SOLIDARIETA' AL PARROCO DELLA CHIESA DEL PIRATELLO DI IMOLA

COMUNICATO STAMPA 1-2014

I Giuristi per la Vita esprimono piena solidarietà e vicinanza filiale a don Luigi Ceresoli, parroco della chiesa del Piratello di Imola, oggetto di una polemica giornalistica per alcune sue asserite affermazioni pronunciate durante l’omelia di domenica 29 dicembre 2013, in occasione della Messa dedicata alla festa della Sacra Famiglia.
In un articolo apparso sul quotidiano “Il Resto del Carlino”, edizione di Imola, don Ceresoli, infatti, è stato pubblicamente accusato di aver «urtato la sensibilità di molti, compresa quella di alcuni suoi parrocchiani», a causa di supposti specifici giudizi sull’omosessualità espressi nel corso dell’omelia.
Tale episodio appare ancora più allarmante, laddove si consideri la concomitante vicenda occorsa all’Arcivescovo di Bologna, Card. Carlo Caffarra, accusato dal Presidente di Gaynet, Franco Grillini, di aver sostenuto che «il matrimonio avviene fra un uomo e una donna», e che un «bambino ha diritto ad un uomo e ad una donna che siano suo padre e sua madre; e quindi non possono essere sostituiti da due adulti dello stesso sesso che non sono, ma “fanno” da padre e da madre».
L’episodio di Imola appare, altresì, preoccupante, alla luce del fatto che a fine gennaio andrà in discussione al Senato, la proposta di legge S.1052 in materia di contrasto all’omofobia, il cui art. 1, primo comma, lett. a), prevede espressamente «la reclusione fino ad un anno e sei mesi o la multa fino a 6.000 euro chi propaganda idee fondate sulla superiorità o sull'odio razziale o etnico, ovvero istiga a commettere o commette atti di discriminazione per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi, o fondati sull’omofobia o transfobia». Con buona pace di due diritti fondamentali dell’uomo – la libertà di opinione e di credo religioso, – garantiti e tutelati dagli articoli 19 e 21 della nostra Costituzione, nonché dei patti lateranensi, anch’essi sanciti e codificati dall’art.7 della stessa Costituzione.
Circa i rischi della libertà di espressione in materia di libertà religiosa, i Giuristi per la Vita ricordano di aver lanciato, già l’11 luglio 2013, un appello per fermare la proposta di legge in materia di contrasto all’omofobia, evidenziando come tale intervento normativo determinerebbe l’incriminazione di tutti coloro che si opponessero al matrimonio tra persone dello stesso sesso e all’adozione di minori da parte di coppie omosessuali, o che ritenessero l’omosessualità una «grave depravazione», citando le Sacre Scritture (Gn 19,1-29; Rm 1,24-27; 1 Cor 6,9-10; 1 Tm 1,10), o dichiarassero che gli atti compiuti dagli omosessuali sono «intrinsecamente disordinati», e «contrari alla legge naturale», poiché «precludono all’atto sessuale il dono della vita e non costituiscono il frutto di una vera complementarietà affettiva e sessuale» (art. 2357 del Catechismo della Chiesa Cattolica).
Gli episodi di Imola e Bologna rappresentano solo l’inquietante anticipazione dello scenario che ci attenderebbe nella malaugurata ipotesi in cui il Senato della Repubblica dovesse approvare la legge ingiusta e liberticida che si accinge a discutere.

IL PRESIDENTE
Avv. Gianfranco Amato

Per la sezione di Imola
Avv. Filippo Martini e Avv. Gabriele Fanti

 

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