IL SENATO NELLA COSTITUENTE
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- Pubblicato Venerdì, 25 Novembre 2016 15:03
di Francesco Mario Agnoli
Fra i critici della riforma costituzionale molti concordano però sulla eliminazione del cosiddetto bicamerismo perfetto, che attribuisce in piena parità alle due Camere, oltre che il potere di accordare e revocare la fiducia al governo, l'esercizio della funzione legislativa.
Tuttavia siamo sicuri che sia così? Più in generale, prima di cambiarla, siamo sicuri di conoscere la Costituzione e le ragioni dei costituenti nel scegliere una strada piuttosto che un'altra? Potrebbe essere che queste ragioni siano più valide dell'argomento che soltanto in Italia la funzione legislativa è esercitata su un piano di parità dalle due Camere.
Un'argomentazione, che andrebbe quanto meno approfondita perché nei vari paesi europei la posizione costituzionale del Senato (dove esiste) è molto variegata, ma che, stranamente, incontra scarse obiezioni anche da parte di chi non condivide la riforma. Eppure basta ripescare l'intenso dibattito che settant'anni fa impegnò l'Assemblea Costituente per comprendere che si trattò di una scelta fondata su ragioni che attengono ai meccanismi stessi della democrazia sicché hanno oggi lo stesso peso e valore del 1948. Le Costituzioni, difatti, valgono non solo per i principi che proclamano (spesso i più nobili sono proclamati dalle dittature), ma per gli strumenti messi in campo per realizzarli.
Nella Costituente vi furono prese di posizione a favore del monocameralismo, giustificate anche dalla contrarietà alla tesi di altri costituenti favorevoli sì all'istituzione del Senato, ma per farne l'organo di rappresentanza delle Regioni. Alla fine prevalse l'idea che un Senato collocato istituzionalmente sullo stesso piano della Camera dei deputati avrebbe assicurato una migliore qualità della legislazione e si sarebbe posto quale organo di garanzia democratica contro prevaricazioni parlamentari o di governo, facilitate dall'esistenza di un'unica Camera troppo soggetta al dominio della maggioranza.
Messico: l'Avv. Amato tiene una conferenza organizzata da Red Familia ed incontra la stampa
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- Pubblicato Venerdì, 25 Novembre 2016 00:15
Gianfranco Amato tiene una conferenza organizzata da Red Familia, un'organizzazione che raggruppa oltre 1.000 associazioni messicane che rappresentano più di un milione di famiglie.
... e dopo la colazione-conferenza UNA CONFERENZA STAMPA CON TUTTI I PRINCIPALI GIORNALI NAZIONALI MESSICANI
MESSAGGIO AGLI ITALIANI DEL FAMILY DAY - DEPUTATA MESSICANA E. MARTINEZ, CON GIANFRANCO AMATO
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- Pubblicato Lunedì, 14 Novembre 2016 01:19
10 novembre 2016
L'avv. Amato al Parlamento Messicano
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- Pubblicato Lunedì, 14 Novembre 2016 01:17
L'avv. Amato nella sala conferenze del Parlamento Messicano spiega ai Parlamentari cattolici prima della votazione i motivi per cui bisognava votare NO al matrimonio "igualitario".
L'avvocato Amato parla alla Conferenza Episcopale Messicana
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- Pubblicato Lunedì, 14 Novembre 2016 01:09
L'avv. Amato a Città del Messico presso la CEM Conferenza Episcopale Messicana davanti a 120 Vescovi e 4 Cardinali in seduta generale ha spiega il pericolo della teoria gender ed il perché è considerata da Papa Francesco "un grande pericolo per il matrimonio" cit. Papa Francesco a Tbilisi.
Dobbiamo essere fieri di questo laico cattolico nostro connazionale così tanto considerato da tutta la Chiesa Messicana.
Messico: il Parlamento blocca le nozze gay
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- Pubblicato Venerdì, 11 Novembre 2016 00:35
La missione dell'avv. Gianfranco Amato si è conclusa nel migliore dei modi con la bocciatura della legge sul matrimonio omosessuale. Non possiamo che ringraziare questo testimone italiano chiamato in Messico dalle associazioni per la famiglia e dai Vescovi della Conferenza Episcopale Messicana per dare l'ultima spallata! Qui sotto la notizia pubblicata dall'Agenzia Zenit:
Dopo le imponenti manifestazioni popolari di settembre a favore della famiglia e contro il gender, la Camera ha bloccato la riforma costituzionale voluta dal presidente Peña Nieto
Sono servite le due imponenti manifestazioni che si sono svolte in Messico, a settembre, per protestare contro l’ipotesi di introdurre matrimoni omosessuali e ideologia gender nelle scuole. I parlamentari messicani hanno infatti recepito il grido popolare ed hanno bocciato la legge.
Dapprima un milione di persone, soprattutto famiglie, ha invaso le strade di 122 città messicane per dissuadere il presidente, Enrique Peña Nieto, dal modificare l’articolo 4 della Costituzione per rendere il matrimonio accessibile anche agli omosessuali. Poi le persone sono tornate a manifestare, due settimane più tardi, radunandosi nella capitale Città del Messico.
Motore dell’iniziativa il Frente National por la Familia, il quale ha denunciato anche l’imposizione dell’ideologia gender ad alunni finanche minorenni. “Una cosa – ha commentato Fernando Guzman, uno degli organizzatori – è il rispetto pieno delle persone omosessuali, altra cosa è insegnare ai bambini che non sono maschi o femmine, ma che sono ciò che vogliono essere”.
La modifica costituzionale, annunciata a maggio dal presidente Peña Nieto per legalizzare le nozze gay, necessitava tuttavia dell’approvazione parlamentare. E nelle scorse ore il Parlamento ha respinto questa proposta.
19 sono stati i voti contrari, 8 quelli a favore e un’astensione, così un’apposita commissione sulle questioni costituzionali della Camera dei Deputati ha messo fine a un dibattito che aveva conosciuto, un anno fa, anche l’intervento della Corte Suprema, la quale aveva ritenuto incostituzionale il divieto di matrimonio per persone dello stesso sesso.
[a cura di Federico Cenci]
Fonte: Zenit.org del novembre 2016