Caso Shepard, una bufala contro l'omofobia
- Dettagli
- Pubblicato Domenica, 13 Ottobre 2013 18:47
di Gianfranco Amato
Quattro mesi fa, uno dei più autorevoli e accreditati istituti americani d’indagine demoscopica, il Pew Research Center di Washington (l’attuale presidente è Allan Murray ex vicedirettore del Wall Street Journal) ha pubblicato uno studio intitolato “A Global Divide On Homosexuality” contenente i risultati di un sondaggio sull’atteggiamento verso l’omosessualità nelle principali aree geografiche del mondo. Il dato davvero interessante è che l’Italia, secondo quello studio, si colloca nella top ten, tra le dieci nazioni più gay friendly a livello mondiale, con il 74 per cento della popolazione che dichiara la propria non ostilità all’omosessualità, ed un 18 per cento che, invece, professa la propria contrarietà. Il nostro Paese si colloca un gradino sotto la liberalissima Gran Bretagna (76% a favore e 18% contro), anch’essa appena sotto la laicissima Francia (77% a favore e 22%).
La percentuale italiana è esattamente opposta a quella russa che, con il 74 per cento della popolazione ostile all’omosessualità e solo il 16% tollerante, si conquista la maglia nera d’Europa. Quanto poi il clima italiano sia davvero gay friendly almeno in politica, lo dimostra anche un dato incontrovertibile. Nel mezzogiorno del nostro Paese, che l’immaginario collettivo dipinge come una terra culturalmente arretrata e sacca della più becera omofobia, ben due Presidenti delle due più importanti regioni, la Sicilia e la Puglia, sono omosessuali dichiarati e pubblicamente conviventi con i rispettivi partner. La circostanza, com’è noto, non ha impedito loro una brillante carriera culminata con l’elezione diretta da parte dei cittadini.
LEGGE OMOFOBIA, A CHE PUNTO SIAMO ARRIVATI
- Dettagli
- Pubblicato Giovedì, 10 Ottobre 2013 23:46
di Tommaso Scandroglio
Proviamo a fare una sintesi dell’iter parlamentare compiuto sin ad oggi dalla proposta di legge dal titolo “Disposizioni in materia di contrasto dell'omofobia e della transfobia” (testo unificato degli onorevoli Ivan Scalfarotto, Pd; Renato Brunetta, Pdl; Emanuele Fiano, Pd), avvalendoci dei contributi di diversi autori apparsi negli ultimi mesi sulla Nuova Bussola quotidiana.
All’inizio del giugno del 2013 parte l’esame del testo di legge presso la Commissione Giustizia della Camera. Una proposta simile era stata avanzata nel 2009, ma senza successo. Come ha precisato il prof. Mauro Ronco «il nocciolo della proposta che reca aggiunte alla legge n. 205/1993 [cd. legge Mancino] […] sta nella punizione, con la reclusione fino a 1 anno e 6 mesi, oltre di chi incita a commettere o commette atti di discriminazione per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi, altresì di chi incita a commettere o commette atti di discriminazione motivati dall’identità sessuale della vittima». Inoltre, come aggiunge l’on. Alfredo Mantovano, la legge Mancino «punisce […] con la reclusione fino a quattro anni chi istiga a commettere o commette violenza o atti di provocazione per motivi razziali, etnici, nazionali, religiosi. La stessa legge vieta ogni associazione che fra i propri scopi abbia quelli appena indicati: per chi ne fa parte la reclusione è fino a quattro anni; per chi le promuove fino a sei anni. Il tutto è accompagnato da una serie di previsioni sul sequestro e sulla confisca dei mezzi adoperati per compiere tali attività. Le proposte di legge all’esame della Camera estendono queste disposizioni [contenute nella legge Mancino], come si è detto, alle ‘discriminazioni motivate dall’orientamento sessuale o dall’identità di genere della vittima’». Il testo dell’on. Scalfarotto poi aggiunge a questo quadro normativo anche una prescrizione di carattere rieducativo: «A chi viene condannato per i fatti prima indicati – continua Mantovano - viene inflitta pure una sanzione accessoria: quella di ‘prestare un’attività non retribuita a favore della collettività per finalità sociali’ per un periodo fra tre mesi e un anno. Tra tali attività, è prescritto che vi sia pure ‘lo svolgimento di lavoro (…) a favore delle associazioni a tutela delle persone omosessuali’». In sintesi la proposta di legge sanziona le discriminazioni, gli atti di violenza e l’associazionismo “omofobici”.
DOMANDE AL GOVERNO DALL'ONOREVOLE ALESSANDRO PAGANO
- Dettagli
- Pubblicato Mercoledì, 02 Ottobre 2013 11:46
di Gianfranco Amato
Chi ha avuto modo di seguire il dibattito parlamentare sul disegno di legge in materia di contrasto all’omofobia e alla transfobia ha spesso dovuto assistere a momenti davvero poco edificanti. Un triste spettacolo a tratti trasversale e bipartisan. Nel generale squallore che accompagna la discussione sulla delicata materia (e che caratterizza, in particolare, gli interventi dei deputati pentastellati) brillano alcune splendide eccezioni, meritevoli di essere segnalate. Tra di esse spicca, senz’ombra di dubbio, la figura dell’on. Alessandro Pagano (Pdl), il quale è riuscito ancora una volta a dare prova di coraggio, di coerenza e di lucidità nel suo ottimo intervento tenuto alla Camera dei Deputati il 27 settembre scorso, quando ha illustrato l’interpellanza urgente n.2-00225 avente per oggetto «Elementi ed iniziative in relazione a recenti contestazioni svoltesi ad un convegno organizzato da associazioni ecclesiali a Casale Monferrato (Alessandria)».
L’intervento merita di essere integralmente riportato, unitamente al ringraziamento per aver segnalato la lettera inviata al Ministro dell’Interno, On. Angelino Alfano, dai Giuristi per la Vita, che ho l’onore di rappresentare:
«Signor Presidente, signor sottosegretario, il tema di questa interpellanza urgente è qualcosa di estremamente importante per la vita futura del nostro Paese. Siamo, infatti, di fronte ad un evento annunciato nel recentissimo dibattito che c’è stato in Aula sul tema dell’omofobia: più volte avevamo detto, in lungo e in largo, che cosa si stava preparando con questa legge. Dire oggi che eravamo facili profeti sarebbe un errore perché, in verità, non è bello vantarsi di un episodio negativo e che attiene alla vita sociale del nostro Paese. Al di là della facile retorica, ritengo cosa utile entrare nel merito di questo atto ispettivo e spiegare il significato profondo della stessa. Ciò è indispensabile per farlo comprendere non soltanto all’onorevole Viceministro e all’onorevole Presidente oggi presenti, ma anche a coloro che avranno modo di sentire e leggere queste parole.
LETTERA DEI GpV AL MINISTRO ALFANO SUI FATTI DI CASALE MONFERRATO
- Dettagli
- Pubblicato Venerdì, 27 Settembre 2013 00:11
Roma, 25 settembre 2013
All’Ill.mo Sig.
MINISTRO DEGLI INTERNI On. Avv. Angelino Alfano
–SEDE–
Ill.mo Sig. Ministro,
Le scrivo nella mia qualità di Presidente dell’Associazione Giuristi per la Vita, al fine di denunciarLe un grave episodio che ha visto come vittime l’Avv. Giorgio Razeto, esponente della stessa Associazione, ed il Prof. Mauro Ronco, Ordinario di diritto penale presso l’Universi- tà di Padova e docente di diritto penale presso l’Università Europea di Roma, nonché Presiden- te dell’Ordine degli avvocati di Torino dal 2006 al 2010 e componente del Consiglio Superiore della Magistratura dal 2001 al 2002.
L’Avv. Razeto ed il Prof. Ronco sono stati fatti oggetto di un ignobile, violento e vergognoso attacco da parte di alcuni contestatori durante il convegno svoltosi domenica 22 settembre 2013 a Casale Monferrato, dal titolo Gender, omofobia, transfobia: verso l’abolizione dell’uomo?, un’iniziativa organizzata dal Movimento per la vita, Alleanza Cattolica, Comunione e Liberazione, con il patrocinio della Pastorale della Salute e Pastorale Sociale della Diocesi di Casale Monferrato. Si è trattato di una becera gazzarra allestita da attivisti dei movimenti per i diritti dei gay, tra cui il coordinamento Torino Pride LGBT, il collettivo AlterEva e l’associazione Arcigay, come mostrano alcune immagini contenute in un video divulgato sul sito Il Fatto Quotidiano.it: http://tv.ilfattoquotidiano.it/2013/09/23/omofobia-collettivi-gay-e-femministi- conto-dibattito-di-cl-e-movimento-per-vita/245645/
Questo ennesimo episodio di violenta intolleranza da parte di esponenti dell’ideologia omosessualista è l’indicatore della grave emergenza democratica che sta vivendo il nostro Paese sul versante delle libertà di pensiero e di credo religioso, garantite e tutelate dagli articoli 21 e 19 della Costituzione.
Non è più tollerabile l’ingiurioso coro di insulti e improperi indirizzati dalla furia ideologica e dal cieco fanatismo delle Erinni omosessualiste nei confronti di chi osa esprimere posizioni diverse. Non è più tollerabile che chi sostiene l’unicità della famiglia eterosessuale, il divieto di adozione di minori per coppie dello stesso sesso, e dà dell’omosessualità un giudizio morale di riprovazione, venga trattato alla stessa stregua dei negazionisti dell’Olocausto, dei sostenitori dell’Apartheid, o dei fiancheggiatori del Ku Klux Klan.
Da mesi i Giuristi per la Vita continuano a mettere in guardia politici ed opinione pubblica sul fatto che l’attuale pericolosa deriva intollerante della lobby omosessualista stia gravemente minando una delle libertà fondamentali della nostra Costituzione, ovvero la libertà di opinione, pilastro del sistema democratico su cui si fonda la civiltà liberale dell’Occidente.
MINACCE E INTIMIDAZIONI ALLA MANIFESTAZIONE DI CASALE MONFERRATO: INTERROGAZIONE AL CONSIGLIO REGIONALE DEL PIEMONTE
- Dettagli
- Pubblicato Giovedì, 26 Settembre 2013 22:59
Pubblichiamo l'interrogazione presentata al Presidente ed agli Assessori della Giunta Regionale del Piemonte dai consiglieri Botta, William Casoni, Boniperti, Motta, Bussola, Mastrullo, Leo per le minacce e le intimidazioni alla manifestazione organizzata, il 22 settembre 2013, a Casale Monferrato sul tema “Gender – omofobia – transfobia: verso l’abolizione dell’uomo?”.
Al Sig. Presidente del
Consiglio regionale del Piemonte
Valerio Cattaneo
INTERROGAZIONE
ai sensi dell’articolo 18, comma 4, dello Statuto e
dell’articolo 89 del Regolamento interno.
Ordinarie a risposta orale in Aula
Ordinarie a risposta orale in Commissione
Ordinarie a risposta scritta X
Indifferibile e urgente in Aula
Indifferibile e urgente in Commissione
OGGETTO: Minacce e intimidazioni alla manifestazione di Comunione e Liberazione a Casale Monferrato
Premesso che:
-
"Gender, omofobia, transfobia, verso l'abolizione dell'uomo ?" è stato il tema e insieme l'interrogativo che si è posto l'incontro dibattito che si è svolto domenica sera alle ore 21, all'auditorium di San Filippo di Casale Monferrato;
-
L'evento è stato organizzato da Movimento per la vita, Comunione e liberazione, Alleanza cattolica con il patrocinio della Pastorale della salute e pastorale sociale. Tra i relatori Mauro Ronco, docente ordinario di diritto penale dell'Università di Padova e Giorgio Razeto, avvocato, giurista per la vita e bioeticista;
LA DITTATURA GAY COMINCIA DA CASALE MONFERRATO
- Dettagli
- Pubblicato Martedì, 24 Settembre 2013 14:03
di Alfredo Mantovano
Immaginiamo la scena. Una domenica sera di fine estate, una tranquilla città di provincia, un gruppo di associazioni di gay che riuniscono pacificamente i loro simpatizzanti per parlare della legge anti omofobia e per esporre le loro ragioni a sostegno dell’introduzione del matrimonio fra persone dello stesso sesso. Non fanno in tempo a iniziare: nella sala fino a quel momento serena irrompono militanti di organizzazioni ostili, i quali urlano, esibiscono t-shirt e cartelli offensivi, salgono sul palco dei relatori, costringono il convegno a interrompersi. Una vicenda così sarebbe andata subito fra i titoli di apertura dei tg serali, nelle prime pagine dei quotidiani del giorno successivo, qualche alta carica istituzionale si sarebbe precipitata sul posto per manifestare vicinanza agli organizzatori, il Senato si sarebbe riunito d’urgenza per approvare il prima possibile la legge anti omofobia nella versione più punitiva, e guai a chi avesse obiettato qualcosa. Dimenticavo: gli autori della vile aggressione sarebbero stati processati per direttissima.
Domenica 22 a Casale Monferrato non è andata esattamente così. Tre pacifiche associazioni ecclesiali, Alleanza Cattolica, Comunione e liberazione e Movimento per la vita, organizzano nell’auditorium San Filippo un convegno dal titolo Gender, omofobia, transfobia. Verso l'abolizione dell'uomo?, col patrocinio dell'Ufficio per la Pastorale della salute della diocesi di Casale. Presente un pubblico di 150 persone, saluta un sacerdote – don Luigi Cabrino – in rappresentanza della diocesi; introduce una signora, Margherita Garrone, benemerita dei Centri di aiuto alla vita. Relatori l’avv. Giorgio Razeto, dei Giuristi per la vita, e il prof. Mauro Ronco, di Alleanza Cattolica. Un convegno si studio e di approfondimento, al quale assiste il sindaco di Casale, l’ing. Giorgio Demezzi: che l’aria non sia delle migliori lo si coglie prima dell’avvio, quando relatori e pubblico sono accolti all’ingresso da un picchetto di persone che indossano magliette e reggono cartelli con rivendicazioni dei movimenti gay.
Il bello viene quando iniziano le relazioni: parla l’avv. Razeto e partono le prime provocazioni, tutto sommato soft, provenienti da una quarantina di molestatori che entrano in sala. La parola passa al prof. Ronco e si scatena il finimondo: nonostante le urla, i fischi, i “buuu” alternati ai “vergogna!”, Ronco va avanti col tono più calmo possibile, senza reagire, nemmeno verbalmente. Alle parole si accompagnano i gesti: c’è chi si mette di fronte al tavolo del convegno con le braccia allargate e grida al relatore che sta mentendo e non sa quello che di dice; una ventina di ragazze, reggendo dei cartelloni, salgono sul palco e si dispongono a cerchio attorno al tavolo stesso. Non potendo più proseguire, Ronco chiude l'intervento e invita il pubblico a lasciare la sala senza raccogliere provocazioni. Nel frattempo giungono due carabinieri, chiamati dal sindaco, ma il convegno è ormai rovinato, e la presenza dei militari evita ulteriori degenerazioni.