosciuto pubblicamente di aver commesso una grave offesa al sentimento religioso, dichiarando di «assumersi l’intera responsabilità» dell’increscioso accaduto.
I Giuristi per la Vita hanno, quindi, deciso di sporgere denuncia alla competente Autorità Giudiziaria per il reato di offese ad una confessione religiosa mediante vilipendio di persone, previsto e punito dall’art.403 del Codice Penale.
Gli studenti del Collettivo GayStatale impareranno, così, che per diventare adulti non basta dichiarare di «assumersi l’intera responsabilità» dei propri atti. Occorre anche pagarne concretamente le conseguenze.
IL PRESIDENTE
Avv. Gianfranco Amato
ANVEDI ECCO MARINO, SINDACO PER POCHI
di Gianfranco Amato
Circa un mese fa l’Associazione Famiglia Domani richiedeva al Comune di Roma la disponibilità della Sala della Protomoteca per un convegno intitolato Ideologia del Gender: quali ricadute sulla famiglia? da tenersi il 3 dicembre 2013, nel quale avrebbero parlato in qualità di relatori Dina Nerozzi, medico specialista in psichiatria ed endocrinologia, e Gianfranco Amato, presidente dei Giuristi per la Vita. Espletate tutte le formalità burocratiche per la richiesta, grazie anche all’interessamento del consigliere comunale capitolino Lavinia Mennuni, l’utilizzo della sala veniva formalmente concesso.
Fin qui, tutto normale in un Paese normale. Il punto è che da qualche tempo sulle tematiche relative al gender e all’omosessualità l’Italia sta pericolosamente travalicando i termini della normalità. Infatti, con un improvviso coup de théâtre, lo scorso 14 novembre, l’ufficio stampa del sindaco Marino rilascia un comunicato ufficiale all’agenzia ASCA: «il Campidoglio rende noto che non ha concesso e non concederà il patrocinio al convegno Ideologia del Gender: quali ricadute sulla famiglia?, organizzato dall’Associazione Famiglia Domani e come da loro pubblicizzato, in programma per il prossimo 3 dicembre».
TESTO DELL'ESPOSTO CONTRO LA COREOGRAFIA "VICTOR"
PROCURA DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE DI BOLOGNA
Via Garibaldi, 6 - 40124 Bologna
PROCURA DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE PERI I MINORENNI DI BOLOGNA
Via del Pratello, 36 - 40122 Bologna
QUESTURA DI BOLOGNA
Piazza Galileo Galilei, 7 - 40123 Bologna
AUTORITA’ GARANTE PER L’INFANZIA E L’ADOLESCENZA
Via di Villa Rufo, 6 - 00196 ROMA
SERVIZI SOCIALI DEL COMUNE DI BOLOGNA
Piazza Maggiore, 6 - 40124 Bologna
SINDACO PRO TEMPORE DEL COMUNE DI BOLOGNA
Piazza Maggiore, 6 - 40124 Bologna
ESPOSTO
Il sottoscritto Avv. Gianfranco Amato (...), in qualità di Presidente e legale rappresentate dell’associazione Giuristi per la Vita (...)
ESPONE
quanto segue.
A Bologna dal 23 ottobre all’8 novembre si tiene l’undicesima edizione del Gender Bender, festival gay-lesbico, il cui titolo quest’anno è “Il pelo nell’uovo”. Attira l’attenzione, in particolare, uno spettacolo, più precisamente una coreografia, intitolata “Victor”, che vede protagonisti un adulto e un bambino (si tratta del ballerino professionista Steven Michel e del tredicenne Viktor Caudron).
Tale spettacolo era in programmazione venerdì 1 e sabato 2 novembre presso i “Teatri di Vita”, in via Emilia Ponente n.485. Nella presentazione dello spettacolo (scaricabile dal sito web) si legge: «Un uomo e un bambino danno vita a un duetto di corpi. Il primo ha già percorso un lungo cammino; il secondo vuole crescere il più in fretta possibile. Il risultato è una prova di potere giocata con armi impari. A fronteggiarsi sono la grandezza e l'onestà, la forza e l'innocenza, che in fondo non desiderano altro che incontrarsi a metà strada».
Parimenti ha destato perplessità l’immagine fotografica, che si evince dallo stesso sito web, in cui l’uomo e il bimbo sono avvinghiati in un particolare abbraccio, quasi a “fondersi” in un unico corpo.
E' STATO UN SUCCESSO L'INCONTRO A CASERTA DEL 15 NOVEMBRE SUL PROGETTO DI LEGGE ANTIOMOFOBIA, ALLA PRESENZA DI S.E. MONS. ANGELO SPINILLO, VICE PRESIDENTE DELLA CEI
Lo scorso venerdì 15 novembre, alla Biblioteca del Seminario vescovile di Caserta, si è tenuto l'incontro sul tema: “La trappola delle leggi antiomofobia: verso la promozione dell’omosessualità, dei matrimoni e adozioni omosessuali?”.
Il convegno ha fatto seguito ad un’analoga iniziativa che si è svolta l’11 ottobre presso la Parrocchia di Sant'Elpidio Vescovo a Casapulla, a cura di Alleanza Cattolica, in collaborazione con l'Associazione Giuristi per la Vita.
Erano state preannunciate contestazioni, ma l'incontro ha avuto un notevole successo con buona affluenza di pubblico e soltanto 20-30 appartenenti ai centri sociali a distribuire volantini, al di fuori della sala, ed urlare a squarciagola (può darsi che abbiano scoraggiato alcuni ad entrare).
Polizia e i Carabinieri hanno gestito bene la situazione.
Prima dell'inizio del convegno entrambi i relatori - l'Avv. Giovanni Formicola e l'Avv. Fabio Candalino – hanno parlato (Polizia presente) con qualcuno dei contestatori.
Ecco in proposito cosa scrive l'Avv. Candalino: “Ho sentito di dover dire a loro che quello che stavamo facendo, lo facevamo nel Nome di Cristo, anche per il loro Bene. Ho detto che dall'omosessualità si può uscire e che sulla tendenza in sè, pur non essendo colpa, si può lavorare per viverla bene (per loro Di Tolve è un fanatico e Joseph Nicolosi è stato radiato da tutti i possibili albi e esiliato chissà dove). Il mio intento era seminare qualcosa.
Intanto penso che abbiano capito che non sono un orco mostruoso e non ho paura di parlare (uno di loro ha detto che si meravigliava che noi parlassimo con loro).
COMUNICATO STAMPA DEI GIURISTI PER LA VITA SULLA DECISIONE DEL TRIBUNALE PER I MINORENNI DI BOLOGNA DI AFFIDARE UNA BAMBINA DI TRE ANNI AD UNA COPPIA CONVIVENTE DI UOMINI OMOSESSUALI
COMUNICATO STAMPA 19-2013
I Giuristi per la Vita contestano fermamente, sotto il profilo giuridico e morale, l’inaudito provvedimento adottato dal Tribunale per i Minorenni di Bologna, presieduto da Giuseppe Spataro, con il quale è stato disposto l’affidamento di una minore di tre anni ad una coppia convivente di uomini omosessuali.
Il Tribunale per i Minorenni di Bologna ha commesso un gravissimo errore nel considerare tale anomala coppia quale «ambiente familiare idoneo» ai sensi dell’art. 2, primo comma, della Legge 4 maggio 1983, n. 184, in grado di assicurare al minore affidato «il mantenimento, l’educazione, l’istruzione e le relazioni affettive di cui egli ha bisogno».
Il Tribunale per i Minorenni di Bologna non ha considerato che l’ammissione dell’affidamento all’interno di una coppia di uomini omosessuali significa privare deliberatamente il minore dell’esperienza della maternità, ed introdurlo in un ambiente sociale che, proprio per l’assenza della bipolarità sessuale, non favorisce il suo pieno sviluppo umano.
Il Tribunale per i Minorenni di Bologna ha palesemente violato il principio, riconosciuto anche dalla Convenzione dell’ONU sui diritti del fanciullo, secondo il quale l’interesse superiore da tutelare, in tema di affido, è in ogni caso quello del bambino, la parte più debole e indifesa. Quel documento internazionale proclama, infatti, che «in tutte le decisioni relative ai fanciulli, di competenza sia delle istituzioni pubbliche o private di assistenza sociale, dei tribunali, delle autorità amministrative o degli organi legislativi, l’interesse superiore del fanciullo deve avere una considerazione preminente» (art.3). Quello stesso documento, inoltre, riconosce «il diritto di ogni fanciullo ad un livello di vita sufficiente per consentire il suo sviluppo fisico, mentale, spirituale, morale e sociale» (art. 27). E ancora quel documento sancisce che l’educazione del fanciullo deve avere come finalità quella di «di favorire lo sviluppo della sua personalità nonché lo sviluppo delle sue facoltà e delle sue attitudini mentali e fisiche, in tutta la loro potenzialità» (art.29).
Il Tribunale per i Minorenni di Bologna, disponendo l’affidamento di una bambina di tre anni a una coppia di omosessuali, sembra aver ceduto, purtroppo, all’insensata arroganza di quanti pretendono oggi di sovvertire ogni criterio di giudizio e di valore, e il discernimento stesso della realtà delle cose. Spiace che ciò sia accaduto attraverso il sacrificio di un soggetto inerme, che lo stesso Tribunale avrebbe avuto il compito di difendere e tutelare dallo strapotere di adulti senza scrupoli.
I Giuristi per la Vita richiamano l’attenzione delle istituzioni e di ogni uomo di buona volontà sul sovvertimento della ratio della legge e dei criteri fondamentali di retta ragione che, sempre, dovrebbero sostanziarla, e si riservano di valutare eventuali iniziative in sede giudiziaria per contrastare ed opporsi al citato provvedimento del Tribunale per i Minorenni di Bologna.
IL PRESIDENTE
Avv. Gianfranco Amato
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PEDOFILIA A FESTIVAL GAY, PARTE LA DENUNCIA
di Gianfranco Amato
I Giuristi per la Vita hanno inoltrato in data 13 novembre 2013 un esposto alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Bologna, alla Procura della Repubblica presso il Tribunale per il minorenni di Bologna, alla Questura di Bologna, all’Autorità Garante per l’infanzia e l’adolescenza, ai Servizi Sociali ed al Sindaco del Comune di Bologna, in merito allo spettacolo coreografico intitolato “Victor”, che vedeva protagonisti un adulto e un bambino (si tratta del ballerino professionista Steven Michel e del tredicenne Viktor Caudron), andato in scena a Bologna venerdì 1 e sabato 2 novembre 2013 nell’ambito dell’undicesima edizione del festival gay-lesbico Gender Bender.
Nella presentazione dello spettacolo (scaricabile dal sito web) si legge: «Un uomo e un bambino danno vita a un duetto di corpi. Il primo ha già percorso un lungo cammino; il secondo vuole crescere il più in fretta possibile. Il risultato è una prova di potere giocata con armi impari. A fronteggiarsi sono la grandezza e l'onestà, la forza e l'innocenza, che in fondo non desiderano altro che incontrarsi a metà strada». Parimenti ha destato perplessità l’immagine fotografica, che si evince dallo stesso sito web, in cui l’uomo e il bimbo sono avvinghiati in un particolare abbraccio, quasi a “fondersi” in un unico corpo.
COMUNICATO STAMPA 18 -2013: PRESENTATO ESPOSTO CONTRO LO SPETTACOLO COREOGRAFICO “VICTOR”
COMUNICATO STAMPA 18-2013
I Giuristi per la Vita hanno inoltrato in data 13 novembre 2013 un esposto alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Bologna, alla Procura della Repubblica presso il Tribunale per il minorenni di Bologna, alla Questura di Bologna, all’Autorità Garante per l’infanzia e l’adolescenza, ai Servizi Sociali ed al Sindaco del Comune di Bologna, in merito allo spettacolo coreografico intitolato “Victor”, che vede protagonisti un adulto e un bambino (si tratta del ballerino professionista Steven Michel e del tredicenne Viktor Caudron), andato in scena a Bologna venerdì 1 e sabato 2 novembre 2013 nell’ambito dell’undicesima edizione del festival gay-lesbico Gender Bender.
Nell’esposto è stato chiesto alla competente Autorità Giudiziaria di voler acquisire il video integrale del predetto spettacolo, e ogni altra informazione e documentazione relativa, al fine di accertare se sia configurabile la fattispecie di cui all’art. 414 bis. c. p. (istigazione a pratiche di pedofilia e di pedopornografia), mentre tutte le altre Autorità pubbliche interessate sono state sollecitate a voler tempestivamente intervenire secondo le proprie competenze e i doveri ex lege loro incombenti, adottando i relativi provvedimenti del caso.
IL PRESIDENTE
Avv. Gianfranco Amato
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COMUNICATO STAMPA 17-2013: SULLO SCANDALO CHE HA COLPITO IL PRESTIGIOSO UNIVERSITY HOSPITAL OF WALES DI CARDIFF
COMUNICATO STAMPA 17-2013
I Giuristi per la Vita esprimono profondo sdegno per lo scandalo che ha colpito il prestigioso University Hospital of Wales di Cardiff, ove centinaia di donne che avrebbero voluto partorire, sono state indotte ad abortire feti sani a causa di diagnosi errate. Una simile strage, che difficilmente riesce ad essere derubricata a semplice imperizia medica, è frutto di un’impostazione ideologica abortista che si ostina a non voler riconoscer nel concepito un essere umano.
L’inchiesta seguita ad un denuncia sporta al Public Services Ombudsman for Wales ha rivelato dati agghiaccianti. Si è scoperto, infatti, che presso lo stesso University Hospital of Wales si applica fin dal 2006 un protocollo ormai superato dalle nuove linee guida emanate dal Royal College of Obstetricians and Gynaecologists per prevenire i margini di errori diagnostici degli aborti spontanei nel primo stadio della gravidanza. A causa di tale protocollo non aggiornato sono state praticate centinaia di diagnosi errate con conseguente aborto di feti sani.
Di fronte a vicende come queste appare sempre più evidente come l’uomo moderno abbia perso il senso della ragione. Quando si giunge a teorizzare l’idea che l’embrione non sia altro che un mero grumo di cellule, di cui potersi disfare con assoluta nonchalance, allora tutto diventa possibile e accettabile. Anche la storia di ordinaria follia accaduta all’University Hospital of Wales.
IL PRESIDENTE
Avv. Gianfranco Amato
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GALLES, CENTINAIA DI BAMBINI ABORTITI PER ERRORE
di Gianfranco Amato
Sono centinaia i bambini perfettamente sani che potrebbero essere stati abortiti per errore in un famoso ospedale di Cardiff, in Galles. Una storia che ha dell’incredibile e ancora più incredibili sono le reazioni di giudici e opinionisti, che hanno derubricato lo scandalo a semplice «errore» medico per quanto «sgradevole».
La vicenda ha cominciato a emergere lo scorso anno quando una donna di 31 anni, Emily Wheatley, incinta di nove settimane, con una gravidanza a rischio, si è recata all’University Hospital of Wales di Cardiff per un controllo. Dopo l’ecografia si è sentita dire che il suo bambino purtroppo era morto per cui si doveva procedere alla revisione della cavità uterina (raschiamento). Per questo intervento però la signora Wheatley decideva di andare in un altro ospedale, il Nevill Hall Hospital di Abergavenny, dove le hanno fatto un’ulteriore ecografia scoprendo che il bambino era ancora vivo e perfettamente sano.
Emily Wheatley è fortemente traumatizzata dalla situazione, ci pensa sua madre a sporgere immediatamente denuncia al Public Services Ombudsman for Wales, il difensore civico gallese per i disservizi pubblici. Segue un’approfondita inchiesta, i cui dati – riferiti nei giorni scorsi - si rilevano agghiaccianti. Si scopre, infatti, che presso l’University Hospital of Wales si applica fin dal 2006 un protocollo ormai superato dalle nuove linee guida emanate dal Royal College of Obstetricians and Gynaecologists per prevenire i margini di errori diagnostici degli aborti spontanei nel primo stadio della gravidanza. In pratica si usano ecografie addominali laddove è disponibile e consigliata l’ecografia transvaginale. In quell’ospedale nascono ogni anno seimila bambini, mentre si registrano tra i 600 e i 1200 aborti spontanei. Da qui la stima che le donne vittime di diagnosi sbagliate possano essere state centinaia.
Comunicato stampa: I Giuristi per la Vita condannano lo “Standard di Educazione Sessuale in Europa“ diffuso dall'OMS
COMUNICATO STAMPA 16-2013
I Giuristi per la Vita esprimono un giudizio di risoluta e totale condanna rispetto al documento dell’Organizzazione Mondiale della Sanità noto come “Standard di Educazione Sessuale in Europa“. In quel documento, tra l’altro, si legge che:
(a) ai bimbi da zero a quattro anni «gli educatori dovranno trasmettere informazioni su masturbazione infantile precoce e scoperta del corpo e dei genitali, mettendoli in grado di esprimere i propri bisogni e desideri, ad esempio nel “gioco del dottore”»;
(b) ai bambini da quattro a sei anni dovranno invece essere impartite istruzioni «sull’amore e le relazioni con persone dello stesso sesso», «parlando di argomenti inerenti alla sessualità con competenza comunicativa»; a quelli tra sei e nove anni dovranno essere fornite informazioni sui «cambiamenti del corpo, mestruazioni ed eiaculazione», facendo conoscere loro «i diversi metodi contraccettivi»;
(c) ai bambini tra nove e dodici anni dovranno essere comunicati i «rischi e le conseguenze delle esperienze sessuali non protette»;
(d) agli adolescenti tra i dodici ed i quindici anni dovranno, invece, essere rivelati concetti quali «pianificazione familiare», «impatto della maternità in giovane età», «presa di decisioni», «gravidanze anche in relazioni omosessuali», «prostituzione e pornografia», e soprattutto si dovrà avvertirli di stare in guardia «dall’influenza della religione sulle decisioni riguardanti la sessualità».
Radio Mater intervista Gianfranco Amato, presidente Giuristi per la vita
Radio Mater 8 novembre 2013 Giorgio Gibertini intervista Gianfranco Amato presidente Giuristi per la vita. In questa trasmissione la testimonianza di Adriano, ex omosessuale, che dice: Essere omosessuale è essere sotto attacco satanico"
Fonte: http://giorgiogibertinijolly.blogspot.it/2013/11/a-radio-mater-mia-intervista-gianfranco.html
NON PUOI PIÙ SCEGLIERE COME FORMARE I TUOI FIGLI
di Gianfranco Amato
La Camera dei Deputati nella seduta del 20 ottobre 2013 ha convertito il Decreto-legge 12 settembre 2013, n. 104, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 214 del 12 settembre 2013, recante «Misure urgenti in materia di istruzione, università e ricerca». Ciò è avvenuto con i voti favorevoli di Pd e Pdl, il parere contrario di Lega Nord e Fratelli d’Italia e l’astensione di Sel e Movimento Cinque Stelle. La parola spetterà ora al Senato.
Alcune modifiche apportate in sede di conversione alla Camera meritano di essere pubblicamente denunciate. Ci riferiamo, in particolare, al primo comma dell’art.16, intitolato «formazione del personale scolastico». Tale disposizione prevede, infatti, che «al fine di migliorare il rendimento della didattica, particolarmente nelle zone in cui i risultati dei test di valutazione sono meno soddisfacenti ed è maggiore il rischio socio-educativo, e potenziare le capacità organizzative del personale scolastico, per l’anno 2014 è autorizzata la spesa di euro 10 milioni, oltre alle risorse previste nell’ambito di finanziamenti di programmi europei e internazionali, per attività di formazione obbligatoria del personale scolastico».
COMUNICATO STAMPA 15-2013: CONTRO L'INSEGNAMENTO DELL'IDEOLOGIA "GENDER" NELLE SCUOLE
COMUNICATO STAMPA 15-2013
I Giuristi per la Vita esprimono una profonda critica rispetto alla conversione del Decreto-legge 12 settembre 2013, n. 104, recante «Misure urgenti in materia di istruzione, università e ricerca», nella parte in cui viene autorizzata la spesa di 10 milioni di euro per attività di formazione obbligatoria del personale scolastico, tra cui quella finalizzata «all’aumento delle competenze relative all’educazione all’affettività, al rispetto delle diversità e delle pari opportunità di genere e al superamento degli stereotipi di genere» (art.16, primo comma, lett. d).
I termini di ambiguità di tale formulazione (non si specifica, infatti, che «l’educazione all’affettività», «il rispetto delle diversità», «le pari opportunità di genere» ed «il superamento degli stereotipi di genere» riguardano esclusivamente il rapporto tra uomo e donna) rischia di apparire un subdolo tentativo di introdurre l’ideologia del gender in quella delicatissima funzione che è l’educazione scolastica.
Non si può dimenticare, infatti, che proprio nelle scuole è già approdato il noto documento denominato Strategia nazionale per la prevenzione e il contrasto delle discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere (2013-2015), redatto dall’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali, ente governativo istituito all’interno del Dipartimento per le Pari Opportunità presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri. Tale documento contiene le linee guida per l’applicazione dei princìpi contenuti nella Raccomandazione CM/REC (2010) 5 del Comitato dei ministri del Consiglio d’Europa, volta a combattere la discriminazione fondata sull’orientamento sessuale o l’identità di genere. Ebbene, ogni volta che in quell’atto si fa menzione del «rispetto delle diversità», ci si riferisce anche alle «comunità LGBT». Se la nuova formulazione dell’art.16 del Decreto Legge 104/2013 rappresenta l’emanazione normativa dei principi indicati nel citato documento dell’UNAR e ispirati all’ideologia gender, sarebbe davvero grave.
Non si possono, infatti, accettare forme di indottrinamento dei giovani attraverso programmi governativi, anche perché esse si porrebbero in netta contraddizione, tra l’altro, con l’art. 26, terzo comma, della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, firmata a Parigi il 10 dicembre 1948, il quale sancisce testualmente che «i genitori hanno un diritto prioritario nella scelta del tipo di formazione che deve essere data ai loro figli». Ciò che, poi, sarebbe ancora più intollerabile è che una simile propaganda si realizzi con denari pubblici, e quindi a carico del contribuente. Peraltro, nell’odierna situazione di crisi, le condizioni degli istituti scolastici, in cronica penuria di risorse finanziarie, meriterebbero ben altri investimenti pubblici.
IL PRESIDENTE
Avv. Gianfranco Amato
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SCANDALOSA CENSURA DELLA RAI-TV NEI CONFRONTI DELL'AVV. GIANCARLO CERRELLI
COMUNICATO STAMPA 14-2013
I Giuristi per la Vita esprimono piena solidarietà e totale sostegno all’Avv. Giancarlo Cerrelli, Vice presidente nazionale dell’U.G.C.I., di nuovo vittima di una vergognosa censura da parte, questa volta, dei solerti funzionari RAI, che come vergini Vestali nel santuario della Televisione di Stato italiana custodiscono il sacro fuoco del Pensée Unique politicamente corretto.
L’annullamento della sua presenza alla trasmissione Domenica In del 3 novembre 2013 a causa delle sue posizioni critiche rispetto alla proposta di legge in tema di omofobia, e la contestuale sostituzione con la testimonianza di una madre che ha accettato l’omosessualità del proprio figlio, rappresentano un esempio scolastico di censura da regime dittatoriale.
Lo strapotere arrogante delle lobby omosessualiste ha ormai oltrepassato i limiti della decenza, al punto da raggiungere un’odiosa intolleranza e travalicare il rispetto della libertà di opi-nione garantita e tutelata dalla nostra Carta Costituzionale.
Si impone, a questo punto, il dovere morale di denunciare pubblicamente una simile deriva illiberale che arriva a toccare ormai livelli istituzionali e mezzi pubblici di comunicazione.
Appare, purtroppo, sempre più vero quando scritto da Melanie Phillips, intelligente e prestigiosa giornalista britannica, in un articolo pubblicato sul quotidiano Daily Mail il 24 gennaio 2011, in cui denunciava l’intolleranza dell’ideologia gay e il fatto che gli stessi omosessuali «risk becoming the new McCarthyites». Il rischio di trovarci di fronte ad una nuova forma di maccartismo da parte delle lobby omosessualiste rappresenta davvero un pericolo concreto e reale.
Quanto accaduto al collega e amico Giancarlo Cerrelli è semplicemente inaudito in un Paese civile, liberale e democratico, quale pretende di essere il nostro. Ancora più grave è il fatto che l’odiosa censura sia stata perpetrata da funzionari di una rete televisiva pubblica, sostenuta, peraltro, anche con risorse finanziarie dei contribuenti.
E’ un segnale davvero inquietante sulla stessa tenuta democratica della nostra nazione se si considera il monito lanciato da un maestro del giornalismo del calibro di Indro Montanelli: «Oggi, per instaurare un regime, non c'è più bisogno di una marcia su Roma, né di un incendio del Reichstag, né di un golpe sul palazzo d’Inverno. Bastano i cosiddetti mezzi di comunicazione di massa: e fra di essi, sovrano e irresistibile, la televisione».
Per questo i Giuristi per la Vita chiedono un rapido ed esaustivo intervento chiarificatore da parte delle Autorità pubbliche sull’allarmante vicenda che ha coinvolto l’Avv. Giancarlo Cerrelli, e plaudono all’iniziativa preannunciata dall’On. Alessandro Pagano di presentare un’interroga-zione parlamentare sul caso, seguita da una richiesta di convocazione al presidente della Commissione di vigilanza Rai per porre il tema all’ordine del giorno nella prima seduta utile.
IL PRESIDENTE
Avv. Gianfranco Amato
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COMUNICATO STAMPA: PLAUSO DEL GPV AI PARLAMENTARI DEL CONSIGLIO D’EUROPA CONTRARI ALLA FECONDAZIONE CON IL DNA DI TRE PERSONE
COMUNICATO STAMPA 13-2013
I Giuristi per la Vita plaudono alla coraggiosa iniziativa di trentaquattro membri dell’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa – tra cui due soli italiani: l’on. Elena Centemero del PDL e l’on. Jonny Crosio della Lega Nord – che hanno deciso di sottoscrivere una formale dichiarazione (written declaration no. 557 - doc. 13325 del 3 ottobre 2013) contro la decisione del governo britannico di concedere il via libera alla fecondazione in vitro mediante l’utilizzazione del DNA di tre persone diverse.
Una simile aberrante tecnica procreativa, oltre a rappresentare pericolosa «pratica di carattere eugenetico» dalle conseguenze e implicazioni inimmaginabili anche sotto il profilo antropologico, si pone in palese violazione di precise norme internazionali:
(a) l’art.24 della Dichiarazione Universale sul Genoma e i Diritti Umani dell’UNESCO che ritiene «contrari alla dignità umana gli interventi sulle cellule germinali»;
(b) l’art. 13 della Convenzione sui Diritti Umani e la Biomedicina, il quale sancisce che «un intervento finalizzato a modificare il genoma umano non può essere intrapreso che per delle ragioni preventive, diagnostiche o terapeutiche e solamente se non ha come scopo di introdurre una modifica nel genoma dei discendenti»;
(c) l’art.3, secondo comma, lett.b), della Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea, il quale stabilisce che nell’ambito della medicina e della biologia deve essere sempre rispettato «il divieto delle pratiche eugenetiche, in particolare di quelle aventi come scopo la selezione delle persone»;
(d) l’art.13, paragrafo 91, del rapporto esplicativo della Convenzione sui Diritti dell’Uomo e la Biomedicina, il quale proclama che «qualunque intervento finalizzato alla modifica del genoma dei discendenti è vietato», con la conseguenza che «per quanto riguarda, in particolare, le modifiche di spermatozoi od ovociti nell’ambito di un processo di fecondazione, queste non possono essere autorizzate».
I Giuristi per la Vita apprendono, quindi, con vivo piacere che esiste qualcuno ancora disposto a protestare pubblicamente contro quest’assurda idea di creare esseri umani geneticamente modificati, e si associano all’accorata denuncia.
IL PRESIDENTE
Avv. Gianfranco Amato
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TRE GENITORI BIOLOGICI: BAMBINI OGM NEL REGNO UNITO
di Gianfranco Amato
La Gran Bretagna si ostina a voler detenere il guinness dei primati nelle mefistofeliche sperimentazioni genetiche, praticate nel sempre più inquietante laboratorio faustiano dell’Università di Newcastle. Dopo i noti tentativi di realizzazione di ibridi e chimere, ora è il turno della creazione di una nuova razza umana, attraverso procedimenti che avrebbero mandato in visibilio l’alchimista rinascimentale svizzero Philippus Aureolus Theophrastus Bombastus von Hohenheim, detto Paracelso, il primo a tentare la creazione in laboratorio dell'homunculus.
Il governo di Sua Maestà britannica, infatti, ha deciso di concedere il via libera alla fecondazione in vitro mediante l’utilizzazione del Dna di tre persone diverse. Secondo questa tecnica l'embrione viene prodotto con materiale genetico dei due genitori, fatta eccezione per una parte, corrispondente al Dna mitocondriale, che invece deriva da una donatrice. Si dovrebbero evitare così circa centocinquanta malattie derivanti dal mitocondrio materno, ovvero la centrale energetica della cellula. Per il miglioramento della specie umana, e l’eliminazione di possibili patologie genetiche, ecco arrivare i figli di tre genitori biologici. La nuova super razza destinata a sconfiggere le malattie e a soppiantare gli umani di serie B finora conosciuti dalla nostra civiltà. È qualcosa che fa venire i brividi, e più che ricordare le farneticazioni eugenetiche naziste del Neue Mensch, sembra richiamare alla mente le profezie distopiche di Aldous Huxley.