SE APPENDI UN VOLANTINO DELLA "MANIF" SEI FASCISTA
- Dettagli
- Pubblicato Mercoledì, 16 Luglio 2014 15:11
di Gianfranco Amato
Pantalla è una frazione del comune umbro di Todi. È nota per essere sede del nosocomio di zona, l’Ospedale Unico Territoriale della Media Valle del Tevere. Come molti ospedali d’Italia, anche quello di Pantalla ospita (ancora) una cappella per funzioni religiose. Domenica 7 luglio è accaduto un altro di quei fatti inquietanti sul fronte della libertà d’opinione minacciata dalla propaganda omosessualista. Durante la celebrazione della Santa Messa, intorno alle 18.00, i fedeli si accorgono di un medico del reparto Chirurgia che si reca verso la bacheca posta appena fuori dalla cappella, ove era affisso il manifesto intitolato “Con la legge sull’omofobia siamo tutti a rischio!” firmato dal Comitato Direttivo della Manif pour Tous di Siena. Il medico si avvicina alla bacheca e affigge un foglio. Finita la celebrazione, i fedeli, incuriositi dall’accaduto, vanno a leggere il messaggio lasciato dal medico, e restano basiti. Questo il testo scritto su un foglio che porta il logo della “Azienda Unità Sanitaria Locale Umbria 1”, in riferimento al citato manifesto della Manif pour Tous: «Questo manifesto è razzista e edito da un’organizzazione fascista. Vergogna ai religiosi che lo espongono!!». Il caso è grave e meriterebbe di essere segnalato alle forze di polizia, perché l’offesa gratuita ed infondata di “razzista”, integra un reato penale.
Ma il punto importante è che questo ennesimo episodio rivela la pericolosa deriva di intolleranza che rischia di abbattersi su coloro che osano opporsi alla follia ideologica dell’omosessualismo. Non riusciamo nemmeno ad immaginare cosa potrà accadere quando alla lobby gay verrà fornito pure il supporto della repressione penale. Davvero, come giustamente denuncia il manifesto della Manif pour Tous, con «la legge contro l’omofobia siamo tutti a rischio!!». E allora si vedrà davvero chi sono i “fascisti”.
SCUOLA E GAY, LA SCHIZOFRENIA DELLA MINISTRA
- Dettagli
- Pubblicato Lunedì, 14 Luglio 2014 00:53
di Gianfranco Amato
Gli uomini di mondo sanno che spesso i politici si prestano a recitare più parti in commedia. C’est la vie! La cosa si può arrivare anche a tollerare con un disincantato sorriso, a patto che non si superino i limiti della decenza. Come è accaduto al Ministro dell’Istruzione Stefania Giannini.
Il 5 giugno scorso Avvenire nell’articolo di Paolo Ferrario dava un’ottima notizia: «Giannini, mai più gender nelle scuole». L’esordio dell’articolo fa ben sperare: «Mai più casi come quello del Liceo classico “Giulio Cesare” di Roma (dove ai ginnasiali di 15 anni è stato fatto leggere un romanzo i cui contenuti sono stati giudicati «inopportuni» e «sconvenienti» dalla Presidenza del Senato, che ha impedito fossero inseriti stralci del testo in un’interrogazione) o come quello del Liceo ginnasio “Muratori” di Modena, dove è stata organizzata una conferenza del transessuale Luxuria, senza prevedere il contraddittorio e, soprattutto, senza avvertire i genitori degli studenti, che infatti hanno molto protestato».
Sempre secondo quanto riferito da Avvenire, la ministra Giannini in persona, rispondendo ad un question time alla Camera, ha precisato che «sarà evitato il “ripetersi di situazioni simili”, che sono state “conseguenza dell’applicazione, nelle scuole, della “Strategia nazionale per la prevenzione e il contrasto delle discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere” predisposta dall’Unar (Ufficio nazionale anti-discriminazioni razziali) in collaborazione con 29 associazioni Lgbt (lesbiche, gay, bisessuali e transessuali)».
Nel suo intervento alla Camera il 4 giugno, la stessa ministra, peraltro, aveva esordito prendendo le distanze dagli ormai celebri opuscoli dell’UNAR “Educare alla diversità”, commissionati all’Istituto A.T. Beck, ritenuto espressamente «un progetto che non ha coinvolto in nessuna fase il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca, né nella sua ideazione e, tanto meno, nella sua realizzazione». Colpo ferale a quella sciagurata iniziativa.
BACIO GAY DI GESU' SULLA RAI
- Dettagli
- Pubblicato Venerdì, 11 Luglio 2014 00:16
Al link sottostante potrete leggere il commento del quotidiano "Libero" alla denuncia fatta dai Giuristi per la Vita e dall'Associazione Pro Vita per lo sketch blasfemo mandato in onda da RAI 2
Cattivo gusto in prima serata - Il bacio gay di Gesù sulla Rai alle nove di sera
FINTE SPOSE LESBO, CON FIORI, TORTA E UN SINDACO DA RIDERE
- Dettagli
- Pubblicato Mercoledì, 09 Luglio 2014 02:08
Gay Pride, mozioni, registri comunali, proposte di legge sulle unioni civili non sono più ritenuti sufficienti dalla propaganda omosessualista. Ora ci tocca pure assistere alle finte nozze celebrate in Comune. Con tanto di sindaco, cerimonia, inviti, servizio fotografico, fiori, bouquet e l’immancabile bacio. È accaduto il 5 luglio a Ravenna dove la mascherata matrimoniale si è svolta alla compiaciuta presenza del sindaco Fabrizio Matteucci. Ne ha dato notizia Il Resto del Carlino con una intervista alle due pseudo nubende Barbara Domenichini e Carla Baroncelli, le quali raccontano di «essere state ricevute in Municipio, nella sala preconsiliare, dal sindaco, come in un matrimonio in piena regola».
Precisano, poi, le due donne: «Il sindaco non ha indossato la fascia ma l’ha appoggiata sul tavolo e noi abbiamo trasformato un evento privato in una cerimonia pubblica, con tutti gli invitati, dandole un significato simbolico e politico ben preciso». L’intervistatrice Annamaria Corrado chiede poi alla coppia gay di raccontare i dettagli della cerimonia visto che, precisa la stessa giornalista, «si è trattato di un matrimonio in piena regola anche nei preparativi, con inviti, torta nuziale, bouquet». Rispondono le due: «È stato esilarante, in pasticceria continuavano a farci vedere statuine su statuine da mettere sulla torta, tutte con uno sposo e una sposa e a noi non andava bene. Quando alla fine abbiamo detto che a sposarci eravamo noi due, la signora ci ha guardato sorridendo e ha risposto: “Potevate dirmelo subito così avremmo risparmiato tutto questo tempo”».
«Anche dalla fiorista - continuano le due - è stato divertente. Abbiamo chiesto due bouquet e la signora ci ha detto: “Certo, uno da tenere, l’altro da lanciare”. A quel punto ne abbiamo chiesti quattro. Lei allora si è seduta un attimo, era emozionata. Abbiamo avuto l’impressione che tutte queste persone fossero in qualche modo onorate di essere le prime a cui capitava una cosa del genere». Viene, ovviamente, anche pianificato il viaggio di nozze. Spiegano, infatti, Barbara e Carla in merito alla loro luna di miele: «Sceglieremo un Paese dell’Unione Europea dove è consentito il matrimonio tra persone dello stesso sesso. Ci sono diversi sindaci in Italia che si sono esposti, dichiarando di essere favorevoli a riconoscere il certificato di matrimoni celebrati all’estero. Quando torneremo cercheremo di far riconoscere anche qui la nostra unione. Così si concluderà il nostro percorso iniziato con l’iscrizione al registro delle coppie di fatto».
Questo episodio dimostra ancora una volta l’evidente strategia della lobby gay, tutta improntata alla logica della continua escalation. Assolutamente ingenuo pensare, poi, ad un possibile punto di compromesso, se nessuno è in grado di dare la garanzia politica di saper fermare costoro. Numquam satis per quella agguerrita e potente lobby che, pur essendo minoranza anche nel mondo omosessuale, sembra però essere riuscita a mettere in scacco le istituzioni e la politica del nostro Paese. Evidentemente non basta più la proposta di legge sulle unioni gay di Renzi, ritenuta ormai troppo blanda. Si punta dritti al matrimonio, con tutti i diritti annessi, compresa la possibilità di adottare minori. L’invincibile e potente macchina della propaganda omosessualista si è già messa in moto. I finti matrimoni in comune stanno lì a dimostrarlo.
Pubblicato ne "La Nuova Bussola Quotidiana" del 8/7/2014
MOZIONE DEL CONSIGLIO REGIONALE DELLA LOMBARDIA A SOSTEGNO DELLA FAMIGLIA NATURALE: RASSEGNA STAMPA
- Dettagli
- Pubblicato Giovedì, 03 Luglio 2014 23:36
Pubblichiamo alcuni collegamenti a pagine web che hanno commentato la mozione del Consiglio Regionale, nonché la registrazione della trasmissione radiofonica di Radio Mater a cui Gianfranco Amato ha partecipato il 30/6/2014.
Lombardy rejects ‘gay marriage’ and gender propaganda in schools- lifesitenews.com dell'8/7/2014
L’Arcigay vuole boicottare la Lombardia omofoba: «Deve crollare l’economia della regione» - Tempi web del 3/7/2014l
La famiglia così com'è. Cronaca di una bella giornata - La Nuova Bussola Quotidiana del 3/7/2014
Lombardia approva mozione a sostegno famiglia naturale - Libertà e Persona del 2/7/2014
Festa della famiglia naturale, il testo della mozione - Avvenire del 2/7/2014
Una festa per la famiglia naturale- Avvenire del 2/7/2014
Mozione della Lega Nord contro l'ideologia gender - La Nuova Bussola Quotdiana del 27/6/2014
LOMBARDIA: IL CONSIGLIO REGIONALE APPROVA MOZIONE A SOSTEGNO DELLA FAMIGLIA NATURALE
- Dettagli
- Pubblicato Giovedì, 03 Luglio 2014 23:18
Martedì 1 luglio, il Consiglio regionale della Lombardia ha approvato a maggioranza una mozione a sostegno della famiglia naturale proposta dalla Lega Nord e firmata da tutto il centrodestra. Invece i gruppi di opposizione (Pd, Patto civico e M5S) al momento del voto sono usciti dall’aula.
Ecco il testo integrale della mozione 263:
Premesso che:
• la famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo ed una donna rappresenta l’istituzione naturale aperta alla trasmissione della vita e l’unico adeguato ambito sociale in cui possono essere accolti i minori in difficoltà, anche attraverso, in casi estremi, gli istituti dell’affidamento e dell’adozione;
• la “famiglia è il nucleo naturale e fondamentale della società” e come tale “ha diritto ad essere protetta dalla società e dallo Stato” secondo quanto sancito dall’art.16 terzo comma della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo adottata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 10 dicembre 1948;
• la famiglia costituisce, più ancora di un mero nucleo giuridico, sociale ed economico, una comunità di affetti e di solidarietà in grado di insegnare e trasmettere valori culturali, etici, sociali, spirituali e religiosi, essenziali per lo sviluppo e il benessere dei propri membri e della società, nonché il luogo dove diverse generazioni si incontrano e si aiutano vicendevolmente a crescere nella sapienza umana e ad armonizzare i diritti degli individui con le altre istanze della vita sociale;
• le istituzioni devono provvedere allo stanziamento di pubblici sussidi al fine di garantire ai genitori un’effettiva libertà nella scelta della scuola per i propri figli, senza essere costretti a sostenere, direttamente o indirettamente, spese supplementari che impediscano o limitino di fatto tale libertà;
Considerato che:
• in tutto il Paese, con il pretesto di combattere “inutili” stereotipi, si stanno moltiplicando i casi di aperta propaganda contro la famiglia naturale, soprattutto nel mondo scolastico, con proiezione di film e sitcom gay, diffusione di fiabe rivedute e corrette in chiave omosessuale consegnate ai bimbi della scuola dell’infanzia e pubblicate dall’UNAR, ufficio che dipende dal Dipartimento Pari Opportunità che a sua volta fa capo al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. E’ legittimo e condivisibile che nelle scuole si insegni a non discriminare i gay o altre minoranze, ma questo non deve necessariamente comportare l’imposizione di un modello di società che prevede l’eliminazione delle naturali differenze tra i sessi;
• nel Liceo Giulio Cesare di Roma i professori hanno imposto ad allievi minorenni la lettura di un romanzo, a forte impronta omosessualista, dal titolo “Sei come sei” della scrittrice Melania Mazzucco (Edizioni Einaudi), alcuni passi del quale rivelano, in realtà, un chiaro contenuto pornografico descrivendo fra l’altro nei dettagli un rapporto orale fra due maschi;
• in numerose scuole italiane, nello scorso mese di marzo e in occasione della c.d. “settimana contro il razzismo”, è stata proiettata a un pubblico di minori la sitcom gay “Vicini”, con numerose polemiche e proteste da parte delle Associazioni dei Genitori. Nel video in questione vengono pronunciate frasi come: “La famiglia tradizionale deve finire” o si assiste a scene di gay che si sposano davanti a un prete, a sua volta omosessuale;
• nella scuola materna “I sei colori di Ugo” a Roma si è deciso quest’anno di sostituire la festa del papà con una più inclusiva “festa delle famiglie” per non discriminare una bambina con due madri lesbiche;
• la strategia dell’UNAR mira nei fatti a destrutturare la famiglia naturale, impartendo già nei soggetti più deboli ed in crescita questi insegnamenti;
• nell’opuscolo dell’UNAR, dedicato ai docenti, viene richiesto a chi insegna di “non usare analogie che facciano riferimento a una prospettiva etero normativa in quanto tale punto di vista, ad esempio, potrebbe assumersi nell’assunzione che un bambino da grande si innamorerà di una donna e la sposerà”;
• si sta applicando in numerose scuole materne ed elementari d’Italia il documento Standard per l’educazione sessuale in Europa che prevede tra l’altro, nella fascia di età fra i 4 e 6 anni, l’introduzione alla masturbazione infantile precoce, capacità di identificare i genitali nei dettagli e l’identità di genere, ovvero la scelta se essere maschietti o femminucce;
• la legge c.d. “Scalfarotto”, approvata alla Camera e in discussione attualmente al Senato, parifica l’omofobia ai reati già condannati dalla legge Mancino (razzismo, antisemitismo, etc). Una volta approvata la legge in via definitiva, chi ad esempio si dichiarerà contrario al matrimonio fra persone dello stesso sesso sarà punito con 1 anno e 6 mesi di reclusione (che possono arrivare a 4 anni se il reato è svolto in forma associativa). Lo Stato avrà l’obbligo di procedere d’ufficio anche se la persona ritenuta offesa dovesse ritirare la querela.
Il Consiglio Regionale della Lombardia:
dichiara la propria opposizione a qualunque tentativo di comprimere i diritti e i doveri dei genitori all’educazione dei propri figli, ignorare l’interesse superiore dei minori a vivere, crescere e svilupparsi all’interno della propria famiglia naturale;
impegna la Giunta Regionale
ad individuare, in collaborazione con l’Ufficio di Presidenza del Consiglio, una data per la celebrazione della Festa della Famiglia Naturale, fondata sull’unione fra uomo e donna, promuovendone sia direttamente che indirettamente attraverso scuole, associazioni ed Enti Locali la valorizzazione dei principi culturali, educativi e sociali;
a chiedere al Governo centrale la non applicazione del Documento Standard per l’educazione sessuale in Europa redatto dall’ufficio europeo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità;
e invita la Giunta Regionale
a introdurre il “Fattore Famiglia” quale criterio di sostegno alle politiche attive e passive al reddito delle famiglie lombarde.