A NAZARETH (PENNSYLVANIA) NON SI PUÒ CITARE IL VANGELO
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- Pubblicato Lunedì, 02 Giugno 2014 21:44
Nazareth è la celeberrima cittadina israeliana di cui era originario Nostro Signore Gesù Cristo. In quei luoghi, infatti, il Salvatore trascorse l’infanzia, l’adolescenza e l’età adulta, prima di dedicarsi alla missione per cui si è incarnato. Era noto, per l’appunto, come Gesù il Nazareno. Nazareth è, però, anche una ridente cittadina americana della Pennsylvania, nella contea di Northampton, famosa per il circuito automobilistico che vi sorge, la Nazareth Speedway, una pista ovale, utilizzata per le competizioni di Formula Champ Car. Il perché di questa digressione geografica è presto detto. Presso la Floyd Schafer Elementary School della Nazareth americana, durante la tradizionale distribuzione dei cartoncini augurali di San Valentino, ad un alunno è stato impedito di utilizzarne uno a sfondo religioso, con cui, citando un passo del Vangelo di Giovanni (3:16), voleva ricordare ai compagni di classe quanto Dio li amasse. Immediata la reazione del preside della scuola. Secondo la dirigente, infatti, il testo contenuto nel cartoncino viola l’art.220 del NASD policy, il ferreo regolamento del Nazareth Area School District, il quale proibisce agli studenti «l’uso di espressioni verbali o scritte che possano propagandare la superiorità di una particolare denominazione religiosa, di una setta, o di un’opinione».
PILLOLA DEL GIORNO DOPO, LO STATO È IMPREPARATO
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- Pubblicato Sabato, 24 Maggio 2014 00:37
Giuristi per la vita, Unione Cattolica dei Farmacisti Italiani, Forum delle Associazioni Familiari, AIGOC Associazione Italiana Ginecologi e Ostetrici Cattolici e Associazione Pro Vita Onlus, hanno proposto ricorso al Tribunale Amministrativo del Lazio avverso contro il Ministero della Salute, la stessa Agenzia Italiana del Farmaco, la società francese Laboratoire HRA Pharma, e la società Aziende Chimiche Riunite Angelini Francesco A.C.R.A.F. S.p.A.
Oggetto dell'impugnazione è “l’annullamento, previa sospensione, della determinazione emessa dall’Agenzia Italiana per il farmaco il 17 dicembre 2013, e pubblicata per estratto sulla Gazzetta Ufficiale n. 28 del 4 febbraio 2014”, con cui si è provveduto a modificare l’autorizzazione all’immissione in commercio del medicinale per uso umano “Norlevo”, la cosiddetta “pillola del giorno dopo”, anche con particolare riguardo alla parte in cui si afferma in modo apodittico e indimostrato che il farmaco non può impedire l’impianto nell’utero di un ovulo fecondato, causando l’interruzione della gravidanza, cioè un aborto, e provocando conseguentemente la morte dell’embrione.
Il 30 aprile, davanti alla Terza Sezione Quater del Tribunale Amministrativo del Lazio, è stata discussa l'istanza cautelare diretta alla sospensione degli effetti giuridici del provvedimento impugnato. L'Avvocatura di Stato, costituitasi per l'AIFA, ha subito tentato di sminuire l'oggetto del ricorso, quasi che questo riguardasse solamente l’aspetto formale della modifica del foglietto illustrativo del farmaco, quando invece è evidente che in gioco ci sono valori e diritti fondamentali quali il diritto alla vita, alla dignità dell'embrione, alla corretta informazione, all'obiezione di coscienza.
ANITA NON PUÒ (PER NATURA) AVERE DUE MAMME
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- Pubblicato Giovedì, 22 Maggio 2014 14:25
L’ossessiva propaganda mediatica omosessualista colpisce ormai a ritmo quotidiano. L’ultima notizia alla ribalta della cronaca, pubblicata dal Corriere della Sera, ha per oggetto la lettera che il consigliere comunale di Milano, Rosaria Iardino del PD, ha scritto al Presidente del Consiglio dei Ministri Matteo Renzi. Ecco il testo:
«Caro Presidente, sono una tua collega di partito e sono omosessuale. In questo 17 maggio, la giornata internazionale contro l’omofobia. ti vorrei raccontare il più bel sogno della mia vita, che ho realizzato solo in parte ma che mi piacerebbe veder completo, con la consapevolezza che ancora molto c’è da fare.
La mia famiglia è la metà compiuta ed è sicuramente la cosa più importante che io abbia; la mia compagna Chiara e la piccola Anita, nostra figlia, concepita attraverso la procreazione medicalmente assistita, sono il mio universo. Questa è una famiglia, caro Presidente, ma c’è un’altra metà del cielo ancora tutta da conquistare. Riguarda i diritti civili che a questo nucleo e a tutte le famiglie omogenitoriali vorrei fossero pienamente riconosciuti; vorrei che tutti godessero delle stesse prerogative che attualmente sono ad appannaggio delle sole famiglie eterosessuali.
Caro Presidente ti invito a guardare quello che è stato fatto a Milano anche col mio contributo, visto che dal settembre scorso siedo tra i banchi del Consiglio comunale, in quota al partito di cui siamo entrambi componenti. A Milano esiste un Registro delle unioni civili, come sai bene. Che ce ne sia uno nella mia città e in tante altre è un grande passo avanti, ma non basta. Manca naturalmente un riferimento nazionale, una normativa che accomuni tutto il paese, una regolamentazione generale che valga allo stesso modo dalle Alpi alla Sicilia. Caro Presidente, ci avevi promesso il varo di una Civil partnership nazionale e sono certo che manterrai la tua parola, ma evidentemente anche tu aspetti che una tua fetta di cielo si realizzi per dar seguito a tutto questo.
LIBRO PORNO-GAY NELLE SCUOLE PER "AVVENIRE" NON È OSCENO
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- Pubblicato Martedì, 13 Maggio 2014 23:20
L’indiscussa stima per la storia personale e professionale di Francesco D’Agostino rende ancora più difficile da comprendere la sua posizione critica, pubblicata da Avvenire il 9 maggio, nei confronti dell’iniziativa legale intrapresa dai Giuristi per la Vita e da Pro Vita Onlus circa i noti fatti accaduti al liceo classico Giulio Cesare. Colpisce, in particolare, il suo convincimento che «non è possibile qualificare rozzamente il libro della Mazzucco come “osceno”». Ora, perché quel testo debba considerarsi osceno e non adatto ad una scuola lo hanno perfettamente spiegato, lo scorso 30 aprile, Marcello Veneziani con il suo ineccepibile articolo “Che libertà è leggere in classe un libro porno?” pubblicato sul “Giornale”; Nicoletta Tiliacos con il suo ottimo pezzo “Demo Fellatio” apparso nella prima pagina del “Foglio”; e Mario Giordano dalle colonne di “Libero”, con il suo efficace intervento intitolato ”Macchè anti-gay: a scuola un libro porno”.
Il prof. D’Agostino ha certamente gusti raffinati, per cui proviamo a far giudicare dal lettore di media intelligenza e media cultura, secondo il comune senso dell’osceno, alcuni dei brani contestati: «(…) un pomeriggio, quando dopo la partita indugiò nello spogliatoio e si ritrovò solo con lui, Giose decise di agire – indifferente alle conseguenze. Si inginocchiò, fingendo di cercare l'accappatoio nel borsone, e poi, con un guizzo fulmineo, con una disinvoltura di cui non si immaginava capace, ficcò la testa fra le gambe di Mariani e si infilò l'uccello in bocca. Aveva un odore penetrante di urina, e un sapore dolce. Invece di dargli un pugno in testa, Mariani lasciò fare. Giose lo inghiottì fino all’ultima goccia e sentì il suo sapore in gola per giorni. Il fatto si ripeté altre due volte, innalzandolo a livelli di beatitudine inaudita». Merita anche quest’altro pezzo di alta letteratura: «La cabina era poco più grande di un ascensore, ma provvista di riviste pornografiche per stimolare l'erezione. Donne e uomini nudi, organi genitali squadernati in primissimo piano, adatti a ogni tendenza sessuale. Giose apprezzò la sensibilità dei dottori. Ma lo disgustò l'idea di concepire suo figlio masturbandosi sulla fotografia di uno stallone professionista. Chiuse gli occhi, pensò a Christian, e attivò la mano. Eiaculò in quattro minuti, e per la fretta maldestramente metà lo schizzò fuori. Gocce di liquido cremoso e opalescente colavano sul bordo del contenitore. Dovette pulirlo col kleenex. Il dottore incamerò il suo sperma e lo spedì in laboratorio senza commenti».
Il caso del liceo classico Giulio Cesare di Roma su RAI 1 a "Uno mattina famiglia"
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- Pubblicato Lunedì, 05 Maggio 2014 00:24
Puntata del 3 maggio 2014
PILLOLA DEL GIORNO DOPO, NON TUTTI STANNO A GUARDARE
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- Pubblicato Domenica, 04 Maggio 2014 11:35
Non tutti stanno a guardare. Ad esempio i Giuristi per la Vita, l’Onlus Pro Vita, l’Unione Cattolica Farmacisti Italiani, il Forum delle Associazioni Familiari e l’Associazione Italiana Ginecologi e Ostestrici Cattolici hanno deciso di mettere in stato d’accusa la famigerata pillola del giorno dopo (Norlevo). Questo preparato chimico, attesta la letteratura scientifica (si leggano gli studi di Kahlenborn, Severs, Stanford, Mikolajczyk, Alegre-del Rey, Puccetti, Mozzanega, Cosmi), può avere non solo effetti contraccettivi, ma anche abortivi.
Secondo invece una nota dell’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa) del dicembre scorso, il “Norlevo (levonorgestrel) è un contraccettivo d’emergenza, comunemente chiamato ‘pillola del giorno dopo’. Agisce ritardando l’ovulazione, impedendo così la fecondazione”. Dei suoi possibili effetti abortivi non si fa cenno. Non solo, ma nella Gazzetta ufficiale del 4 febbraio di quest’anno si avvisa che il vecchio foglietto illustrativo del Norlevo in cui si indicava il meccanismo antinidatorio della molecola e dunque abortivo – l’embrione non riesce più ad impiantarsi in utero e così muore – è stato cambiato ed ora gli effetti presenti nel nuovo bugiardino sono solo quelli anticoncezionali. La posizione dell’Aifa è avvalorata in un certo qual modo anche da una sentenza del Tar del Lazio del 2001. In essa i giudici da una parte chiesero che nel foglietto illustrativo del Norlevo comparisse l’effetto antinidatorio, che come abbiamo appena visto oggi non è più indicato, ma dall’altra - dato che secondo loro la gravidanza inizia quando l’embrione si è impiantato sulla parete uterina – il Norlevo non era una pillola abortiva proprio perché i suoi effetti si producevano prima dell’impianto in utero dell’embrione.