LA MAZZUCCO COME CATULLO? LO PSICOLOGO CHE STRAPARLA
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- Pubblicato Domenica, 04 Maggio 2014 11:32
La denuncia presentata dai Giuristi per la Vita e dall’associazione Pro Vita Onlus contro gli insegnanti del Liceo Giulio Cesare di Roma per la nota vicenda legata al romanzo di Melania Mazzucco - che La Nuova BQ per primo ha reso pubblica - ha suscitato inevitabili reazioni nell’opinione pubblica. Numerose, e a tratti commoventi, sono state le attestazioni di gratitudine e di stima pervenute all’indirizzo di posta elettronica dei Giuristi per la Vita.
Non sono mancate, com’era prevedibile, anche reazioni opposte. Due per la precisione, una delle quali merita di essere parzialmente riportata:
«Buongiorno, sono disgustato dalla denuncia presentata contro il Liceo Giulio Cesare a seguito della meravigliosa decisione di far leggere agli alunni del ginnasio il libro "Sei come sei". Forse chi ha presentato l'esposto e chi si è fatto propugnatore di questa caccia alle streghe degna della santa inquisizione non sa che al liceo classico si legge e traduce il grande poeta Catullo e che i classici greci e romani avevano costumi liberi e grande saggezza. Purtroppo la grande cultura classica è stata soppiantata da una cultura (?) mediorientale ottusa, sessuofoba, castrante che si è propagata come un virus immondo e che trova le sue radici in quel libro mefitico che è la bibbia...Trovo sconcertante la vostra ignoranza, nel senso che ignorate ciò che ai Licei viene giustamente insegnato. In quanto ai genitori beghini che si sono scandalizzati io toglierei volentieri a loro i figli in quanto non degni di educare e soggetti socialmente pericolosi (…) Con disprezzo, dott. Paolo Lovera».
Il dott. Paolo Lovera non è uno psicopatico ma uno psicologo, e per giunta di chiara fama. E’ presidente del Centro di Psicologia delle Risorse OASI di Cuneo, attivo dal 1988, il quale si occupa di psicologia clinica, dello sviluppo e di formazione, ispirandosi ai “ principi della psicologia umanistica secondo la quale non sono le pulsioni istintuali a motivare il soggetto, ma piuttosto il bisogno di conoscere, di esprimersi, di costruire relazioni gratificanti e di autorealizzazione. Il centro si ispira inoltre agli insegnamenti del suo fondatore, Dott. Attilio Giribaldi, psicologo-psicoterapeuta che ha avuto un ruolo centrale nello sviluppo della psicologia in provincia di Cuneo e che per molti è stato un maestro. L’equipe dell’associazione presieduta dal dott. Lovera è di tutto rispetto, oltre che tutta al femminile: vi è infatti la Dott.ssa Elena Balbo psicologa, la Dott.ssa Isabel Giraudo neuropsicomotricista, la Dott.ssa Lia Gonella psicologa – psicoterapeuta, la Dott.ssa Enrica Gregorio psicologa, Dott.ssa Elvira Margherita Lingua psicologa – psicoterapeuta e la Dott.ssa Giovanna Pezone psicologa – psicoterapeuta.
Anche "La Zanzara" contro il libro oggetto della denuncia dei Giuristi per la Vita
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- Pubblicato Giovedì, 01 Maggio 2014 22:55
Gianfranco Amato a Radio Tau Bologna sul caso del Liceo Classico Giulio Cesare di Roma e sulla questione gender
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- Pubblicato Giovedì, 01 Maggio 2014 11:11
OMOFOBIA, A CHE PUNTO È LA LEGGE
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- Pubblicato Giovedì, 24 Aprile 2014 01:00
Il 15 aprile scorso è ripreso in Commissione Giustizia del Senato l’esame congiunto sul disegno di legge Scalfarotto in tema di omofobia, sospeso nella precedente seduta dell'8 aprile. Il senatore Felice Casson del PD chiede alla Presidenza di organizzare i lavori della Commissione così da consentire la conclusione dell’esame «in un tempo ragionevole». In proposito, segnala l’opportunità di demandare all'Ufficio di Presidenza la decisione di procedere con apposite sedute notturne dedicate all'esame delle proposte emendative. Vorrebbero tornare ad operare i figli delle tenebre. Fortunatamente, però, il Presidente della Commissione, senatore Nitto Palma di Forza Italia, osserva che il provvedimento non risulta ancora inserito nel calendario dei lavori dell'Assemblea e che, pertanto, non appaiano condivisibili richieste di compressione della discussione o di accelerazione dei tempi d'esame. In merito alla possibilità di convocare sedute notturne, lo stesso Presidente rileva come esse, per prassi nella organizzazione dei lavori della Commissione, siano state convocate solo per l’esame di provvedimenti urgenti.
Dopo brevi interventi dei senatori Casson, Giovanardi ed Enrico Buemi del Gruppo Autonomie-PSI-Maie, il Presidente Nitto Palma avverte che si riprenderà dall’esame dell'emendamento 1.16, sul quale, in sostituzione della relatrice Capacchione del PD, ribadisce il parere contrario. Il rappresentante del governo, Sottosegretario Ferri si rimette alla Commissione.
Dopo l’intervento per dichiarazione di voto favorevole del senatore Lucio Malan di Forza Italia e del senatore Carlo Giovanardi, prende la parola preannunciando il voto favorevole sulla proposta e rilevando l’inopportunità di proseguire nell'esame dei disegno di legge il quale, se approvato, finirebbe per introdurre nell'ordinamento un odioso reato di opinione. Si domanda ancora una volta per quale ragione si debba unicamente sanzionare le forme di discriminazione motivate dall'orientamento sessuale e non già altre forme di discriminazione parimenti deleteri. Verificata la presenza del numero legale, la Commissione respinge l'emendamento 1.16.
LA VIA ITALIANA ALLE NOZZE GAY
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- Pubblicato Giovedì, 24 Aprile 2014 00:57
In Italia non serve una legge che permetta di celebrare le “nozze” gay. Una coppia omosessuale che volesse “sposarsi” può già rivolgersi ai giudici o agli amministratori locali per farlo senza aspettare una pronuncia del Parlamento sul tema. Non sono esagerazioni queste, bensì una nitida fotografia di un percorso che ha portato alla legittimazione per via giurisprudenziale ed amministrativa del “matrimonio” omosessuale.
L’ultima puntata di questa saga arcobaleno si è svolta in quel di Latina, dove l’amministrazione comunale ha recepito la domanda di trascrizione nei registri del comune del “matrimonio” contratto nel 2002 in Olanda da Antonio Garullo e Mario Ottocento, nonostante sul caso si fosse già espressa la Cassazione in modo negativo qualche anno fa, come vedremo più avanti. Il provvedimento è stato proposto da quattro consiglieri del PD ed ha registrato 14 voti a favore, due contrari e un astenuto. Il Sindaco ha tenuto a precisare che ha solo accolto la domanda, cioè ha solo avviato la relativa procedura ma che non può perfezionarla trascrivendo l’atto di “matrimonio” finchè gli organi ministeriali non si saranno pronunciati sul punto, consapevole poi che solo il Parlamento è competente a legiferare in materia. E così il primo cittadino ha inviato tutto l’incartamento a Roma. Dunque il succo del discorso è questo: non si può fare, però noi iniziamo a farlo ugualmente.
La vicenda di Latina è solo l’esito di un iter giuridico, o meglio: para-giuridico, che è iniziato qualche anno fa. Nell’aprile del 2009, a seguito di un ricorso presentato da una coppia gay, il Tribunale di Venezia ha emesso un’ordinanza di remissione presso la Corte Costituzionale chiedendo che si vagli la costituzionalità del Codice Civile laddove non contempli il cosiddetto “matrimonio” omosessuale. A breve distanza sono state presentate analoghe ordinanze dai tribunali di Trento, Ferrara e Firenze. La Consulta ha respinto i ricorsi "in quanto le unioni omosessuali non possono essere ritenute omogenee al matrimonio" (sentenza n. 138/2010, ordinanze n. 276/2010 e n. 4/2011), però aprì al riconoscimento giuridico delle coppie di fatto omosessuali perché “formazioni sociali” ex art. 2 della Costituzione: “In tale nozione è da annoverare anche l’unione omosessuale, intesa come stabile convivenza tra due persone dello stesso sesso, cui spetta il diritto fondamentale di vivere liberamente una condizione di coppia, ottenendone – nei tempi, nei modi e nei limiti stabiliti dalla legge – il riconoscimento giuridico con i connessi diritti e doveri".
LIBRETTI GENDER, ALTRO CHOC A MILANO
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- Pubblicato Lunedì, 21 Aprile 2014 11:11
L’iniziativa della Provincia. La famiglia? «È un sentimento»
di Gianfranco Amato
E' giunta in diverse scuole lombarde una “guida operativa” finalizzata a «diffondere la cultura di genere nei percorsi scolastici primari e secondari di primo e secondo grado, fino al compimento dell’obbligo educativo». Il titolo è "Impari a scuola", simpatico calembour che gioca con i concetti di apprendimento e diseguaglianza. Il committente è l’Ufficio della consigliera di parità della provincia di Milano e di Monza e Brianza, in collaborazione con l’Agenzia Formazione e Lavoro, azienda speciale della Provincia di Milano.
Secondo quella guida, «la scuola risulta essere un luogo privilegiato di riflessione sulle differenze e sugli stereotipi di genere», perché sarebbe «proprio nel periodo scolastico che bambine/i e adolescenti cominciano a strutturare in maniera più definita identità, personalità e a sviluppare caratteristiche e capacità individuali», e quindi «un approfondimento su questo tema si pone come un’opportunità per progettare un percorso di vita, scolastico e professionale, sulla base delle proprie inclinazioni ed aspirazioni, che non necessariamente debbono corrispondere a quello che, a volte, rigidi modelli di genere impongono».
La guida prevede anche delle "schede di intervento operativo" dai titoli significativi.
Alcuni esempi: "Come siamo, come vorremmo essere: narrazioni autobiografiche in classe" (scheda 1); "Gli stereotipi nelle professioni" (scheda 2); "Il riconoscimento e l’analisi degli stereotipi attraverso il cinema" (scheda 5); "La fiaba nella tradizionepopolare: ruoli e pregiudizi" (scheda 7); "Oggi in classe parliamo di… differenze di genere" (scheda 9).
La guida affronta, poi, anche il tema della famiglia nei seguenti termini: «Se si volesse tentare una definizione, la più vicina possibile all’immagine diffusa e condivisa di cosa siano le famiglie oggi, l’espressione più efficace sarebbe senz’altro la famiglia come sentimento, o la famiglia affettiva, secondo un’altra formula di successo». Bisogna ormai parlare di «pluralità di modelli familiari» (poiché «vi sono poi le famiglie monoparentali, le famiglie di fatto, i genitori omosessuali dell’uno o dell’altro sesso») e riconoscere proprio il «sentimento come base e scelta di relazione familiare». Si precisa, infine, come il superamento della «famiglia classica genitori/figli» rappresenti «un cambiamento culturale e di mentalità», che ha portato a superare «il giudizio di devianza» verso forme alternative di famiglie e ad accettare la «cultura della differenza, capace di riconoscere le pluralità dei modi in cui i soggetti desiderano e possono formare nuclei affettivi».
La guida affronta anche il tema delle "nuove pratiche educative". Si legge, infatti, che «nelle famiglie contemporanee è entrata in crisi una concezione normativa dell’educazione dei genitori verso i figli e le figlie», la quale prevedeva «la trasmissione di valori e regole, indiscutibili, dalla generazione più vecchia alla più giovane». Oggi, secondo la guida, «prevale una concezione dell’autonomia di bambini, bambine e adolescenti come attori sociali competenti, soggetti attivi, protagonisti della costruzione della propria vita, detentori di diritti», «si sta attuando quindi un grande mutamento sociale e culturale nella relazione genitori figli, figlie e questi ultimi rifiutano di seguire passivamente i modelli ereditati dalle generazioni precedenti.
Pubblicato su Avvenire del 19 aprile 2014