MOLTEPLICI ATTESTATI DI SOLIDARIETA' A GIANFRANCO AMATO
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- Pubblicato Domenica, 23 Novembre 2014 12:56
Gianfranco Amato, dopo l'atto vandalico subito dalla sua auto a Viareggio lo scorso 8 novembre, di cui ha dato notizia anche Radio Vaticana, ha ricevuto molte espressioni di solidarietà.
Già si è segnalato quanto ha scritto il Direttore del Quotidiano Avvenire, Marco Tarquinio, mentre altre attestazioni sono pervenute dal Sindaco di Varese, da tutta la Giunta Municipale e dall'intero Consiglio comunale di questa città (vedasi anche l’intervento del Presidente del Consiglio Stefano Crespi)
Dichiarazioni di amicizia e vicinanza sono state espresse pure dai movimenti evangelici Cristiani per la Nazione e Comunione Pastorale Torinese, nonché dal Forum Vita Famiglia Educazione.
I Giuristi per la Vita ringraziano di cuore per queste manifestazioni di solidarietà e per le tante altre pervenute non solo da enti ed associazioni, ma anche da singoli cittadini.
INTIMIDAZIONE AL PRESIDENTE DEI GIURISTI PER LA VITA
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- Pubblicato Martedì, 18 Novembre 2014 01:28
L’auto del presidente dei Giuristi per la Vita, l’avvocato Gianfranco Amato, è stata pesantemente danneggiata da vandali mentre sabato era impegnato a Viareggio a un convegno sulla teoria del gender. Rotti i vetri del veicolo e danneggiati gli sportelli. Secondo Amato un altro aspetto grave di questa vicenda sta nel fatto che neppure un agente delle forze dell'ordine abbia presidiato l'incontro in cui si è svolta la conferenza, nonostante gli organizzatori avessero inviato il giorno precedente una richiesta in questo senso. “Queste provocazioni violente danno una ragione in più per continuare la battaglia – ha detto Amato – e rappresentano la prova schiacciante di quanto concretamente sia a rischio la nostra libertà”.
Fonte: Radio Vaticana
FATTI DI VIAREGGIO: IL DIRETTORE DI AVVENIRE RISPONDE ALLA LETTERA DI AMATO
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- Pubblicato Venerdì, 14 Novembre 2014 11:55
Cliccare qui per leggere la lettera di Gianfranco Amato e la risposta del Direttore Marco Tarquinio
LA VICENDA DELL'ITIS DI MONCALIERI A "LA VITA IN DIRETTA" DEL 5 NOVEMBRE 2014
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- Pubblicato Mercoledì, 05 Novembre 2014 23:59
QUEL GIORNO IN CLASSE: UN BEL DIALOGO MA POI LA BUFERA DELL’«OMOFOBIA»...
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- Pubblicato Mercoledì, 05 Novembre 2014 15:58
Scarica qui il pdf della pagina di Avvenire del 5 novembre 2014
IL PRESIDE E QUELLO SCANDALO MESSO SOTTO SILENZIO
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- Pubblicato Mercoledì, 05 Novembre 2014 15:38
di Gianfranco Amato
Davvero encomiabile lo zelo, spinto fino all’eccesso, del Preside Stefano Fava dell’I.T.I.S. “Pininfarina” di Moncalieri, nel difendere l’onorabilità della scuola – descritta come un immacolato giardino delle meraviglie – e nel volere agire severamente contro la professoressa Adele Caramico, l’insegnante di religione ingiustamente accusata di essere omofoba. In questa sua intenzione, il preside non ha disdegnato i riflettori della ribalta mediatica e anzi pare cercare sempre più spazio nei mezzi d’informazione per spiegare come il suo istituto scolastico sia immune da qualsiasi nefandezza, a cominciare dalla “intollerabile omofobia” della Caramico.
Peccato che la stessa solerzia da parte del preside non si sia vista quando lo scorso 18 giugno il quotidiano La Stampa ha dato la notizia dell’arresto del professor Andrea Fino, docente proprio del “Pininfarina” di Moncalieri, accusato di aver offerto soldi in cambio di rapporti sessuali con studenti minorenni. Fino era noto a tutti per l’impegno nel riconoscimento dei diritti per le coppie omosessuali, ed è stato pure coordinatore dell’edizione 2011 del “Gay Pride” torinese. Il pm Francesco Pelosi ha ricostruito vari episodi, elencati nell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal giudice per le indagini preliminari Ilaria Guarriello, e, nonostante il consueto riserbo degli inquirenti, è emerso che l’insegnante arrestato avesse contattato gli alunni della scuola attraverso Facebook. Ed è per questo motivo che gli investigatori hanno provveduto a sequestrare il computer e alcuni hard disc in casa del professore Fino.
Singolare fu, allora, la fretta del preside Stefano Fava nel tentativo di contenere l’impatto mediatico della vicenda, al punto da essere costretto a giustificare il suo low profile, al giornalista de La Stampa che gli chiedeva conto del suo atteggiamento decisamente cauto. Questa la sua giustificazione: «Nel 2013, un insegnante mi portò alcuni scambi di battute tratti da una conversazione avvenuta su Facebook tra Fino e uno studente, che aveva appena superato la Maturità, ma io non ho ravvisato nulla di scabroso, di osceno in quelle frasi. Mi sono sembrate battute, nulla di che preoccuparsi. Per questo, ho accantonato la questione». Davvero quello del caso del professor Fino sembra un altro preside. E il “Pininfarina” non parrebbe proprio quel paradiso terrestre che Stefano Fava pretende oggi di fa apparire.
Pubblicato ne "La Nuova Bussola Quotidiana" del 04/11/2014