SCEMPIO DEL DIRITTO E MINACCE ALLA LIBERTA’ NEL DISEGNO DI LEGGE SCALFAROTTO SULLA COSIDDETTA “OMOFOBIA”
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- Pubblicato Domenica, 08 Settembre 2013 00:29
di Patrizia Fermani
La legge penale nasce per difendere i valori fondamentali della società (vita, onore, proprietà ecc.); prevede i comportamenti che li offendono, la pena che deve seguire all'offesa e affida al giudice il compito di stabilire chi e come dovrà essere giudicato.
Ma il legislatore è onnipotente, può istituire campi di concentramento di qualunque colore e legalizzare l'aborto, fare leggi ingiuste, cosi come il giudice può mandare al patibolo una regina innocente. Ecco dunque la necessità di stabilire dei principi capaci di contenere il più possibile l'arbitrio del legislatore da un lato, quello del giudice dall'altro. Non basta a questo scopo il principio di legalità , nullum crimen sine lege, per cui si può essere puniti solo in virtù di una legge entrata in vigore prima che il fatto sia stato commesso. Occorre da un lato che la legge tuteli un valore già preesistente nella coscienza della collettività e da questa sentito come tale, e che non utilizzi la sanzione penale per imporre nuovi "valori" funzionali ad un contingente programma di potere ed espressivi di una determinata ideologia. Occorre dall'altro che possano essere punite soltanto azioni oggettivamente individuabili perché definite e descritte dalla norma incriminatrice in modo tale da non lasciare al giudice un incontrollabile spazio di "creatività" e di arbitrio.
Questi principi basilari segnano inevitabilmente la linea di discrimine tra uno Stato attento a tutelare con leggi adeguate le esigenze reali di una buona convivenza comune, e lo Stato che usa la legge per imporre alla collettività una determinata ideologia o un'etica nuova artificiosamente indotta per fini propri o come mezzo di controllo sociale .
Sulla base di queste premesse, è evidente ictu oculi come il Disegno di legge arrivato adesso alla Camera per la discussione con la dicitura "Norme contro l'omofobia e la transfobia" rappresenti un vero e proprio paradosso sotto il profilo giuridico e una minaccia di incommensurabile portata per le strutture portanti della società, ma si armonizzi perfettamente con quella mentalità totalitaria rimasta apparentemente sotto traccia in più di mezzo secolo di retorica democratica, e che è poi uscita allo scoperto trovando condizioni ideali di espansione sul terreno di un planetario disfacimento culturale.
Esso si presenta come ampliamento della legge di ratifica 13 ottobre del 1975 sulla propaganda e sulle discriminazioni ispirate da motivi razziali sopravvissuta alla legge n. 85 del 2006 che, depenalizzando alcuni dei c.d. reati di opinione, fu salutata dall'allora Guardasigilli quale legge che per questo aveva "alzato il tasso di democrazia" dell'Italia: segno che si tratta di un tasso variabile e che anche la democrazia può essere soltanto un'opinione.
INGHILTERRA, GUAI A CRITICARE IL GAY PRIDE
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- Pubblicato Giovedì, 05 Settembre 2013 15:04
di Gianfranco Amato
Disapprovare il gay pride può costare una denuncia penale in Inghilterra.
È capitato al Reverendo Dr. Alan Clifford, un Pastore della Chiesa Riformata Scozzese di Norwich, che ha avuto la malaugurata idea di inviare agli organizzatori del locale gay pride due email con citazioni del Vangelo. La prima aveva come titolo dell’oggetto: «Cristo può curare – Buone notizie per gli omosessuali». La seconda, invece, indicava come oggetto: «Gesù Cristo – Il Salvatore di cui tutti abbiamo bisogno». I destinatari delle due missive telematiche non hanno evidentemente gradito il contenuto, e invece di cancellarle o rispondere per le rime, hanno deciso di denunciare il fatto alla polizia considerandolo un “hate incident”. Un evidente caso di odio omofobico. Così, un tranquillo sabato pomeriggio, il reverendo si è sentito bussare alla porta da un giovane poliziotto della Norfolk Constabulary. Immaginando che la visita fosse dovuta a qualche bagatella del vicinato (un furto, atti di vandalismo, rumori molesti), Il Dr. Clifford è trasecolato quando ha saputo che nei suoi confronti era stata presentata una formale denuncia per “homophobic hate”. Il poliziotto ha quindi invitato il reverendo a conciliare mediante il pagamento di una multa ridotta, oppure a verbalizzare la sua eventuale opposizione. Il Dr. Clifford, peraltro, viene descritto dal giornalista del settimanale The Spectator che lo ha poi intervistato, come una persona intelligente, colta e posata, il cui carattere è così «lontano dall’odio, come l’ombra dalla superficie del sole». Facendo leva sulla propria indole serena e dialogante, lo stesso Dr. Clifford ha cercato pacatamente di convincere il poliziotto dell’infondatezza dell’accusa rivoltagli, cominciando a spiegare – con il tono accademico che si confà ad un dottore in teologia – che il termine “omofobia”, deriva dal greco “fobia” che significa paura e non comprende quindi il concetto di odio.
TORTE NUZIALI GAY: NEGLI STATI UNITI SE NON LE PREPARI SEI DENUNCIATO
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- Pubblicato Lunedì, 26 Agosto 2013 08:29
di Gianfranco Amato
Per capire meglio quali possono essere le surreali conseguenze di una legislazione antiomofobia, basta dare un’occhiata a quello che sta accadendo proprio in questi giorni negli Stati Uniti. Due casi simbolo possono rendere l’idea.
Il primo è accaduto nell’Oregon, dove i coniugi Aaron e Melissa Klein, una coppia cristiana che gestisce una pasticceria specializzata in torte nuziali – il locale si chiama “Sweet Cakes” – è finita davanti alla Sezione Diritti Civili dell’Oregon’s Bureau of Labor and Industries , e si trova oggi sotto inchiesta per la violazione dell’Oregon Equality Act 2007, la legge contro le discriminazioni basate sull’orientamento sessuale. I due si trovano nei guai a seguito di un anti-discrimination complaint, un formale ricorso proposto da Rachel and Laurel Bowman-Cryer, lesbiche che hanno deciso di contrarre regolare matrimonio. I motivi della denuncia risiedono nel fatto che di fronte alla richiesta delle due omosessuali di preparare la torta nuziale, i coniugi Klein hanno opposto il proprio rifiuto, invocando l’obiezione di coscienza per motivi religiosi.
Aaron Klein ha avuto l’impudenza di rilasciare la seguente dichiarazione: «Io credo che il matrimonio sia un’istituzione religiosa creata da Dio, come si legge in quel passo della Genesi in cui si dice che un uomo lascerà i propri genitori per unirsi a sua moglie; questo per me è il fondamento e la base del matrimonio». Questa frase non gli è costata solo la denuncia, ma anche una gragnola di insulti, improperi e persino minacce di morte, oltre al boicottaggio e picchettaggio del locale, con conseguente perdita economica di quasi il cinquanta per cento dei ricavi. Oltre una furiosa reazione da parte dei gruppi gay. Con buona pace dello spirito di tolleranza degli asseriti “discriminati” per motivi sessuali. Klein ha comunque dimostrato di essere un cristiano tutto d’un pezzo: «Siamo in difficoltà, ma in fondo la mia fede è per me più importante dei soldi; io continuerò a difendere ciò in cui credo, e non penso che qualcuno possa costringermi a compiere atti contro la mia religione». Quello della torta nuziale per matrimoni gay è diventato un problema che comincia a diffondersi negli USA, visto che anche nel Colorado un collega dei Klein, titolare di una pasticceria, è finito per i medesimi motivi dinanzi la Colorado’s Civil Rights Commission (l’udienza è fissata per il prossimo mese), e secondo la legislazione di quello Stato, il malcapitato pasticciere rischia persino la galera.
LA BBC RIEDUCA I BAMBINI ALLA FAMIGLIA GAY
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- Pubblicato Lunedì, 19 Agosto 2013 09:57
di Gianfranco Amato
CBBC è la sigla di Children BBC, il ramo della celebre rete televisiva britannica che si occupa dei programmi per bambini. La scorsa estate quel canale ha lanciato una felice trasmissione di successo intitolata “Marrying Mam and Dad” (Il matrimonio di mamma e papà), in cui alcuni bambini organizzavano la celebrazione delle nozze dei propri genitori. L’audience cui era rivolto quel programma comprendeva una fascia d’età dai sette ai dodici anni.
Quest’anno c’è una novità. A seguito delle nuove direttive aziendali, la BBC deve attuare una politica di diffusione culturale della diversità di genere, ed una mirata azione pedagogica rivolta, in particolare, ai minori. Per questo è stata lanciata una nuova versione del programma intitolato “Marrying Dad and Dad” (Il matrimonio di papà e papà), in cui sono i figli di coppie omosessuali ad organizzare la celebrazione della civil partnership dei genitori (per il matrimonio gay nel Regno Unito occorre attendere fino al 2014).
Lunedì scorso, 12 agosto, è andata in onda, alle 10.00 ed alle 16.00, la prima puntata della trasmissione, i cui protagonisti erano Callum e Chloe, gemellini di otto anni, insieme alla sorella Paula, tutti e tre figli adottati di Mark e Paul, la prima coppia di uomini dell’isola di Jersey ad aver ottenuto, a seguito di una battaglia legale, il diritto di adottare minori.
In un rapporto ufficiale della BBC del novembre 2012, intitolato Portrayal of Lesbian, Gay and Bisexual People on the BBC, viene espressamente contemplata l’esortazione ad introdurre la presenza di protagonisti omosessuali e bisessuali nei programmi per bambini «al fine di far familiarizzare i giovani spettatori con il mondo della diversità sessuale fin dalla tenera età, e sostenere i bambini che devono affrontare l’età della formazione, e che potrebbero essere omosessuali».
NOZZE GAY IN CHIESA, A LONDRA SI DOVRÀ FARE
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- Pubblicato Lunedì, 19 Agosto 2013 17:43
di Gianfranco Amato
Lo scorso gennaio, quando Cameron spingeva l’acceleratore per l’approvazione della legge sul matrimonio gay, l’ex Arcivescovo di Canterbury barone Lord Carey of Clifton, denunciò il rischio per la Chiesa d’Inghilterra di vedersi costretta a celebrare le nozze di coppie dello stesso sesso. Per avvalorare le perplessità di ordine giuridico, lo stesso Arcivescovo inviò al governo un corposo parere legale dell’autorevole avvocato Aidan O’Neill QC. La replica del governo fu che il disegno di legge avrebbe previsto una disposizione di salvaguardia per tutelare la libertà di credo religioso, esentando espressamente le Chiese dall’obbligo di celebrare i matrimoni omosessuali. Con questa disposizione non si sarebbero corsi rischi di azioni legali. Parola dello stesso Cameron.
La legge, in effetti, è passata con la previsione di tale deroga, e lo scorso 17 luglio è stato apposto il royal assent, la ratifica da parte della Regina Elisabetta, nonostante la ferma opposizione della Chiesa d’Inghilterra, di cui, peraltro, la stessa sovrana è Capo con il titolo di “Supreme Governor”. In realtà, la Church of England ha un rapporto particolare con lo stato, che implica, tra l’altro, l’obbligo giuridico di celebrare matrimoni riconosciuti come validi dalla legge.
A giugno dell’anno scorso, l’allora ministro della giustizia Crispin Blunt aveva già sollevato il dubbio che la proposta di legge del governo, nonostante qualunque norma di salvaguardia, avrebbe inevitabilmente innescato un contenzioso legale. Si trattò davvero di una facile profezia, perché neppure un mese dopo la firma della Regina, e nonostante le sperticate rassicurazioni del governo Cameron, sono arrivati i primi guai.
Il ricchissimo Barrie Drewitt-Barlow e il suo partner Tony hanno già annunciato, infatti, che inizieranno un’azione legale contro la Chiesa d’Inghilterra, citandola in tribunale per costringerla a celebrare le proprie nozze. I due sono noti per essere stati, nel 1999, i primi componenti di una coppia omosessuale indicati in un certificato di nascita come genitori del figlio avuto mediante fecondazione assistita. Grazie a quel procedimento oggi Barrie e Tony, legalmente uniti in una civil partnership dal 2006, sono i papà di ben cinque figli.
CARO D'AGOSTINO, LEI TRADISCE IL DIRITTO
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- Pubblicato Sabato, 10 Agosto 2013 08:45
di Mario Palmaro
Non sono d’accordo praticamente su nulla di quanto scritto il 6 agosto da Francesco D’Agostino sulle pagine di Avvenire, a proposito della legge sull’omofobia.
Mi spiace dirlo, perché D’Agostino è un filosofo del diritto come me, ha molti meriti scientifici e una fama assai prestigiosa, lo conosco da anni e ho con lui un rapporto schietto e cordiale. Ma, per dirla con Aristotele, amicus Platus sed magis amica veritas.
Che cosa ha scritto in sostanza il professor D’Agostino? La cosa migliore è che il lettore vada a guardarsi la fonte. Noi qui offriamo una sintesi molto stringata, provando a riassumere per punti:
a) Il progetto di legge Scalfarotto potrebbe limitare la libertà di opinione, e bisogna evitare questa stortura.
b) Non bisogna però opporsi a una legge sull’omofobia, che rappresenta la tutela contro ogni “odioso incitamento alla discriminazione e alla violenza”. Una legge sull’omofobia in se stessa è più che accettabile, se non addirittura auspicabile.
c) Magari questa legge è una scelta inopportuna, ma “ha ben poco senso discettare se sia giusta o no”. “Ritengo che sia possibile accettare in linea di principio una legislazione contro l’omofobia” scrive D’Agostino.
d) Chi si oppone frontalmente alla legge commette un errore, perché rischia di passare per omofobo e di esacerbare il dibattito.