Una riflessione sull'obbligo di fedeltà, che il disegno di legge sulle unioni civili - recentemente approvato dal Senato - non prevede per le coppie omosessuali e che alcuni vorrebbero abolire anche riguardo alle coppie eterosessuali sposate (registrazione del 26 febbraio 2016).
L’appello di don Sturzo risuona ancora nelle deboli membra del popolo che ha animato il Circo Massimo, e chiama «gli uomini liberi e forti che vogliono cooperare ai fini superiori della Patria»
di Gianfranco Amato
Il dado è tratto, abbiamo attraversato il Rubicone. Con la trepidazione e il fervore che hanno tutte le grandi decisioni irrevocabili, abbiamo compiuto un importante gesto che segnerà la storia del nostro Paese.
Il proditorio tradimento da parte di un manipolo di soi-disant senatori cattolici che si è consumato a Palazzo Madama nel tardo pomeriggio del 25 febbraio 2016 (data che merita un posto d’onore nel calendario delle italiche infamie), ha rappresentato un fondamentale punto di svolta nello scenario, di per sé già desolante, della politica italiana. Quella ignobile pugnalata, infatti, ha colpito tre schiene contemporaneamente. La schiena del festoso popolo del Family Day trionfante al Circo Massimo, che per un momento si era illuso di poter contare su rappresentanti parlamentari meno pusillamini e codardi. La schiena della sana dottrina cattolica che, secondo le parole dell’indimenticato Joseph Ratzinger, definisce «atto gravemente immorale » per un parlamentare cattolico «concedere il suffragio del proprio voto ad un testo legislativo così nocivo per il bene comune della società», qual è il «progetto di legge favorevole al riconoscimento legale delle unioni omosessuali». La schiena di tutti gli italiani – cattolici e non – che quei parlamentari li avevano votati, convinti che oltre alla morbosa affezione per cariche, incarichi e relative prebende, essi nutrissero anche una larva di idea, ideale o valore, almeno sui principi non negoziabili di vita, educazione, famiglia. Ora tutti gli elettori sanno che per costoro non v’è davvero nulla che non possa essere negoziato.
Il Popolo della Famiglia sceglie ancora una volta di manifestarsi e per farlo si incammina su una strada faticosa ma decisiva: la richiesta di consenso agli italiani. Da subito, da oggi stesso, lavoreremo alla costruzione di liste del Popolo della Famiglia in vista delle amministrative di primavera, presenteremo nostri candidati sindaci in centinaia di città e comuni, ci assumeremo la responsabilità di una rappresentanza politica diretta per quelle idee. Chi ha detto di volerle rappresentare le ha in realtà strumentalizzate e tradite, ora costruiamo dal basso una forza.
di Mario Adinolfi e Gianfranco Amato
L’approvazione da parte del Senato del disegno di legge sulle unioni omosessuali è avvenuta con 173 voti, la maggioranza dei quali di parlamentari sedicenti cattolici, alcuni presenti anche al Circo Massimo a sostegno del Family Day. Un popolo aveva indicato una via, in quella sede: crisi di governo e urne. Il popolo ha parlato, ma non è stato ascoltato.
In pochissimi giorni da quel ferale giovedì 25 febbraio, i parlamentari hanno: annunciato una legge sulla adozioni che supplisse allo stralcio della stepchild adoption garantendo «adozioni per tutti, compresi omosessuali e single»; ripreso l’iter del divorzio lampo, perché il divorzio breve approvato appena un anno fa è improvvisamente diventato obsoleto, visto che l’unione civile si scioglie con un battito di ciglia; incardinato quattro progetti di legge sull’eutanasia; attivato un intergruppo trasversale di 160 deputati chiamati dal guru Roberto Saviano a varare normative per la droga libera. Nei pochi spazi liberi sui giornali si discuteva solo dell’utero affittato dal leader che si definiva comunista, di quello che la giovane conduttrice televisiva avrebbe voluto affittare a gay bisognosi e del magistrato del Tribunale dei minori di Roma che inventava contra legem una sentenza con addirittura una stepchild adoption incrociata garantita a una coppia lesbica, con ogni donna che diventava “mamma” della figlia dell’altra in virtù del rapporto omosessuale che intercorreva tra le due. Questo è il quadro emerso in meno di una settimana dal giorno in cui il governo Renzi poneva una violenta e ademocratica mozione di fiducia sul maxiemendamento al ddl Cirinnà, ottenendo il voto favorevole anche del partito di Angelino Alfano. Ricordiamo, peraltro, che sia Renzi sia Alfano si proclamano “cattolici”.
Oscilla tra il patetico e l’irritante il tentativo dell’ex ministro Lupi, in una lettera inviata al direttore de “Il Sussidiario”, di difendere l’indifendibile. Ovvero il plateale tradimento dei suoi colleghi senatori sul maxiemendamento governativo che ha di fatto sostituito il ddl Cirinnà. Non sappiamo quali siano i reconditi motivi per cui Lupi – che, non essendo senatore, non ha materialmente partecipato al tradimento – abbia avvertito l’esigenza di cimentarsi in questa spericolata gincana.
Pronti a scommettere con lui una cena su quanto tempo passerà prima che saranno introdotti adozione gay e matrimonio egualitario. Una volta caduta la linea Maginot del riconoscimento legale delle unioni civili omosex, il resto è inevitabile. Irlanda docet!
Ciò che irrita maggiormente, però, è che per giustificare l’imperdonabile fellonia dei colleghi senatori, Lupi abbia avuto il cattivo gusto di tirare in ballo proprio Joseph Ratzinger e il concetto di compromesso come «vera morale della politica».Se, infatti, anziché citarlo a sproposito, lo avesse letto attentamente, avrebbe evitato un’omerica gaffe.
Oscilla tra il patetico e l’irritante il tentativo di Lupi di difendere l’indifendibile. Ovvero il plateale tradimento dei suoi colleghi senatori sul maxiemendamento governativo che ha di fatto sostituito il ddl Cirinnà. Non sappiamo quali siano i reconditi motivi per cui Lupi – che, non essendo senatore, non ha materialmente partecipato al tradimento – abbia avvertito l’esigenza di cimentarsi in questa spericolata gincana.
Pronti a scommettere con lui una cena su quanto tempo passerà prima che saranno introdotti adozione gay e matrimonio egualitario. Una volta caduta la linea Maginot del riconoscimento legale delle unioni civili omosex, il resto è inevitabile. Irlanda docet!
Ciò che irrita maggiormente, però, è che per giustificare l’imperdonabile fellonia dei colleghi senatori, Lupi abbia avuto il cattivo gusto di tirare in ballo proprio Joseph Ratzinger. Se, infatti, anziché citarlo a sproposito, lo avesse letto attentamente, avrebbe evitato un’omerica gaffe.
Una riflessione sulla disaffezione delle coppie italiane verso il matrimonio e sulla sua trasformazione, per effetto degli interventi legislativi che si sono succeduti nel tempo, in intesa sentimentale di natura precaria (video registrato il 12 febbraio 2016).
Impareggiabile il commento del ministro dell’interno Angelino Alfano circa la sua sciagurata decisione di votare la fiducia al governo sul maxiemendamento sostitutivo del ddl CIrinnà: «Abbiamo fermato una rivoluzione contro natura e antropologica». Ipse dixit! Occorrerebbe chiedersi, però, a quale “natura” il ministro faccia riferimento. Non certo la legge naturale. Ad Alfano – che pare si definisca “cattolico” – potremmo ricordare l’art. 2357 del Catechismo della Chiesa cattolica, il quale espressamente prevede che «gli atti omosessuali sono intrinsecamente disordinati» e «contrari alla legge naturale». Perché contro natura? Perché, dice sempre il Catechismo in quell’articolo, tali atti «precludono all'atto sessuale il dono della vita», «non sono il frutto di una vera complementarità affettiva e sessuale», e quindi «in nessun caso possono essere approvati». Talché l’art.1867 dello stesso Catechismo dichiara «il peccato dei Sodomiti», come uno dei cinque gravi peccati che «gridano verso il cielo» (sostituendo la vecchia dizione di «vendetta al cospetto di Dio»).
Chi e quando ha decretato essere inesorabile il declino della nostra civiltà occidentale?
di Gianfranco Amato
Il professor Francesco D’Agostino nell’intervista resa a Giancarlo Perna su “Libero” lo scorso 15 febbraio, non ha espresso un giudizio molto generoso verso le associazioni organizzatrici del Family Day del Circo Massimo. Dopo averle definite, poco elegantemente, come «inadeguate» e «non rappresentative del meglio della cultura cattolica», le ha implacabilmente bollate come affette da «ingenuità politica». Questo solo per essersi opposte tout court al riconoscimento giuridico delle unioni civili tra persone dello stesso sesso. Secondo D’Agostino, infatti, è del tutto naïf e velleitario rifiutarsi di prendere atto dell’ineluttabile deriva cui saremmo destinati per il solo fatto di vivere nel Vecchio Continente.
Il giornalista capzioso che sperava di trascinare Papa Francesco nei bassifondi della politique politicienne italiana è stato liquidato dal Santo Padre con quattro parole: «Io penso quello che pensa la Chiesa». E vediamo cosa pensa la Chiesa sull’argomento insidioso oggetto del tentativo di strumentalizzazione del Romano Pontefice. L’ultima posizione ufficialmente espressa in materia risulta essere quella della Congregazione per la Dottrina della Fede contenuta nell’ottimo documento redatto il 3 giugno 2003 e intitolato Considerazioni circa i progetti di riconoscimento legale delle unioni tra persone omosessuali. In quell’interessante documento – che porta la firma dell’allora Prefetto Joseph Ratzinger, salito poi al Soglio di Pietro con il nome di Benedetto XVI, e predecessore di Francesco – vi è un apposito capitolo, il terzo per la precisione, intitolato “Argomentazioni razionali contro il riconoscimento legale delle unioni omosessuali”. In esso si articola l’opposizione al riconoscimento attraverso quattro differenti prospettive: di ordine relativo alla retta ragione; di ordine biologico e antropologico; di ordine sociale; di ordine giuridico.
L'Avv. Massimiliano Fiorin spiega che cos'è veramente la Stepchild Adoption, confutando le argomentazioni di coloro che vogliono la sua introduzione nel nostro ordinamento.
Spendido. Questo è l’aggettivo che sono riuscito a trovare quando ho finito di leggere l’ultima parola dell’editoriale de “Il Giornale” pubblicato nei giorni scorsi a firma del grande Ettore Gotti Tedeschi. Nel titolo era racchiuso tutto il ragionamento dell’ex Presidente dello IOR: Altro che partito, ai cattolici non resta che Medjugorje.
Con un pizzico di disincantato pessimismo, in quell’editoriale viene decretato il definitivo divorzio tra fede e politica. Ormai lo scenario globale è tale da rendere vano e velleitario ogni tentativo di intervento in quel campo. Fine delle trasmissioni. Per i cristiani lo scenario politico è destinato a diventare un monoscopio con le otto bande colorate.
Confesso che l’interessante suggestione di Gotti Tedeschi ha rischiato di rappresentare per me una tentazione fortissima. Davvero in questo clima da ultimi tempi verrebbe la voglia di vestirsi di sacco, cospargersi il capo di cenere e mettersi in processione intonando un bel Dies Irae. Io, per la mia peculiare natura, sarei personalmente dibattuto su come vivere questo clima millenarista, oscillando tra il desiderio di rifugiarmi nel silenzio orante di una Certosa, e quello di scendere all’angolo della strada per declamare ad alta voce passi del Vade mecum in tribulatione di Giovanni da Roccascissa.
Peccato che dopo l’iniziale e affascinante scossa emotiva causata dalla lettura dell’editoriale sia giunta la fredda ragione. L’assunto di Gotti Tedeschi, al netto della provocazione stuzzicante, rischia, infatti, di evidenziare un limite.
“A Renzi sta sfuggendo di mano la situazione. Ma non gli è bastato lo 'spottone' di Elton John a Sanremo?”. “Utero in affitto e stepchild sono la stessa cosa e il vero obiettivo è legittimare l’offerta commerciale attorno a questa pratica che anche in Italia sta aumentando”. E’ durissima l’analisi di Gianfranco Amato, di Giuristi per la Vita e membro del Comitato Difendiamo i nostri figli, nell’intervista a Intelligonews sui due temi del giorno legati al capitolo unioni civili: le dichiarazioni di Renzi sull’utero in affitto e la performance dei vip arcobaleno a Sanremo.
Renzi definisce l’utero in affitto un mercimonio e considera giusta la battaglia contro questa pratica ma poi dice avanti con la stepchild adoption. Ma le due cose sono scisse oppure no?
«Leggo le affermazioni di Renzi come quelle di un premier al quale la situazione sta sfuggendo di mano. Mi sembra come in preda a una crisi di nervi. Diciamo che quello che appare davanti al suo orizzonte è una grande confusione, perché lui è sempre stato un mago nell’interpretare la maschera di “Arlecchino servitore di due padroni” ma oggi i “padroni” sono diventati quattro: Mattarella che ha già manifestato perplessità sulla stepchild adoption e non credo firmerà la legge a cuor leggero; i trenta senatori dem contrari, gli amici di Scalfarotto che pretendono in modo pregiudiziale di non modificare nulla del testo, ed esponenti dell’area catto-comunista del suo partito come Livia Turco che ha già bocciato le adozioni gay. E’ molto difficile anche per un politico abile come lui riuscire a tenere tutto questo insieme».
Estatto della puntata del 7 febbraio 2016 de "Sulla strada della libertà", condotta da Marco Tognini, con la partecipazione in diretta telefonica del Presidente dei Giuristi per la Vita, Avv. Gianfranco Amato.
L'Avv. Massimiliano Fiorin spiega le criticità a cui darebbe luogo lo scioglimento di un'unione civile in caso di adozione di minori da parte della coppia omosessuale. Sul disegno di legge Cirinnà vedasi anche, dello stesso Autore " Solo il divorzio gay svelerà tutte le menzogne sul ddl Cirinnà"
by The Center for Bioethics and Culture on January 30, 2016
As prepared for delivery Italian translation below
[TRADUZIONE IN ITALIANO AL TERMINE DELL'ARTICOLO]
I bring you greetings from California the reproductive tourism capital of the world, where Elton John and his partner David Furnish came, not once, but twice to buy their children. They paid women and exploited them for their eggs. They paid women and exploited them for their uteruses. The literally bought their children who will never know their mothers or be loved by their mothers.
This past October, an American surrogate, Brooke Brown and the twins she was carrying for a couple in Spain died. Premila Vaghela, a poor 30 year old woman in India, also died as a result of surrogacy. So far, there has been no investigation or answers. Women deserve more. Children deserve more. Women deserve better. Children deserve better.
And now, right now in California, we have two women, both hired as surrogate mothers and both with three babies. Brittneyrose Torres is a surrogate whose babies were commissioned by an heterosexual married couple. Melissa Cook is a surrogate also pregnant with three babies, hired by a single gay man. Both and are being asked to “terminate” the lives of one of their babies for convenience. There is nothing wrong with the babies. There is nothing wrong with the pregnancy. These are children who are just not wanted – and the mothers are being bullied into killing a baby for no reason other than the fact that the commissioning parents want two, not three.
Catholic Italy mobilises as conservatives mount last stand against same-sex unions
In the last country in western Europe not to offer rights to gay couples, thousands gather to condemn - or support - a change in the law
It has been 2,000 years since Romans gathered at the Circus Maximus to watch chariots roar around the racetrack, but a new battle was brought to the ancient site on Saturday .
Clutching banners reading “We defend our children” and “The family is founded on marriage between a man and a woman”, hundreds of thousands of people gathered for a “Family Day” to protest against a proposed bill to legalise same-sex unions.
“We have a lot of grandchildren; their future is ruined if marriage is destroyed,” said protester Ida. “Children have a right to have a mother and a father. To grow up healthy, they need a male and a female figure.”
The law, currently facing fierce debate in the senate, is aimed at granting legal rights to same-sex couples for the first time in Italy. Among the provisions are civil partnerships, the right to inherit a partner’s pension and a controversial “stepchild adoption” article which would allow a child legally to have same-sex parents in the case of a gay person adopting their partner’s biological child.
There were both patriotic and religious overtones to the Rome rally. Italian flags were sold and religious banners waved while priests and nuns walked among the crowds. “I believe in Christian and family values. Our children are not for sale,” said Gianluca, a participant.
Intervento dell'Avv. Gianfranco Amato, presidente dei Giuristi per la Vita, al Family Day, svoltosi a Roma, presso il Circo Massimo, il 30 gennaio 2016.
Come deve porsi un cristiano di fronte allo spirito del mondo, agli orientamenti che chi detiene il potere in un dato periodo storico vuole affermare come bene e sentire comune? È possibile e, nel caso, anzi necessario adattare i contenuti del Vangelo e della Tradizione ai tempi e alle situazioni? Oggi, in particolare, che il mondo vuol fare a meno di Dio, ha senso continuare a dare testimonianza pubblica del proprio credo? O piuttosto, a maggior ragione quando ci si trova palesemente in condizioni di minoranza, la fede andrebbe custodita come un fatto intimo, qualcosa che non abbraccia la totalità dell’espressione dell’io a livello personale e sociale?
Un sacerdote e un avvocato, legati dall’amicizia e da una lunga appartenenza all’esperienza di Comunione e Liberazione, per entrambi iniziata negli anni di Liceo, cercano, attraverso un libro, di dare risposta a queste domande e a moltissime altre a esse concatenate, riprendendo e meditando alcune riflessioni di mons. Luigi Giussani sul paradosso cristiano dell’uomo che si trova a dover scegliere se essere figlio di Dio o prodotto di questo mondo.
IL LIBRO
Gianfranco Amato - Gabriele Mangiarotti
PER L’UMANO & PER L’ETERNO
Il dialogo con don Giussani continua
(Ed. Ares - pp. 128)
«Per che cosa si deve combattere? Per l’umano e per l’eterno».
Mons. Luigi Giussani
Di fronte alla grave crisi personale e sociale che attanaglia il tempo presente, due amici, discepoli di mons. Luigi Giussani, rendono pubblico il loro dialogo sull’uomo e sul bene comune che continua, anche oltre la morte, quotidianamente, col Fondatore del Movimento di CL, attraverso i suoi scritti e, grazie alla preghiera, nella comunione dei santi.
Un testo che, nel suggerire un metodo per discernere la realtà e vivificarla, ripropone con speciale evidenza l’identikit del cristiano, uomo nel mondo ma non di questo mondo, soggetto alle lusinghe dei beni e dei poteri terreni, ma consapevole che il suo tesoro e la sua vita vera sono in Cielo.
E questo «grande paradosso», come lo definiva mons. Giussani, viene approfondito in queste pagine costantemente nel solco dello stesso Fondatore di CL, per il quale «solo la dipendenza dal mistero, come costitutiva del valore dell’io, libera l’io. L’uomo non può non dipendere. L’alternativa è: o dipende direttamente da Dio, o diventa schiavo del torrente delle cose, delle forze determinanti la società, vale a dire del potere. Quanto più il nesso con Dio è vissuto, tanto più l’uomo giudica e tratta tutto con libertà».
Così gli spunti qui offerti si fanno invito ad approfondire l’intera opera di Giussani a cui puntualmente si riferiscono, per imparare, come lui, a pensare, amare e agire nella presenza di Cristo a ogni livello dell’esistenza, ogni istante della propria vita.
GLI AUTORI
Gianfranco Amato, Varese 1961. Avvocato, opera nel campo della bioetica ed è presidente nazionale dell’organizzazione Giuristi per la Vita. A metà degli Anni 70 conobbe Gioventù studentesca: da allora segue l’esperienza di Comunione e Liberazione.
Gabriele Mangiarotti, Arese 1948. Sacerdote, è responsabile dell’Ufficio per la Pastorale scolastica e la Cultura della diocesi di San Marino-Montefeltro. Pubblicista, nel 2001 ha fondato il sito CulturaCattolica.it, di cui è responsabile. Nel 1962, quando frequentava la I Liceo, ha incontrato don Luigi Giussani e ha subito abbracciato il Movimento da lui fondato.
L'esame nell'aula del Senato del disegno di legge Cirinnà sulle unioni civili avrà inizio domani con la discussione sulle sospensive e sulle pregiudiziali. Il voto su queste ultime, però, avverrà nella seduta di martedì 2 febbraio e dunque dopo il Family Day del Circo Massimo. È quanto ha stabilito la conferenza dei capigruppo di palazzo Madama, accogliendo le richieste della Lega Nord. IntelligoNews ne ha parlato con l'avvocato Gianfranco Amato dei "Giuristi per la Vita"...
Il voto slitta al 2 febbraio e considerando che qualcuno aveva criticato la piazza prevista dopo il voto dell'Aula, adesso il voto arriverà prima del Family Day: cosa cambia?
"Sapevamo che comunque non si sarebbe concluso entro il 30, la piazza sarebbe stata dentro la discussione. Detto ciò, questa notizia aiuta anche se qui il vero è capire esattamente di quale testo discuteremo. La notizia delle perplessità che sono giunte dal Quirinale e che hanno fatto irritare Renzi devono trovare una soluzione. Dobbiamo capire questi emendamenti che cosa partoriranno, noi temiamo l'ennesimo pasticcio. La parificazione del matrimonio tra coppie dello stesso sesso al matrimonio è stato un rilievo che era evidentissimo, ma quando lo abbiamo sottolineato noi siamo stati presi a pernacchie...".
La piazza di Roma potrebbe essere la piazza d'Europa? Se l'Italia frenasse potrebbe cioè essere emulata? In Portogallo si è appena fatto un passo indietro sulle adozioni alle coppie omosessuali.
"Direi che è addirittura una piazza del mondo. Sono tantissime le sollecitazioni che io stesso ricevo dagli Stati Uniti all'Australia. Ci dicono che noi siamo l'ultima spiaggia, se cade l'Italia non è l'ennesimo Paese che si aggiunge alla lista. L'Italia, non ce lo nascondiamo, rappresenta la Chiesa cattolica, ha un valore simbolico enorme. Infatti ci saranno anche degli interventi di spessore internazionale in piazza, è evidente che la risonanza va oltre i confini nazionali e continentali. In questo momento tutto il mondo ci guarda, i riflettori sono puntati su questa piazza".
Come risponde a chi dice che un simile provvedimento ce lo chiede l'Europa?
"Mi chiedo quale Europa, quella del politicamente corretto e dei cosiddetti diritti civili? Quella trainata dalle locomotive del Belgio e dell'Olanda? Se i diritti civili sono la legge sull'eutanasia infantile del Belgio o il riconoscimento del partito dei pedofili in Olanda perché adesso si parla di diritto all'amore intergenerazionale, l'Europa se li tenga pure. Non è detto che tutto ciò che viene da là sia comunque a prescindere un traguardo di progresso. Nella maniera più assoluta. L'Italia può e deve essere allora il segnale di stop all'Europa e al mondo intero, per fermare questa corsa al ribasso verso l'abisso".
Il voto dopo il Family Day come viene accolto, in definitiva, da chi come lei sarà sabato al Circo Massimo?
"Non è solo una notizia positiva, ma provvidenziale! Non c'è dubbio che aiuta perché è bene che i rappresentanti del popolo nella sede deputata a decidere capiscano dove sta il popolo".
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