FALSE LE ACCUSE DI OMOFOBIA. LA PROF ATTENDE LE SCUSE
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- Pubblicato Venerdì, 28 Novembre 2014 00:52
La professoressa Adele Caramico, insegnante di religione cattolica dell’Itis “Pininfarina” di Moncalieri, a chiusura delle indagini interne svolte dal dirigente dello stesso istituto scolastico, è stata pienamente e ufficialmente scagionata dalla falsa accusa di aver proferito espressioni omofobe. Resta l’amara costatazione che per ben venti giorni l’insegnante è stata sottoposta a un vergognoso linciaggio mediatico, che l’ha vista persino additata per strada, quelle rare volte in cui ha avuto l’ardire di uscire di casa. Della sua vicenda se ne è parlato persino alla nota trasmissione televisiva “La Vita in diretta” di RaiUno.
In questi venti giorni la professoressa Caramico si è trovata al centro non solo di una bufera mediatica, ma anche politica. Infatti, sulle sue asserite e false affermazioni omofobe è stata presentata un’interrogazione urgente al ministro Giannini da parte degli onorevoli Lavagno, Zan, Pillozzi, Piazzoni e Marzano, per chiedere «se il ministro fosse a conoscenza delle problematiche sopra esposte e come intendesse procedere per contrastare casi analoghi di omofobia dei docenti negli istituti statali». Gli onorevoli deputi, ora, chiederanno scusa ad Adele Caramico? É’ stata presentata da parte del senatore del Pd Andrea Marcucci, presidente della Commissione Istruzione a Palazzo Madama, un’interpellanza urgente in cui si definiva la vicenda «intollerabile». Il presidente Marcucci, ora, chiederà scusa ad Adele Caramico?
L’assessore Regionale alle Pari Opportunità, Monica Cerutti, ha fatto inserire sul sito istituzionale della Regione Piemonte una dichiarazione intitolata “Discriminazione: la denuncia degli studenti del Pininfarina è la conferma del buon lavoro di sensibilizzazione della Regione Piemonte”, con cui, tra l’altro, si afferma che «fortunatamente il lavoro di sensibilizzazione che anche il settore Pari Opportunità della Regione Piemonte ha svolto in questi anni è servito a creare i giusti anticorpi contro le discriminazione negli studenti che hanno denunciato l'accaduto». A prescindere dal fatto che la denuncia, in realtà, è stata fatta solo da uno studente minorenne omosessuale attivista dell’Arcigay, mentre tutti gli altri studenti hanno smentito la versione di quel loro compagno, la dichiarazione dell’assessore, tuttora leggibile sul sito web regionale afferma quanto segue: «Solamente poche settimane fa ho partecipato proprio al Pininfarina a una bella iniziativa contro le discriminazioni. Si trattava della premiazione di un concorso video sulla cultura di parità denominato Corti&Pari. In quell’istituto la discriminazione evidentemente non è la prassi. La denuncia degli studenti davanti a quello che hanno reputato un episodio discriminatorio è la prova che il lavoro svolto in questi anni anche dalla Regione Piemonte all'interno degli istituti scolastici è stato utile e deve essere rafforzato. In merito all'episodio avvenuto a Moncalieri sarà aperta una procedura di controllo presso il Centro regionale contro le discriminazioni». L’Assessore Cerutti, ora, chiederà scusa alla professoressa Adele Caramico e provvederà a rettificare quanto risulta scritto sul sito istituzionale della Regione Piemonte?
Il consigliere comunale radicale di Torino, Silvio Viale, ha chiesto di sottoporre l’insegnante incriminata ad uno specifico «corso di aggiornamento», una “rieducazione” in pieno stile maoista. Il consigliere Viale, ora, chiederà scusa? Il vicesindaco di Moncalieri, Paolo Montagna, a proposito della vicenda, dopo aver precisato che «non c’è spazio né per gli omofobi né per l’omofobia» (l’insegnante avrebbe quindi dovuto trasferirsi), ha dichiarato di «volersi muovere sin da subito per mandare un messaggio forte e adottare efficaci provvedimenti». Il vicesindaco, ora, chiederà scusa? Potremmo andare avanti citando altri casi, ma per carità cristiana ci fermiamo qui.
Il modo con cui è stata montata questa vicenda kafkiana deve essere da monito per tutti. Non è un caso, infatti, che le false accuse mosse ad Adele Caramico siano state lanciate da un giovane noto attivista dell’Arcigay. Questa non irrilevante circostanza dimostra ancora una volta la pericolosità dell’ossessiva caccia alle streghe abilmente orchestrata dalle associazioni Lgbt con la complicità cinica e disinvolta di esponenti delle istituzioni. Un Paese che si definisce democratico deve mostrare di avere gli “anticorpi” (quelli veri non quelli dell’assessore Cerutti) per reagire alla pericolosa deriva maccartista che stiamo oggi vivendo in Italia. Un’assurda quanto odiosa e sinistra “caccia all’omofobo” che non rispetta i più elementari principi di giustizia, e che è capace di calpestare la dignità personale e professionale dei poveri malcapitati, di quelle vittime che vengono accuratamente selezione, infilate nel tritacarne di un massacro mediatico da macelleria messicana, e mostrate, infine, al pubblico ludibrio. Il tutto con l’ottima scusa di tutelare i nuovi diritti Lgbt. Qualcuno dovrebbe cominciare a farsi un serio esame di coscienza.