ISTANZA ALLA CORTE COSTITUZIONALE PER LA NOMINA DI UN CURATORE PER 9 EMBRIONI
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- Pubblicato Mercoledì, 16 Ottobre 2013 00:22
Comunicato stampa 11-2013
Il 4 ottobre 2013, il Presidente dei Giuristi per la Vita, avv. Gianfranco Amato, ha presentato al Presidente della Corte Costituzionale un’istanza con cui chiede la nomina di un curatore speciale per la difesa di nove embrioni, attualmente congelati e custoditi presso un centro per la fertilità di Firenze.
Gli embrioni sono stati prodotti con la fecondazione in vitro insieme ad un decimo, già morto, approfittando dell'eliminazione del divieto di produrre più di tre embrioni per ogni ciclo, da una coppia della quale un componente è affetto da patologia genetica; cinque di essi sono risultati affetti da quella patologia, mentre la condizione degli altri quattro è rimasta ignota. La coppia ha chiesto al Tribunale di Firenze di sancire il diritto della donna a rifiutare l'impianto di quei nove embrioni e di autorizzarla a produrre altri embrioni; inoltre ha chiesto di affermare il diritto dei genitori a destinare i nove embrioni alla ricerca scientifica indirizzata alla cura della patologia genetica da cui sono affetti.
Il Tribunale di Firenze, nel sollevare la questione di costituzionalità, sostiene che la legge 40 del 2004 sulla fecondazione artificiale è illegittima perché non permette alla coppia di revocare il consenso al trattamento dopo che il concepimento è avvenuto e non permette di destinare gli embrioni non utilizzati alla ricerca scientifica.
L'ordinanza del Giudice di Firenze mira a “chiudere il cerchio” aperto da quelle emesse da altri giudici civili: ottenuta l'autorizzazione a creare più di tre embrioni per ogni ciclo, se ne producono nel numero più alto possibile, si sottopongono alla diagnosi genetica preimpianto, si selezionano e di essi si fa quello che più interessa: si possono utilizzare per instaurare una gravidanza (altri giudici cercano, nel frattempo, di abbattere il divieto di fecondazione eterologa), ma anche per la “ricerca scientifica”, espressione niente affatto specificata ma che contempla con assoluta certezza il risultato finale della morte dell'embrione, congelato, sezionato, “dissolto”, ma anche sottoposto alle sperimentazioni più varie (possiamo dimenticare che, in altri paesi, alcuni "ricercatori" sono giunti ad impiantare embrioni umani nell'utero di scimmie?); utilizzati gli embrioni creati in un ciclo, se ne potranno produrre altri – perché si sa, la ricerca scientifica cerca sempre nuovo “materiale”.
Comunicato stampa 10-2013: Solidarietà all'industriale Guido Barilla
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- Pubblicato Venerdì, 27 Settembre 2013 21:30
COMUNICATO STAMPA 10-2013
L’Associazione Giuristi per la Vita esprime solidarietà all’industriale Guido Barilla per il linciaggio mediatico e relativa campagna di boicottaggio, causato dalle dichiarazioni rilasciate durante la trasmissione radiofonica La Zanzara su Radio 24.
In quell’occasione lo stesso imprenditore, pur dichiarando addirittura la propria posizione favorevole rispetto ai matrimoni omosessuali, ha affermato: «non farei mai un spot con una famiglia omosessuale, non per mancanza di rispetto ma perché non la penso come loro, la nostra è una famiglia classica dove la donna ha un ruolo fondamentale». Tanto è bastato per vedersi affibbiare il marchio infamante di omofobo, seguito dall’inevitabile canea dei rancorosi e intolleranti omosessualisti.
I Giuristi per la Vita, pur non condividendo la posizione di Guido Barilla circa i matrimoni tra persone dello stesso sesso, apprezzano la scelta di una promozione commerciale attraverso l’immagine della famiglia naturale, al cui interno viene valorizzato il ruolo della donna-madre, e riconoscono il coraggio dimostrato dallo stesso Barilla nel difendere la famiglia formata da un uomo e una donna. Come ha ricordato l‘onorevole Eugenia Roccella «gli attacchi forsennati delle associazioni gay e l'invito al boicottaggio nei confronti della Barilla dimostrano quanto siano fondati i timori per la libertà di espressione espressi da alcuni durante il dibattito parlamentare sull'omofobia». «Se avere un'idea del matrimonio diversa da quella dei militanti gay – si è chiesta la stessa onorevole Roccella – scatena tutto questo, cosa accadrebbe con una legge come quella appena votata dalla Camera?».
I Giuristi per la Vita difendono il diritto di Guido Barilla ad essere “diverso” rispetto al pensiero unico dominante che si vorrebbe imporre nella società italiana, e segnalano come le intolleranti reazioni che mirano a distruggere la libertà di opinione e di impresa vengano proprio da quelle associazioni e da quegli uomini politici che intendono trasformare in reato penalmente perseguibile il mero fatto di sostenere pubblicamente i principi sulla famiglia contenuti nella nostra Costituzione laica e repubblicana.
Quella dell’industriale Guido Barilla tacciato di omofobia – pur essendo, oltretutto non ostile ai matrimoni gay – è l’ultimo esempio della preoccupante ondata di intolleranza e odio che proviene dalla lobby omosessualista.
IL PRESIDENTE
Avv. Gianfranco Amato
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COMUNICATO STAMPA SULLA VIOLENTA CONTESTAZIONE AL CONVEGNO “GENDER, OMOFOBIA, TRANSFOBIA: VERSO L’ABOLIZIONE DELL’UOMO?”
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- Pubblicato Mercoledì, 25 Settembre 2013 09:24
COMUNICATO STAMPA 9-2013
L’Associazione Giuristi per la Vita esprime solidarietà e pieno sostegno all’Avv. Giorgio Razeto ed al Prof. Mauro Ronco, fatti oggetto di un ignobile, violento e vergognoso attacco da parte di alcuni contestatori durante il convegno svoltosi domenica 22 settembre 2013 a Casale Monferrato, dal titolo Gender, omofobia, transfobia: verso l’abolizione dell’uomo?, un’iniziativa organizzata dal Movimento per la vita, Alleanza Cattolica, Comunione e Liberazione, con il patrocinio della Pastorale della Salute e Pastorale Sociale della Diocesi di Casale Monferrato. Si è trattato di una becera gazzarra allestita da attivisti dei movimenti per i diritti dei gay, tra cui il coordinamento Torino Pride LGBT, il collettivo AlterEva e l’associazione Arcigay.
Questo ennesimo episodio di violenta intolleranza da parte di esponenti dell’ideologia omosessualista è l’indicatore della grave emergenza democratica che sta vivendo il nostro Paese sul versante delle libertà di pensiero e di credo religioso, garantite e tutelate dagli articoli 21 e 19 della Costituzione.
Non è più tollerabile l’ingiurioso coro di insulti e improperi indirizzati dalla furia ideologica e dal cieco fanatismo delle Erinni omosessualiste nei confronti di chi osa esprimere posizioni diverse. Non è più tollerabile che chi sostiene l’unicità della famiglia eterosessuale, il divieto di adozione di minori per coppie dello stesso sesso, e dà dell’omosessualità un giudizio morale di riprovazione, venga trattato alla stessa stregua dei negazionisti dell’Olocausto, dei sostenitori dell’Apartheid, o dei fiancheggiatori del Ku Klux Klan.
Da mesi i Giuristi per la Vita continuano a mettere in guardia politici ed opinione pubblica sul fatto che l’attuale pericolosa deriva intollerante della lobby omosessualista stia gravemente minando una delle libertà fondamentali della nostra Costituzione, ovvero la libertà di opinione, pilastro del sistema democratico su cui si fonda la civiltà liberale dell’Occidente.
COMUNICATO STAMPA 8-2013 - CRITICA ALLA SENTENZA "GENDER" DEL TRIBUNALE DI ROVERETO
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- Pubblicato Domenica, 04 Agosto 2013 23:20
I Giuristi per la Vita esprimono una forte critica, un profondo dissenso ed una viva preoccupazione nei confronti della recente sentenza del Tribunale di Rovereto, con cui si è ritenuta legittima la riattribuzione del genere anagrafico senza il ricorso dell’intervento chirurgico o a sterilizzazione.
Si tratta dell’ennesimo tentativo di introdurre nel nostro ordinamento giuridico il concetto di identità di genere, tentativo effettuato, oltretutto, non mediante un approfondito e pubblico dibattito parlamentare ma attraverso la pericolosa scorciatoia della via giudiziaria.
Si tratta di un intervento volto ad incidere profondamente nella stessa prospettiva antropologica dell’uomo, con inevitabili gravi conseguenze.
Si tratta di una questione troppo seria per essere lasciata alle sperimentazioni da laboratorio di magistrati che si arrogano il diritto di assurgere al ruolo di giudici-legislatori.
IL PRESIDENTE
Avv. Gianfranco Amato
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Ascolta l'intervista dell'Avv. G. Amato a Radio Vaticana del 3-8-2013
COMUNICATO STAMPA 7-2013 - SOLIDARIETA' A DON STEFANO PICCINELLI
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- Pubblicato Venerdì, 26 Luglio 2013 08:09
I Giuristi per la Vita esprimono piena solidarietà e vicinanza filiale a don Stefano Piccinelli, Cappellano dell’Ospedale di Cona (FE), che grazie al coraggio della testimonianza non è arretrato dinnanzi alle arroganti minacce di chi ha inteso impedirgli l’esercizio del suo sacrosanto e fondamentale diritto alla libertà di opinione e di credo religioso, esercizio sancito e tutelato dagli articoli 19 e 21 della nostra Costituzione.
Ancora una volta si è rivelato il volto intollerante dei sedicenti tolleranti, e l’intento discriminatorio dei sedicenti discriminati.
I Giuristi per la Vita considerano inqualificabile il giudizio dato dal Presidente nazionale dell’Arcigay, Flavio Romani, al gesto di don Stefano, testualmente definito come «un atto scorretto e inqualificabile per difendere il diritto all’offesa», ed esprimono viva preoccupazione per quando riferito dallo stesso Presidente dell’Arcigay nella lettera inviata alla Direzione dell’Ospedale, parlando a proposito di «discriminazione in un luogo pubblico», e invocando non meglio precisati «provvedimenti».
Se questi sono i segnali premonitori dell’offensiva omosessualista che ci attende, i Giuristi per la Vita sono ancora più convinti della necessità di combattere la campagna contro la proposta di legge per contrastare l’omofobia e la transfobia, e del dovere morale di difendere il diritto alla libertà di pensiero.
Concedere a questa nascente forma di intolleranza la forza della legge e il braccio armato della magistratura militante sarebbe esiziale per quella quota residua che ancora resta di democrazia nel nostro Paese.
Chapeau a don Stefano Piccinelli!
IL PRESIDENTE
Avv. Gianfranco Amato
Leggi qui il fatto ed i commenti: Cona ovvero la censura omossessualista del dissenso
Contro il reclamo della CGIL a Strasburgo in materia di obiezione di coscienza - Comunicato stampa 5/2013
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- Pubblicato Venerdì, 07 Giugno 2013 00:37
La CGIL ha presentato un reclamo al Comitato Europeo dei Diritti Sociali del Consiglio d’Europa, in cui si sostiene che in Italia il numero eccessivo di medici obiettori di coscienza in materia di aborto, metterebbe a rischio la salute delle donne ed il diritto dei medici non obiettori a lavorare in condizioni eque, dignitose e sicure.
I Giuristi per la Vita, gruppo di legali capitanati dall’avvocato Gianfranco Amato, hanno dato la loro disponibilità a rappresentare a Strasburgo le ragioni degli obiettori di coscienza, ottenendo l’incarico da alcune organizzazioni, tra cui, l’Associazione Italiana Ginecologi Ostetrici Cattolici, l’Associazione Medici Cattolici Italiani, il Forum delle associazioni familiari, la Confederazione Italiana dei Consultori familiari di Ispirazione Cristiana e il Centro Studi per la tutela della salute della madre e del concepito dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma.
In un’articolata e documentata memoria, i Giuristi per la Vita hanno contestato le argomentazioni addotte dalla CGIL, utilizzando, soprattutto, i dati i dati ufficiali esposti nelle Relazioni del Ministro della Salute, dai quali emerge tra l’altro, che:
1. l’interruzione volontaria della gravidanza resta uno dei servizi sanitari erogati ad un livello di efficienza molto alto, che non è peggiorato nel corso degli anni, e che difficilmente si riscontra per altre tipologie di intervento.
2. non esiste un solo caso in cui, ad una donna, sia stata negata la possibilità di abortire legalmente.
3. nel 95% dei casi l’aborto viene eseguito entro tre settimane dal momento in cui è possibile, e ciò benché oltre il 90% degli interventi non sia urgente.
4. in nove interventi su dieci si ricorre al day hospital.
5. il numero delle complicanze è minimo e stabile nel tempo, mentre il numero degli aborti clandestini è ai livelli minimi.
6. il crescente numero delle donne straniere che abortiscono legalmente dimostra la facilità dell’accesso al servizio che, si deve ricordare, è gratuito.
IL PRESIDENTE
Avv. Gianfranco Amato