UNIONI CIVILI, ASSOCIAZIONI GIURISTI PER LA VITA E PRO VITA ONLUS DENUNCIANO SINDACO MARINO
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- Pubblicato Venerdì, 31 Ottobre 2014 09:11
COMUNICATO STAMPA
Denuncia contro il Sindaco di Roma
UNIONI CIVILI, ASSOCIAZIONI GIURISTI PER LA VITA E PRO VITA ONLUS DENUNCIANO SINDACO MARINO
"I Giuristi per la Vita e l’Associazione Pro Vita Onlus hanno presentato alla competente Procura della Repubblica una denuncia per il reato di inosservanza dei provvedimenti dell’Autorità, previsto e punito dall’art. 650 del Codice Penale, contro il Sindaco di Roma Capitale, Ignazio Marino, e tutti i dirigenti, funzionari e impiegati della detta amministrazione comunale che, in violazione di quanto tassativamente disposto dal Ministro dell’Interno e dal Prefetto di Roma, hanno provveduto a trascrivere nei registri dello Stato Civile alcuni matrimoni contratti all’estero tra persone dello stesso sesso.
Quella del Sindaco Ignazio Marino rappresenta un’assurda ed eversiva sfida alle istituzioni: il Comune di Roma Capitale pretende di porsi al di sopra delle istituzioni e della legge. Siamo al cortocircuito istituzionale. cittadini. Un atteggiamento forse più interessante dal punto di vista mediatico ma non condivisibile dal punto di vista legale, in considerazione del fatto che un primo cittadino è anche organo locale dello Stato e, in materia di anagrafe civile, agisce quale ufficiale del Governo. Non si spiega fra l'altro la dichiarazione pubblica resa da Ignazio Marino secondo cui avrebbe personalmente provveduto alla trascrizione per «non esporre dipendenti comunali» ai rischi derivanti dall’adozione di atti illegittimi, a riprova della piena consapevolezza da parte del Sindaco di agire contro la legge. È a dir poco azzardato giocare con le istituzione per condurre personali lotte politiche o ideologiche.
Staremo a vedere ora come procederà l’Autorità Giudiziaria in questa surreale vicenda".
Lo dichiarano in una nota congiunta le associazioni Giuristi per la vita e Pro Vita Onlus.
IL PRESIDENTE
(Avv. Gianfranco Amato)
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COMUNICATO STAMPA SULLA VICENDA DELLA PROF. ADELE CARAMICO DELL’ITIS DI MONCALIERI
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- Pubblicato Lunedì, 03 Novembre 2014 01:16
COMUNICATO STAMPA
Sulla vicenda della Prof. Adele Caramico dell’ITIS di Moncalieri
La professoressa Adele Caramico, insegnante di religione cattolica dell’I.T.I.S. di Moncalieri, al centro di una bufera mediatica per alcune affermazioni asseritamente omofobe, ha dato incarico ai legali dell’associazione Giuristi per la Vita di tutelare il proprio onore, la propria reputazione ed il proprio decoro personale e professionale.
La professoressa Caramico è stata, infatti, oggetto di una vergognosa campagna mediatica diffamatoria per aver dichiarato, su insistente domanda di un allievo, quanto segue: «Le persone omosessuali che vivono con sofferenza la loro condizione e desiderano cambiare - solo queste, e non altre categorie di persone omosessuali soddisfatte del loro orientamento - talora si rivolgono a terapisti che, con un accompagnamento insieme psicologico e spirituale, possono venire incontro al loro desiderio», citando un caso concreto di avvenuto recupero a sua diretta e personale conoscenza.
Del resto, la nota vicenda di Luca Di Tolve, l’attivista dell’Arcigay che, dopo i trent’anni, ha intrapreso un percorso psicologico, unito ad un cammino di fede, che lo ha portato a scoprire la gioia dell’amore per una donna e, poco dopo, il matrimonio, sta a dimostrare la fondatezza dell’assunto sostenuto dalla professoressa Caramico.
Ancora una volta siamo di fronte al pericoloso tentativo mistificatorio di sbattere il mostro in prima pagina, manipolando fatti e parole secondo la consolidata tecnica della disnformatija sovietica, in un pesante clima da “caccia all’omofobo”, che ricorda sempre più l’aria angosciante e sinistra che si respirava nell’America degli anni cupi del maccartismo.
IL PRESIDENTE
(Avv. Gianfranco Amato)
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COMUNICATO STAMPA SUL COMPORTAMENTO DEL PRESIDE DELL’ITIS “PININFARINA” DI MONCALIERI
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- Pubblicato Mercoledì, 05 Novembre 2014 15:47
COMUNICATO STAMPA
sul comportamento del Preside dell’ITIS “Pininfarina” di Moncalieri
Davvero encomiabile lo zelo, spinto fino all’eccesso, del Preside Stefano Fava dell’I.T.I.S. “Pininfarina” di Moncalieri, nel difendere l’onorabilità della scuola – descritta come un immacolato giardino delle meraviglie – e nel volere agire severamente contro la Prof. Adele Caramico, l’insegnante di religione ingiustamente accusata di essere omofoba.
In questa sua intenzione, il Preside non ha disdegnato i riflettori della ribalta mediatica e anzi pare cercare sempre più spazio nei mezzi d’informazione per spiegare come il suo istituto scolastico sia immune da qualsiasi nefandezza, a cominciare dalla “intollerabile omofobia” della Prof. Caramico.
Peccato che la stessa solerzia da parte del Preside non si sia vista quando lo scorso 18 giugno il quotidiano La Stampa ha dato la notizia dell’arresto del Prof. Andrea Fino, docente proprio del “Pininfarina” di Moncalieri, accusato di aver offerto soldi in cambio di rapporti sessuali con studenti minorenni. Il Prof. Fino era noto a tutti per l’impegno nel riconoscimento dei diritti per le coppie omosessuali, ed è stato pure coordinatore dell’edizione 2011 del «Gay Pride» torinese.
Singolare fu, allora, la fretta del Preside Stefano Fava nel tentativo di contenere l’impatto mediatico della vicenda, al punto da essere costretto a giustificare il suo low profile, al giornalista de La Stampa che gli chiedeva conto del suo atteggiamento decisamente cauto. Questa la sua giustificazione: «Nel 2013, un insegnante mi portò alcuni scambi di battute tratti da una conversazione avvenuta su Facebook tra Fino e uno studente, che aveva appena superato la Maturità, ma io non ho ravvisato nulla di scabroso, di osceno in quelle frasi. Mi sono sembrate battute, nulla di che preoccuparsi. Per questo, ho accantonato la questione».
Davvero quello del caso del Prof. Fino sembra un altro preside. E il “Pininfarina” non parrebbe proprio quel paradiso terrestre che Stefano Fava pretende oggi di far apparire.
IL PRESIDENTE
(Avv. Gianfranco Amato)
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ANCHE IL TAR BOCCIA IL SINDACO MARINO
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- Pubblicato Giovedì, 06 Novembre 2014 14:34
COMUNICATO STAMPA
Nella sua folle ed eversiva corsa verso il cortocircuito istituzionale, il Sindaco di Roma Capitale, Ignazio Marino, ha incontrato anche l’ostatolo della magistratura.
La sua bizzarra teoria sulla trascrivibilità dei matrimoni gay, infatti, non è stata bocciata solo dai Giuristi per la Vita e Pro Vita Onlus, dal Ministro dell’Interno, dal Prefetto di Roma, ma anche dal Tribunale Amministrativo del Lazio che ha emesso un’ordinanza in cui viene confermato il provvedimento prefettizio di annullamento.
Dopo la delegittimazione pubblica del Ministro dell’Interno e del Prefetto, toccherà ora assistere anche a quella della magistratura? Marino arriverà a mettere in discussione non soltanto il potere legislativo ed esecutivo ma anche quello giudiziario? Che il Sindaco di Roma Capitale non riconoscesse più al parlamento il ruolo di legiferare in materia di matrimonio e famiglia, lo si era ben capito. Così come si era capito che lo stesso Marino non riconoscesse al governo, nelle sue articolazioni territoriali, il potere di vigilare sull’osservanza della legge. Vediamo se ora l’inquilino del Campidoglio si
fermerà dinnanzi all’ultimo potere rimasto.
Nel caso il Sindaco di Roma Capitale arrivasse al punto di screditare persino le pronunce dei giudici, riuscirebbe a mettere a segno un filotto capace di far rivoltare nella tomba il povero Charles-Louis de Secondat, barone de La Brède e di Montesquieu, meglio noto come Montesquieu, padre dell’omonima teoria della tripartizione dei poteri.
Occorre davvero che qualcuno fermi Ignazio Marino, prima che diventi la parodia di se stesso o si riduca ad una patetica macchietta.
IL PRESIDENTE
(Avv. Gianfranco Amato)
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COMUNICATO STAMPA - "ATTI VANDALICI CONTRO IL PRESIDENTE DEI GIURISTI PER LA VITA"
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- Pubblicato Martedì, 11 Novembre 2014 22:28
COMUNICATO STAMPA
Atti vandalici contro il Presidente dei Giuristi per la Vita
Il comitato direttivo dei Giuristi per la Vita e tutti i soci, ivi rappresentati, denunciano il grave atto vandalico perpetrato contro l'automezzo del presidente avv. Gianfranco Amato, avvenuto mentre questi era impegnato come relatore nella conferenza tenutasi sabato 8 novembre
2014 a Viareggio, dal titolo "Omofobia o Eterofobia? Gendercrazia: a rischio la libertà di espressione".
Un altro aspetto particolarmente grave di questa vicenda sta nel fatto che neppure un agente delle forze dell'ordine abbia presidiato l'incontro in cui si è svolta la conferenza, nonostante gli organizzatori avessero inviato il giorno precedente (7 novembre, ore 19.11) una comunicazione all'indirizzo di posta elettronica certificata del locale Commissariato di Polizia in cui, tra l'altro veniva precisato quanto segue: «Per il contenuto del tema trattato e la presenza del relatore, l'avvocato Gianfranco Amato Presidente dei Giuristi per la vita, che ogni giorno è oggetto di minacce da parte di associazioni di attivisti lgbt riguardo il suo impegno a difesa della vita e della famiglia, abbiamo sufficienti motivi per pensare che si possano presentare persone con intenzione di creare disordini e Vi chiediamo di sorvegliare la situazione».
Le istituzioni preposte alla tutela dell'ordine pubblico non devono ignorare le potenziali situazioni di criticità segnalate dai cittadini, né possono rifiutarsi di presidiarle, poiché tale grave atteggiamento omissivo crea nei facinorosi l'idea di godere di una sorta di impunità.
Gli episodi di sopraffazione e violenza vanno stroncati sul nascere e adeguatamente sanzionati, altrimenti rischiano di alimentare una pericolosa escalation.
Si continua ad avvertire l'impressione che alcuni tutori dell'ordine, purtroppo, continuino a sottovalutare quanto drammaticamente accaduto il 5 ottobre 2014 in occasione delle aggressioni subite da alcuni partecipanti alle diverse manifestazioni del movimento “Sentinelle in piedi” svoltesi su territorio nazionale.
I Giuristi per la Vita chiederanno alle Autorità Istituzionali preposte di fare piena luce sulle cause del mancato riscontro alle richieste, sempre motivate, di tutela da un pericolo reale e grave di lesione di diritti fondamentali.
PER IL CONSIGLIO DIRETTIVO E I SOCI
Avv. Filippo Martini
Consigliere
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LA CHIESA HA IL DOVERE DI VEGLIARE CONTRO LA DITTATURA DEL "PENSIERO UNICO"
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- Pubblicato Domenica, 16 Novembre 2014 18:38
COMUNICATO STAMPA
Sua Santità Papa Francesco nel discorso alla Delegazione dell’Ufficio Internazionale Cattolico dell’Infanzia, tenuto l’11 aprile 2014, ha espresso questo giudizio durissimo: «Occorre sostenere il diritto dei genitori all’educazione dei propri figli e rifiutare ogni tipo di sperimentazione educativa sui bambini e giovani, usati come cavie da laboratorio, in scuole che somigliano sempre di più a campi di rieducazione e che ricordano gli orrori della manipolazione educativa già vissuta nelle grandi dittature genocide del secolo XX, oggi sostitute dalla dittatura del “pensiero unico”».
Se è vero che anche oggi quella che il Pontefice definisce la “dittatura del pensiero unico” tenta di impedire che si sappia cosa accade negli attuali “campi di rieducazione” (come avveniva con i lager, i gulag e i laogai), è altrettanto vero che una Chiesa fedele al mandato ricevuto da Cristo e attenta all’esortazione del Suo Vicario, non può farsi intimidire.
I genitori hanno diritto di sapere come lo Stato provvedere all’educazione dei propri figli, e la Chiesa non può nascondersi di fronte alla grave situazione denunciata dal Papa, ma anzi ha il dovere di compiere la propria missione portando la luce della Verità anche là dove il potere pretende di mantenere angoli bui e zone d’ombra.
La Storia ha insegnato che cedere dinanzi al volto intollerante di ogni dittatura – come quella che stiamo vivendo, magistralmente chiamata dal Santo Padre “dittatura del pensiero unico” – non ha mai pagato e continua a non pagare. I recenti episodi di assalto al Duomo e ai locali della Curia milanese stanno lì a dimostrarlo.
IL PRESIDENTE
(Avv. Gianfranco Amato)
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